Siviglia - Quando le prime agenzie di stampa, di primo mattino, han battuto la notizia giorno 17 novembre 2014, io ebbi subito la sensazione che qualcosa di grave era accaduto nella notte.
I bollettini medici erano tranquillizzanti ma il figlio maggiore, il duca di Huéscar, difficilmente riusciva a dissimulare con la stampa la sua preoccupazione per la madre ottuagenaria, d’urgenza ricoverata al Sagrado Corazón di Siviglia.
Si disse subito che un’insufficienza respiratoria aveva motivato il prudente ricovero. Ma nel corso della giornata si capì con chiarezza che questa volta il cuore non aveva sufficientemente retto come altre volte.
Il cuore, appunto!
Cayetana è stata una donna eccezionale, al di là della sua posizione sociale, del suo albero genealogico (invidiabile! 46 titoli onorifici.). A dispetto del tempo e della sua età anagrafica, è stata una donna moderna, modernissima, sempre à la page, che mai ha finito di sorprendere e stupire.
Amava i tori da giovane e avrebbe calcato sicuramente il ruedo, se solo gliel’avessero permesso.
Ma il suo vero fascino, a parte l’enorme cultura e la grande sensibilità per l’arte, era farsi prossimo. Sapeva parlare alla donna della strada, alla donna intellettuale e all’altra ignorante, alla gente comune di Siviglia che per sempre l’ha venerata come l’icona stessa della città andalusa.
Preziosa testimone e custode, nel suo fantastico e fastoso palazzo sivigliano de “las Dueñas”, degli amori inconfessabili di Francisco Goya per la sua antenata di cui lei spesso si sentiva proiezione e destino, fu, come l’altra, anche musa, modello e mecenate. Zuloaga amava dipingerla. Benllure la immortalava con la sua scultura e Picasso l’ammirava come l’ammirava la nostra Oriana Fallaci.
Riferimento irrinunciabile durante la Settimana Santa di uno dei “tronos” più venerati che sostava alla sua porta solo perché potesse contemplarlo come pietosa e devota Macarena.
Cayetana s’identificò sempre con Siviglia.
Si poteva incontrare nel mercatino rionale, per le strade. Accompagnata ormai, ma sempre allegra e pronta alla battuta.
Ora non servono gli elogi funebri. Li faranno le istituzioni, la stampa.
Fu contessa di Modica e amò questa città e la sua gente come nessuna avrebbe fatto mai.
In silenzio, con discrezione, come una madre fa con un figlio lontano, cresciuto sotto un altro cielo.
Di lei conservo una lettera autografa che mi affidò tempo fa per consegnarla ai modicani e che pubblicherò al mio rientro in Italia.
Modica nel cuore, scrive in essa senza piaggeria. Era venuta a Modica diverse volte, in incognito. Di nascosto aveva camminato per le sue strade, ne aveva ammirato i monumenti. Era rimasta incantata dalla capitale della sua contea siciliana, la più disputata della sua storia.
Oggi voglio ricordarla così.
Come la modicana più intelligente e più fiera che abbia mai conosciuto.
E’ morta Cayetana, la contessa di Modica
Oriana Fallaci: Cayetana è il più blu di tutti i sangue blu
di Un Uomo Libero.
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