Attualità Vittoria

Salvatore Artini, l'uomo puro

Reazioni all'ultimo consiglio

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Vittoria - Com'era prevedibile si è scatenata una pioggia di reazioni su quanto avvenuto martedì sera nel corso del Consiglio Comunale di Vittoria quando il presidente, Salvatore Di Falco, ha espulso il consigliere Salvatore Artini accusato di turbare i lavori.
“Il presidente del Consiglio Comunale-dicono i consiglieri dell'Udc- ha perso la tranquillità e l'equilibrio che dovrebbe contraddistinguere il suo ruolo. Riteniamo- aggiungono- che Di Falco debba ripassare l'articolo 48 che gli dà sì prerogative di vigilanza, ma solo nei confronti di chi crea turbative nei lavori d'aula”. Per l'Udc “Artini aveva animato un intervento più infervorato di altri mettendo in rilievo- cosa che noi, affermano, condividiamo- il ruolo di parte di Di Falco”. Solidarietà ad Artini arriva anche da Territorio che, in una nota a firma del capogruppo, Giovanni Lombardo, esprime “viva preoccupazione per l'evidente emergenza democratica presente in città”. Il consigliere Aiello parla di “rappresaglia scatenata contro Artini che lo aveva criticato” e aggiunge “oggi si pone un problema di agibilità democratica che investe tutta la vita economica e sociale della città. In tal senso, le posizioni politiche di ciascuno devono avere riguardo per questi aspetti della vita democratica, al di là degli schieramenti”.
A fianco del Presidente del Consiglio Comunale si schiera invece il Pd, che, in una nota a firma di Giulio Branchetti, capogruppo consiliare, esprime solidarietà al Presidente del Consiglio. “Questo episodio inquietante- si legge nel documento- certifica, purtroppo, il cambiamento del clima politico in Consiglio Comunale. La nuova maggioranza scambia il peso dei numeri con la prepotenza, ma ad onor del vero, va riconosciuto ad alcuni un atteggiamento diverso. Faccio dunque appello a coloro i quali mantengono corretti rapporti istituzionali”. Sull'episodio interviene anche l'assessore alla Trasparenza, Piero Gurrieri: “Mi auguro- dichiara- che nella mia città possano presto affermarsi pratiche di buona coabitazione, nell'interesse di tutte le parti in causa e si possa evitare di ricorrere, nelle sedi democratiche, ai corpi di Polizia sia perché l'ordine va garantito con l'equilibrio e l'autorevolezza, e non le sanzioni, sia perché il consenso e la fiducia vanno ricercati ed ottenuti con il confronto”.


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