Ragusa - Una ventina di ragazzi, tutti intorno ai venti anni, la gran parte già licenziati presso il Liceo Classico “Umberto I°” di Ragusa. Hanno recitato – diretti da Gianni Battaglia – quand’erano a scuola. Adesso hanno dato vita ad una compagnia teatrale tutta loro, il nome è rimasto lo stesso: Dionysos così come lo staff: testi e musica di Lorenzo Guardiano, regia di Marianna Occhipinti.
Nel loro cartellone finora due rappresentazioni, una lo scorso anno e la seconda data a Santa Croce Camerina, nell’anfiteatro del Mercato Vecchio, nella notte del 27 agosto scorso.
In scena “Cartaginesi”, testi e musica di Lorenzo Guardiano, regia di Marianna Occhipinti e coreografie di Martina Lauretta.
Impressionante! Cartaginesi, una tragedia di circa due ore, è apparsa agli oltre seicento spettatori un vero capolavoro. Le musiche, il testo, la recitazione dei giovanissimi attori (su tutti una superba Marianna Occhipinti nella parte della regina di Cartagine distrutta dai romani) è sembrata fluttuare sopra le sporche basole calcaree del bell’anfiteatro camarinense, oltre il chioschetto che ammanniva birre, a dispetto delle marmitte degli scooters.
Il lavoro di Guardiano è eccellente, non stanca mai, non ha pause, non si fa forte di costumi ricercati (anzi, sono bastati delle lenzuola e le lance dei soldati romani fatte con manichi di scopa e carta stagnola). E però colpisce, e forte.
Guardiano fa bella figura perché è bravo e perché è contornato da attori bravi. E il pubblico lo capisce. I bermuda e le sedie di plastica non sono quelli del teatro greco di Siracusa, ma l’atmosfera che si è creata a Santa Croce Camerina era molto simile a quella aretusea durante le rappresentazioni classiche di maggio e giugno.
Si spera solo che Cartaginesi possa essere replicato in quante più serate possibile. E prima di dimenticarlo, è necessario un plauso al sindaco di Santa Croce, Franca Iurato, che ha concesso gratuitamente l’anfiteatro ed ha contribuito alla spesa del service. Per il resto tutto a carico dei ragazzi (si suppone dei loro genitori). Una spesa non eccessiva, per l’amministrazione (che ha così dato una bella lezione ai fratelli maggiori ragusani, che non hanno trovato uno spazio e mezzo migliaio di euro per il service e far recitare una compagnia quasi per intero ragusana) e per le famiglie di questi giovani che hanno studiato tutto l’anno nelle varie università, sparsi per l’Italia, per poi tornare e impegnare tutti i pomeriggi di luglio e agosto a provare e provare, a casa di una di loro.
Bravi, davvero bravi, anche per la bella lezione che hanno dato a tutti quei vecchiacci che ritengono i giovani d’oggi solo spinelli e musica da sballo. E invece loro sono bravi, belli, e i loro genitori ne possono essere – anzi, ne debbono essere- sanamente orgogliosi.
I Cartaginesi del Classico di Ragusa
Voglia di teatro
di Saro Distefano
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