Ragusa - Nessuna conferenza stampa ma una nota del pm Carmelo Petralia, procuratore capo di Ragusa, per spiegare ufficialmente a tutti -e senza fraintendimenti- perché la procura iblea ha chiesto l’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Veronica Panarello, la mamma di Loris, accusata di averlo ucciso il 29 settembre, strangolandolo e poi gettando il piccolo cadavere in un canalone.
“La drammatica gravità dei fatti, impone sobrietà e rispetto per i sentimenti di dolore e pietà che la vicenda suscita“, ha spiegato Petralia, motivando così la scelta di non incontrare i giornalisti ma di affidare le dichiarazioni al comunicato stampa. Una nota per riepilogare “i soli dati attinenti al procedimento riferibili, senza pregiudicare le indagini ancora in corso“, come si legge.
“Al fine di scongiurare un’empatizzazione tragica di una vicenda già di per se molto dolorosa – è scritto – è utile precisare che l’esito degli esami istologici effettuati sul corpo di Loris, ha escluso qualsivoglia traccia anche labile, recente o risalente, di abuso sessuale“.
Sono quattro i principali elementi dell’accusa al centro della richiesta di fermo di Veronica Panarello per omicidio aggravato e occultamento di cadavere. Tra questi “elementi largamente condivisi e valorizzati dal gip, c’è il ‘pedinamento elettronico’“, ricorda la Procura, effettuato dalle telecamere di videosorveglianza di Santa Croce Camerina che ha “attestato in modo obiettivo gli spostamenti di Veronica Panarello la mattina del 20 novembre, con particolare riferimento al passaggio dell’auto per ben due volte, in estrema prossimità al luogo del successivo rinvenimento del piccolo Loris, in un arco temporale compatibile sia con l’ora del decesso, come determinato in sede di consulenza medico-legale, sia con l’azione di occultamento del corpo “.
Secondo la Procura di Ragusa, dall’inchiesta emerge “l’assoluta inconciliabilità di tali risultanze con le dichiarazioni rese più volte dalla donna , ribadite anche in sede di interrogatorio da parte del pm e del gip“.
Tra le contestazioni, c’è anche la “compatibilità del mezzo che ha cagionato la morte, le fascette ‘stringicavo’ presenti nell’abitazione della Panarello e consegnate con implausibile giustificazione ed anomala tempistica - si legge - alle maestre di Loris“.
“Il fragile quadro psicologico della donna non disgiunto da un vissuto personale di profondo disagio nei rapporti con la famiglia d’origine, è una possibile concausa della determinazione omicida“, sottolinea la Procura di Ragusa sul movente, ancora non chiarito, che avrebbe spinto Veronica Panarello ad uccidere Loris di otto anni e a gettarne poi il corpo nel canalone di contrada Mulino Vecchio.
“Sebbene le indagini continuano incessanti al fine di acquisire tutti i possibile ed ulteriori elementi di ricostruzione e valutazione della vicenda, va manifestato fino d’ora un grande apprezzamento” agli investigatori impegnati nel caso.
I magistrati esprimono “grande apprezzamento all’Arma dei Carabinieri e alla polizia di Stato di Ragusa per l’attività svolta con l’insostituibile collaborazione del Raggruppamento operativo speciale dei carabinieri di Roma e del Servizio centrale operativo della polizia di Stato di Roma ed il supporto del gabinetto Regionale di Polizia Scientifica di Palermo e di Catania che – sottolineano dalla Procura di Ragusa – hanno consentito di pervenire in brevissimo tempo, ad un risultato investigativo la cui validità è stata confermata in prima sede giurisdizionale“.