Chiaramonte Gulfi - La Polizia di Stato durante i fine settimana ha aumentato, come noto i controlli sul territorio, ponendo attenzione alle zone rurali del territorio ove si consumano reati predatori. In particolare l’attenzione della Polizia di Stato si è rivolta, e continua a rivolgersi, ai furti di rame che tanto hanno martoriato in passato il territorio sia per quanto attiene i furti di cavi Enel e Telecom che per quanto attiene i furti perpetrati all’interno di aziende del territorio che così vengono impedite nella loro normale attività lavorativa.
Proprio nelle notti tra venerdì e domenica erano stati infatti denunciati alcuni grossi furti di cavi di rame che avevano resa non operativa una segheria di un noto imprenditore casmeneo sita in Chiaramonte in contrada Coniglio, il quale lamentava, in sede di denuncia effettuata immediatamente presso la Polizia di Comiso che, visto il periodo economico negativo, vi era la possibilità di dover licenziare gli operai dell’azienda in quanto non aveva la possibilità economica di ripristinare i cavi di rame che gli erano stati rubati. Il danno infatti era di oltre 50.000 euro anche se il rame rubato al mercato nero poteva fruttare non più di 2000 euro.
Gli agenti avevano immediatamente avviato le ricerche con perquisizioni effettuate presso soggetti notoriamente coinvolti in tali tipo di attività delittuose, ma in particolare hanno iniziato a controllare casolari abbandonati che si trovano nei pressi delle aziende o dei luoghi presi di mira dagli ignoti ladri, in quanto ultimamente hanno notato che il materiale trafugato viene occultato per un breve periodo prima di essere traferito presso centri di raccolta per essere poi fuso. Proprio in contrada Petraro, sempre in territorio di Chiaramonte gli agenti di Polizia hanno notato un casolare abbandonato limitrofo alla azienda oggetto del furto e l’intuito dei poliziotti, ancora una volta, si è rilevato importante.
Oltre trecento chili di rame di raccolto e pronto per essere trasportato è stato rinvenuto nascosto dietro i resti di un muro a secco di una abitazione in disuso. Immediatamente è stato contattato il proprietario della azienda che era stata visitata dai ladri e che ha avuto la possibilità di visionare il rame recuperato e con somma contentezza ha potuto riconoscerlo come proprio.
Al titolare il rame è stato prontamente restituito con la speranza che l’intervento della Polizia possa essere servito a far si che gli impianti possano essere rimessi in funzione e scongiurare quindi il paventato rischio di licenziamento degli operai.
Dall’inizio dell’anno, in provincia di Ragusa, la Polizia di Stato ha sequestrato oltre 5000 chili di rame rubato; ha arrestato 7 persone accusate di questo tipo di reato e ne ha denunciate 21. Continuerà con sempre maggiore impegno da parte degli uomini della Polizia di Stato l’opera volta a contrastare questo tipo di fenomeni che causano gravi disagi.