Modica - “Andrò avanti per le vie giudiziarie. Questa storia non può cadere nel nulla. Penso con tristezza a tutti quelli che subiscono angherie e non hanno voce per difendersi”. Così Antonella Monaco, la docente modicana in pensione che nei giorni scorsi ha lamentato di essere stata ‘sfrattata’ di sera, dopo un’operazione al braccio sinistro, dal suo posto letto dell’Unità operativa di Ortopedia dell’ospedale Maggiore “con modi bruschi” da un medico del reparto per cedere il posto a una paziente grave. Ad affiancare la docente il Movimento provinciale a difesa del cittadino, che ha messo a disposizione i suoi legali e che non intende soprassedere a quello che ritiene sia stato un episodio “grave”.
Il direttore sanitario, dott. Piero Bonomo, ha già precisato ieri che il trasferimento di un paziente meno grave è una procedura standard, ma sui modi utilizzati farà luce. Il medico di Ortopedia, infatti, dovrà redigere una relazione su quanto accaduto.
“Comprendo che se c’è un paziente grave gli si debba cedere il posto – dice la Monaco – ma il punto è che in questa vicenda non tornano alcune cose. Mi trovavo nella stanza accanto alla mia perché non riuscivo a dormire, mi faceva male il braccio ed ero ancora intontita dal post anestesia. Ho vissuto, come da mio carattere, con enorme preoccupazione l’operazione e non mi sono ripresa subito. Il medico, vedendomi, m’ha detto che dal momento che potevo camminare me ne sarei dovuta andare in Chirurgia per fare posto a un’altra paziente. Gli ho fatto presente che non stavo bene. Ma lui è come se mi avesse letteralmente puntata. Il letto, al mio diniego di andarmene, è stato addirittura tolto dalla stanza. Non m’è rimasto altro che raccogliere le mie cose con una mano, ancora stordita non solo dal post intervento chirurgico ma proprio dal trattamento che m’è stato riservato e che m’ha umiliata. Ho pianto, sono stata depressa – racconta la docente -. Mio marito ha avuto di recente un infarto, per cui non potevo chiamarlo a quell’ora. A chi dovevo rivolgermi? E, una volta arrivata in Chirurgia, vengo a sapere che la paziente che ha preso il mio posto doveva essere ricoverata lei in Chirurgia dalle 19”.
“Il Mdc andrà fino in fondo in questa storia – dicono la responsabile provinciale del Movimento, Giovanna Tona, e la vice presidente regionale, Enrica Guerrieri –”. Entrambe ribattono al direttore sanitario che sosteneva di averle attese alle 8.30 di venedì ma invano, “di non avere mai avuto un appuntamento”. “Il segretario ci ha detto che il direttore è in ospedale dalle 8.30. Se non è impegnato può riceverci, altrimenti no – dicono -. Di certo domani, e non venerdì come sostiene il direttore, non ci saremo. Non possiamo stare a speranza che si liberi”. Movimento e direttore sanitario sembrano parlare due lingue diverse. Il dott. Bonomo, infatti, ribadisce di essere disposto a ricevere le rappresentanti del Mdc in qualsiasi momento.