Giudiziaria Modica

Assenteismo a Modica, 90 rinviati a giudizio

15 prosciolti

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Modica -  Una quindicina i prosciolti perché il fatto non sussiste, tutti gli altri, circa 90 dipendenti comunali di palazzo San Domenico, sono stati rinviati a giudizio al prossimo mese di gennaio. Lo ha deciso ieri il Giudice delle udienze preliminari Reale nell’ambito del procedimento scaturito da un’indagine congiunta di Guardia di finanza e polizia di Modica su presunto assenteismo al Municipio. L’ipotesi di reato è di truffa aggravata.

I dipendenti comunali, secondo la pubblica accusa, si facevano timbrare il badge da complici, attestando falsamente la propria presenza in ufficio, e ricambiavano il “favore” ai colleghi. Non si tratterebbe soltanto di alcuni dipendenti, quanto, secondo gli inquirenti, addirittura di consolidati gruppi di impiegati, organizzati sistematicamente allo scopo di timbrarsi a vicenda il badge, pur essendo assenti dall’ufficio.

I poliziotti e i finanzieri per questa inchiesta si avvalsero di telecamere nascoste posizionate in punti strategici di palazzo San Domenico e della sede distaccata comunale di corso Umberto I, che immortalarono i lavoratori mentre commettevano presunti illeciti. L’inchiesta, che ha riguardato 106 dipendenti comunali, e che ha registrato successivamente l’archiviazione per alcuni di loro, fu avviata nel 2009 dall’allora Procura della Repubblica di Modica, e sfociò l’11 maggio del 2011 in un blitz congiunto di polizia e Fiamme gialle al Comune.

Tra i risultati emersi, numerosi dipendenti avrebbero segnalato, per la conseguente liquidazione, lo svolgimento di ore di servizio straordinario mai svolte e avrebbero percepito indebitamente il “buono mensa” di 5 euro. Per gli inquirenti, un dipendente sarebbe riuscito addirittura ad alterare l’orologio marca-tempo posizionato al Comune sì da risultare al lavoro quando effettivamente non c’era, e alcuni erano soliti andare a fare visite in orario di ufficio, chi dal barbiere, una persona è stata sgamata ad ascoltare musica in auto.

Il Collegio difensivo, formato tra gli altri dagli avvocati Piero Sabellini e Carmelo Ruta, ha sempre sostenuto che non si tratta di assenteismo, quantomeno sic et simpliciter. Per la difesa “bisogna distinguere caso per caso”, in quanto alcuni dipendenti sarebbero usciti dal Municipio per motivi di lavoro, esattamente per raggiungere una delle altre sedi comunali dislocate in altra parte della città, mentre altri avevano assegnate delle mansioni particolari da dovere espletare fuori dall’ufficio e per le quali non sarebbe stato necessario timbrare il badge. Per alcuni dipendenti comunali la difesa ha ricordato che la determina sindacale stabiliva l’orario di ingresso alle 8 e di uscita alle 14 con flessibilità di 15 minuti.

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