Cultura Scicli

La Cavalcata di Donnalucata

Il cavallo sia protagonista

https://www.ragusanews.com/resizer/resize.php?url=https://www.ragusanews.com/immagini_articoli/19-03-2014/1396117673-la-cavalcata-di-donnalucata.jpg&size=667x500c0 Una bardatura 2014


Scicli - Per la prima volta, sabato scorso, sono stato alla Cavalcata di San Giuseppe organizzata a Donnalucata e ne sono rimasto colpito.

Avevo già assistito a qualche edizione dell’analoga manifestazione a Scicli, ma confesso di essermi sentito stranamente coinvolto quest’anno, sicuramente a causa della sorpresa e dell’ammirazione provata per la bellezza dei cavalli. In effetti sono a volte rimasto un po’ perplesso, nelle edizioni sciclitane, davanti ad alcune delle monumentali e geniali bardature, dove viene esaltata la perizia tecnica degli addobbatori e dove si sperimentano ardite e ingegnose costruzioni soprattutto nella costruzione di quella sorta di elmo e maschera che sormonta la testa dell’animale. Sono bardature solenni, che incutono un certo timore, forse persino un po’ macabre nella loro maestosità, e che nascondono del tutto il cavallo al punto che, come ha detto qualcuno, lo si potrebbe benissimo sostituire con un piccolo trattore, ché non se ne accorgerebbe nessuno. A Scicli predomina l’ingegno dell’uomo, la sua totale supremazia sull’animale, la sua fantasia artistica delle decorazioni e delle composizioni, che però sembra quasi aver preso il sopravvento al punto che le cavalcature acquistano, nelle luci e nelle ombre della sera, un che di spettrale. A Donnalucata mi è parso di ritrovare tutta la gioiosità dei riti di primavera, dove a stento si riesce a contenere l’impetuosità dei cavalli e la baldanza dei cavalieri. Ho ammirato con stupore la bellezza dei cavalli, a volte immensi, eleganti, solenni, magnifici, scattanti e nervosi; i cavalieri e le amazzoni sprigionavano una forza antica, eroica, nell’andatura controllata, nel tenere tese le briglie, nello stringere le gambe per dominare l’animale eccitato dagli sguardi della folla, vero protagonista e campione della sfilata. Alcuni cavalieri, persino, riuscivano a imporre al cavallo un passo danzante, di straordinaria eleganza e bellezza. Mi chiedevo a quali razze appartenessero quei superbi esemplari, quali le loro storie e genealogie, quali i loro legami con il passato di Scicli e della Contea: certo l’influenza spagnola e araba era evidente, ma i ‘patatari’ non sono gli stessi cavalli dei conquistatori normanni dalle pesanti armature? Quanta nobiltà e gloria in queste radici! Ad aprire il corteo erano alcuni cavalieri che accompagnavano giovani amazzoni vestite con eleganti abiti antichi, autentiche principesse di un modo di fiaba che veniva a sfilare davanti a noi. Alcuni cavalli bardati sontuosamente aggiungevano la nota caratteristica della tradizione sciclitana. Dominava su tutto un festoso, autentico senso di spontaneità gagliarda e gioiosa, nella baldanza vitale della bellezza della giovinezza. Una spontaneità che forse richiederebbe qualche maggiore precauzione (un po’ di apprensione poteva creare il fatto che i mastodontici e immensi cavalli sfilassero accanto a minuscoli pony cavalcati da bambini), ma senza spegnere l’atmosfera di festa autentica e gioiosa, senza regie, senza altoparlanti, senza discorsi….. la magia era tutta in quella giovinezza, in quella autentica e gioiosa festa alla primavera e alla vita. Una magia rara, che può saper parlare al cuore come poche altre manifestazioni organizzate non solo in Sicilia.          

Foto Bartolo Trovato


© Riproduzione riservata