Cultura Vittoria

Videolab Film Festival per Giovanni Falcone

I giorni della speranza

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Vittoria - Il pubblico delle grandi occasioni ha seguito la seconda serata del XVI del VideoLab Film Festival.
Al Museo archeologico di Kamarina, teatro della maratona cinefila, sono stati mostrati due documentari: L’uomo del fiume di Barbara Maffeo, in concorso; e Negli iblei, le donne, un mondo non a parte di Chiara Ottaviano, fuori concorso.
Dopo si è tenuto il primo incontro del festival: La terra iblea, un set naturale. La Ottaviano ha parlato “dell’importanza delle fonti orali da un punto di vista storico. Attraverso questi racconti, queste interviste, è possibile narrare la storia di un popolo”.
Secondo Gaetano Bonetta, direttore del Dipartimento di scienze filosofiche e pedagogiche dell’università di Chieti-Pescara, “Chiara Ottaviano lavora al rinnovamento delle fonti storiche. Perché non c’è storia senza fonti. Le sue interviste conservano nozioni che la fonte scritta non può conservare: la ricchezza dell’umanità. Quelle fonti possono rinnovare la conoscenza storica. L’area iblea non ha un senso storico compiuto individuabile, ma è un’area di grande fascino. Gli investimenti cinematografici qui non sono occasionali”.
Gianni Molè, presidente della Film Commission Ragusa, ha sottolineato polemicamente la difficoltà di modificare lo statuto della fondazione. “La Film Commission - ha dichiarato - potrebbe avere un ruolo molto importante. Dovrebbe, infatti, attrarre produzioni cinematografiche. E incentivare il cineturismo. Penso che, a causa dei tagli che continuano a interessare gli enti locali, sia necessario cercare il partenariato privato. A questo proposito, è importante sapere usare le agevolazioni fiscali come il tax credit”.
Giuseppe Gambina, esercente cinematografico, direttore del Vittoria Film Peace Film Festival, ha ricordato che “da sempre promuoviamo il cinema realizzato negli iblei, attraverso gli incontri con gli autori”.
Andrea Di Falco ha dialogato con Elizabeth Missland, già direttore artistico del Globo d’oro e John Real, autore del lungometraggio Native, ospite del festival.
La Missland ha ricordato che “Real, a 21 anni, ha vinto il Globo d’oro per la miglior opera prima. È senza dubbio un giovane di talento”.
“Native - ha dichiarato Real - è stato distribuito in 40 sale. Il mio è un cinema di genere. E per questo ha poco credito presso i distributori. Il film è un thriller horror che dà voce al mistero e tratta di una leggenda siciliana”.
Stasera è previsto il secondo incontro del festival: La nuova frontiera del documentario. Intervengono: Elizabeth Missland; Manuel Giliberti, regista e scenografo e Lucia Sardo, attrice. La conversazione è preceduta dalla visione di frammenti tratti dal documentario firmato da Giliberti: Giovanni Falcone. I giorni della speranza.
Per la sezione dedicata al Globo d’oro, sono in programma i corti: Sotto le foglie e La casa di Ester. Due film brevi firmati da Stefano Chiodini. Il primo, del 2006; il secondo, del 2012.
Sotto le foglie, racconta la storia di un giovane commesso che vede, da lontano, una ragazza che, dalla propria auto, gli lancia ripetuti sguardi d’intesa. Con Valerio Mastandrea e Cecilia Dazzi.
La casa di Ester mostra l’apparente serenità di una coppia, formata da un uomo e una donna. La donna, alla fine, prende coscienza di sé. Recuperando un passato mai del tutto dimenticato.
I corti in concorso stasera sono:
Chi vuoi che sia, documentario di Ricardo Cannella e Davide Vigore. I vicoli, i colori e il chiassoso quotidiano del mercato di Ballarò a Palermo, fanno da scenario alla storia d’amore tra Massimo e Gino.
Os meninos do rio di Javier Macipe. Il film del regista descrive le spericolate gesta di un gruppo di adolescenti portoghesi, alle prese con tuffi da altezze vertiginose e amori mai ricambiati.
Margerita di Alessandro Grande. Armoniose melodie e sguardi furtivi. Nel cuore di un giovane rom è custodita la passione per il violino.
Pre carità di Flavio Costa. Un racconto surreale sul mondo del lavoro. La spasmodica ricerca del primo impiego di un neo laureato.
Espera un segundo di German Roda. Un personalissimo sliding doors spagnolo. Julio si trova, inspiegabilmente, in un mondo parallelo.
Senzaria di Masimo Loi e Gianluca Mangiasciutti. La soffocante quotidianità di un uomo dei nostri giorni. Assediato dai debiti e dal grigiore di una vita senza orizzonti.


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