Madrid - Il 18 aprile del 1781, 14ª Indizione, il Sig. Antonino Boscarino consegnava al rettore della Venerabile Confraternita e Collegiata della Chiesa di San Bartolomeo di Scicli, Barone don Gaetano Penna, una dettagliatissima nota di spesa. In essa si faceva riferimento, tra l’altro, alla commissione del quadro del Santo Apostolo al Sig. Francesco Pascucci, pittore celebre in Roma, “concertata dal reverendissimo signor Abate don Giacomo Zisa”; al suo trasporto da Roma a Scicli; alla sua sistemazione in un cappellone completamente rifatto da due importanti e noti artisti dell’epoca: Don Giovanni Gianforma (per stucco della volta) e Don Giovan Battista Ragazzi (per le pitture della volta e del transetto). Tutta l’operazione era venuta a costare onze 655, tarì 4, grani 11 (e non 1, come erroneamente indicato nella ricevuta, forse per un errore del copista (vedi trascrizione).
Scicli, alla fine del Settecento, era un vero e proprio cantiere di grandi opere.
La ricostruzione, che era cominciata con molta lentezza subito dopo il terremoto del 1693, ora proseguiva spedita.
Si prestava molta attenzione al bello e per questo non si badava a spese.
La Chiesa di San Bartolomeo fu un esempio superbo di grande mecenatismo, di opulenza barocca, l’immagine plastica di una disponibilità economica che occorreva ostentare con importanti committenze per giustificare, poi, un protagonismo e una centralità che aveva ben altri scopi.
Il problema di legittimare una ricchezza e ripulire così una memoria storica che resisteva tenacemente al tempo, spesso procacciata con metodi di dubbia legalità, per alcune famiglie sciclitane e, soprattutto, per la famiglia Penna, divenne una questione di fondamentale importanza, un imperativo categorico.
E i Penna in San Bartolomeo vantavano proprio la tomba di famiglia.
Per qualche secolo i Penna (forse è più corretto scrivere “Pinna”) si erano, infatti, arricchiti commerciando con le vicine isole di Malta.
Dovevano avere avuto, però, una pessima reputazione in quelle terre se, agl’inizi del Settecento e per tutto il suo mandato, il Gran Maestro del Sovrano Ordine Militare di Malta Perellos in pratica ne ignora la presenza. Solo in una lettera del 27 settembre 1703, indirizzata al suo procuratore in Scicli, il Gran Maestro fa riferimento a un “fego di Circiò” preso in affitto dal donato La Licata da non meglio identificati partitari della carne (archivio Perellos, in fase di pubblicazione, ndr).
Il feudo di Circiò era, in effetti, un possedimento di quella famiglia.
Ignazio Penna nel 1790 sente, dunque, l’urgenza di nobilitare le sue radici e, per questo, si rivolge al Sovrano Ordine Militare di Malta.”
In verità, diversi precedenti tentativi, compiuti dalla famiglia in questo senso, non avevano sortito l’effetto sperato tant’è che il Penna abusivamente si fregiava del titolo di cavaliere in una Scicli che, invece, pullulava di cavalieri veri.
Poiché l’Ordine dei Cavalieri di Malta sollevava per tale richiesta seri dubbi e perplessità sulla nobiltà dichiarata dal richiedente e sulla veridicità delle prove presentate, il Penna emulò, allora, un suo avo: il Maestro Carlo D’Angelo, accolto tra i cavalieri dell’Ordine nel 1627.
Il D’Angelo fu un losco e squallido sciclitano, giurato della Città, ch’era diventato suocero del capostipite Giovanni Penna grazie al matrimonio di questi con la figlia Ninfa, celebrato nel febbraio del 1694.
Per quanto riguarda il processo D’Angelo, rimando pertanto all’ottimo lavoro di Fabrizio d’Avenia “Nobiltà allo specchio, Ordine di Malta e mobilità sociale nella Sicilia Moderna”, Quaderno Mediterranea, Ricerche storiche n.8, Palermo, Associazione Mediterranea 2009, pag, 128 e segg.
Il processo Penna, che sostanzialmente si riallaccia al processo D’Angelo, fu celebrato a Malta il 9 agosto 1790.
Il primo documento che funge da introduzione all’elenco delle prove sottoposte al vaglio della Commissione giudicatrice è, infatti, proprio la dichiarazione del “Preposito e Capo della venerabile prima insigne Collegiata Chiesa basilica di San Bartolomeo Apostolo di questa inclita e vittoriosa città di Scicli”.
In essa si attesta, a dimostrazione del prestigio e della pietà dei Penna, la presenza della sepoltura di famiglia nella Chiesa.
Segue l’albero genealogico al quale sono allegate le trascrizioni di due documenti emessi il primo (“te cingulo et honore militari decoremus”) a favore di Vincenzo Pinna da Filippo III di Spagna il 21 giugno del 1624; il secondo, che gli esaminatori dicono di aver studiato bene ma che non trascrivono se non nella parte finale, è un regio editto del 1634 e riguarderebbe la concessione del titolo di Baroni di Portosalvo a fronte della sottoscrizione di onze cinquanta delle regie tande.
Ovviamente tutto da provare perché, per esempio, Filippo III di Spagna, in Sicilia col nome di Filippo II, morì il 31 marzo del 1621 (sic!).
Come nel processo D’Angelo una lettera aveva denunciato le squallide imposture dell’uomo, così anche in questo della famiglia Penna il 5 agosto del 1790, alla vigilia della votazione, al Gran Maestro un tale, Don Oronzio Rossi, che reputo nome di fantasia, fece recapitare da Scicli (sic!) questo biglietto, scritto da persona che ben conosceva le magagne e le miserie dell’aspirante cavaliere e del suo “nobile” casato.
“Altezza Eminentissima.
Per non imbasterdire la sua Sacra Religione Gerosolimitana gli toccano a Vostra Altezza Eminentissima l’albero della sua Veneranda Famiglia, giacché il Barone Penna pretende adornarsi con la sua Croce di Malta (era severamente proibito e castigato tale uso non autorizzato, ndr), percio pregandola di un benigno compatimento. Con profondo mi protesto. = Scicli 5 Agosto 1790 = Di Vostra A. Em/ma Umilissimo, Divotissimo, Obbligatissimo Don Oronzio Rossi.”
Al biglietto era accluso un albero genealogico che iniziava in questo modo:
“A Sua Altezza Eminentissima il Gran Maestro della S. Religione Gerosolimitana
Albero discendentale della famiglia di Scicli, che oggi vuol fare il figlio Cavaliere per cui di già ne ha mandate le falsificate sue prove:
Giovannella Cuffaro, figlia del lordo bottegaio Nicolò Cuffaro, e Scalambra si casò con Maestro Vincenzo Penna (il capostipite indicato nelle prove di nobiltà, ndr), figlio di una schiava della Casa Beneventano, come per atto dotale in Notaro Pietro Cartia maggiore di Scicli, sotto lo 30 Agosto prima Indizione 1588;
Francesco Penna, figlio di detto M/tro Vincenzo e Giovannella Cuffaro si casò con Angela Conti, vedova relicta di Vito Fava, figlia di Giuseppe Conti e Antonina Schifitto come per atti in Notaro Carlo Dumiata di Scicli sotto li 17 7bre X ind. 1626;
Giuseppe Penna, figlio di detto Francesco Penna ed Angela Conti ebbe in moglie a Teresa Rubbino, è naturale questo del prete D. Antonino Rubbino, come per testamento del detto Francesco Pinna in Not/ro Giuseppe Ugo li 7 Ottobre 14 Ind.1646...”
L’albero genealogico prosegue poi indicando a uno a uno tutti i discendenti fino ad arrivare al richiedente.
Bastardi, bottegai, schiavi, ce n’era carne al fuoco per respingere al mittente le prove di una supposta nobiltà!
Chi fece questo lavoro doveva essere con certezza un nemico personale e lo fece per voler fare danno ma volle anche rendere giustizia a una città, Scicli, che non meritava di essere così platealmente ingannata.
La Storia confermò purtroppo i dubbi e le ragioni dell’estensore del libello.
La votazione avvenne, comunque, a Malta il 9 agosto 1790. Fu eseguita col metodo del bussolotto. I commissari erano sei e ognuno disponeva di due palline, una nera per votare contro e l’altra bianca per votare a favore, da introdurre in un’urna.
Aperta l’urna, furono ritrovate quattro palline bianche e due nere.
Anche se molto il Barone Penna aveva brigato, due commissari non l’avevano bevuta, continuando a nutrire forti riserve sull’onestà della sua parola.
La tanto sospirata ammissione dovette rappresentare una vittoria di Pirro per la famiglia Penna perché sia la lettera sia le due palline nere entrambe bruciarono più d’una ennesima sconfitta.
A Scicli lo scandalo fu così grande che il 30 gennaio del 1791 il Magistrato Municipale, formato da amici e compari del Penna, pilotato dal Penna stesso, inviò un nuovo albero genealogico, un terzo!, al Gran Maestro per rassicurarlo della vera nobiltà del nuovo Cavaliere. In esso, a proposito dell’acquisto delle tande che conferiva il titolo baronale al capostipite nel 1638, si dichiarava addirittura un importo in scudi siciliani, anziché in onze come rilevato dagli esaminatori delle prove. (Il cambio dell’epoca era 1 onza=1,2 scudi siciliani, ndr)
Per fortuna che il collegio dei notai e il Magistrato Municipale avevano usato tutte le diligenze necessarie per trascrivere fedelmente le scritture!
La famiglia Penna monopolizzò per qualche altro secolo ancora con metodi quasi mafiosi la vita e i destini della città di Scicli, un esempio per tutti lo scandalo del monastero della Concezione.
Oggi questa famiglia non è più presente in città.
E sarebbe stato meglio se non vi avesse abitato mai.
Riporto interamente la trascrizione di tutto il processo per diventare Cavaliere dell’Ordine di Malta, rinvenuto presso la Biblioteca Nazionale di Malta, Archivio dell’Ordine Militare (AOM); e la trascrizione della dichiarazione fatta da Antonino Boscarino a proposito del quadrone del Pascucci e dei lavori nella chiesa di San Bartolomeo Apostolo di Scicli. Dichiarazione contenuta fra i documenti delle Corporazioni Religiose, Chiesa di San Bartolomeo, Scicli, Archivio di Stato di Ragusa, sez. di Modica.
TRASCRIZIONI:
Archivio di Stato di Ragusa, sez. di Modica/ Corporazioni Religiose: Chiesa di San Bartolomeo, Scicli
Dichiarazione di Antonino Boscarino riferita al Cappellone della chiesa di San Bartolomeo di Scicli
“Per paga in Roma al Sig.r Francesco Pascucci Pittore celebre per il quadro del Santo Apostolo concertato dal Reverendissimo Signor Abbate Don Giacomo Zisa onze centosettantuna, 171/00/00.
Per cambj di dette somme, e poste onze 5/21/00
a riportare 176/21/00
Per noleggio, tassa dogana e spese da Roma ….Messina sopra la barca di PS…… dirette al Sig. Don Ignazio Ardizzone onze 21/3/10
Per noleggio da Messina alla balata di Noto al Pd Gaetano Gentile onze 3/22/00.
Per trasporto dalla balata di Noto in Scicli con otto manovali per quattro giorni onze 5/26/00.
Per tolaro, mastria, controfodera di tela, chiodi, taccie, taccioni e manovali per collocarlo e spese minute onze 4/3/17.
In tutto per il quadro onze (210/75/27=) 211/16/07.
Per la fabbrica e tettomorto fatto sopra la volta del Cappellone tra fabrica, intagli, legni, canali, e tutto come per lista presentata a detto Illustre Rettore al Capitolo, e Canonici onze 95/15/17.
Per stucco della volta e del Cappellone a D. Giovanni Gianforma, dei quadri nella volta e triseto a don Giovanni Battista Ragazzi, per gisso, calce, colori, ponti di legname, e cinquanta migliaia di pannelle d’oro, mastria di doratina, spese d’oglio di lino, e d’ingredienti nel bordente
a riportare onze 95/15/17.
riporto onze 95/15/17
In tutto come per diverse spese presentate al cennato Illustre Barone ed al Reverendissimo Capitulo onze 283/00/00.
Per li pilastri e cornice d’intaglio, per mastria, intagli, assettatina e frontespicj tutti rabescati scorniciati e finiti come per lista presentata al detto Illustre Rettore e Canonici onze 65/02/07.
In tutto sommano onze 655/4/1 (in effetti sommano 654/34/31=655/04/11 con un errore di grani 10 in meno sicuramente attribuibile al copista, ndr)
et sic Iug/o eiusd/
Testes Dr. D. Xaverius Cardaci et Dr. D. Gul/mus Puzzo
Ex Actis mei D. Xaverij Brancati p/is not/s Civ/e Siclis.
Coll/e Sicle/s
Estratta la presente dalla Copia che si conserva nell’archivio della Confraternita di San Bartolomeo Apostolo di Scicli.
Il funzionante Per Cancelliere Serafino Signorelli”
Processo per l’ammissione delle prove di nobiltà presentate dalla Famiglia Penna di Scicli. Sovrano Ordine Militare di Malta:
“AOM, 4630 FAMIGLIA PENNA
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Io infrascritto, come Preposito e Capo di questa Venerabile prima Insigne Colleggiata Chiesa basilica di S. Bartolomeo Apostolo di questa Inclita Vittoriosa di Scicli attesto, e confesso, qualmente nella Cappella dell’Immacolata Concezione di questa Chiesa, e sul frontespizio di essa si vede una lapide della Famiglia Penna in petra espressamente l’arme e lo stemma della Famiglia uguale a quella in marmo in un paliotto della stessa, ed è un’aquila nera in campo aperto coronata d’oro col punto d’onore nel petto d’un testello d’oro, ed a petra coverta da una cortina col volo d’argento sopra la Corona onde in fede del vero faccio la presente. Oggi in Scicli li 12 Maggio 1790.
Loco + sigilli = Preg. Giuseppe Pistono confermo come sopra
Sequitur legalitas. Guardi (Dio).
Io infratto priore di questo Convento del Carmine di Scicli attesto, qualmente in una lapide sepolcrale di marmo nel cappellone maggiore della Chiesa di questo Convento si vede sopra l’iscrizione fatta nella sepoltura del B.ne Don Giovanni Penna lo stemma in quattro quarti
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Consistente nel primo un’aquila nera coronata d’oro con penna tersa nel rostro, ch’è di famiglia Penna. Una torre in spiaggia di mare in campo azzurro famiglia Salonia. Una fascia infra due stelle d’oro, e un’aquila nera, e leone d’oro in campo azzurro casa Palermo col punto d’onore d’un testello azzurro ed oro, e col velo d’argento sopra la Corona famiglia Penna. Onde in fede del vero faccio la nuovamente oggi in Scicli, che corrono li 11 Maggio 1790
Loco + sigilli. Fra Raimondo da Maria del Carmine priore come sopra. Guardi (Dio).
Sequitur legalitas
In actis quondam notarii Vincentii Aparo hujus Civ.is Siclis sub die trigesimo M.’ J anuini tertiu..Imd.is millesimo sescentesimo trigesimo quinto 1635 extat Testamentum una cupusiva..qda Vincentii Yosia hujus filii Civitatis per quod suum Testamentum ejus heredem unilemente instituit, et nominavit Fra Franciscum Penna ejus filium Legimum, et nili n es dicto Testatore natum genirum, et procreatum, et es quondam Joanna de Cuffaro ejus leg.ma uxore ita super ejus bonis et presenti mulieribus. (????)
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Not Joseph Fidone Dd.rua Actorum Cons.r
Sequitur legalitas
A 3 9bre 1589
Fù battezzato lo figlio di lo Nobile Vincenzo Penna nominato Francesco Solvestri Madre Sig.ra Giovanna, Compare Sig. Silvestro Cessarinu Comm.re la Melfa per D. Antonio Aprile Guardi (Dio).
Sic legitur in Reg.o Baptizatorum Ven.lis Parr.lis Ecclesia S.ta Maria de Plateis anni 1589 hujus Civ.is Siclis penes me inf/um rectorem exento. In Cujus dei fidem hanc int/em subscribo, ac sigillo ejus Ven.lis Parr.lis Eccl(esi)a signo hodie die 15 Aprilis 1790
Loco + sigilli Joannes Baptista Prepositus la Rocca Vic. Vicereg.ti
Sequitur legalitas G(uardi Dio).
Sciendum est qualiter in actis quondam notarii D. Joseph Ugo hujus Civ. Siclis sub die septimo Octobris decima quarta Ind.is Millesimo Sexi.mo quadragesimo quinto, 1645.
Extat Testamentum Spett.is fra Francisci Pinna Baronis Portus Salvi, in quo legitur cum institui Franciscus meum Heredem uni(versa)lem Cl: Joseph Pinna monorem ejus filium legitimus et nolim ex ipso Testatore natum et procreatum ex Angela delli Conti
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ejus legitima uxore, et mont melius acta Notarius: D. Antoninus Emm.l: hujus Civ.is Siclis D.mm Actorum Cons.r
Sequitur legalitas
Sciendum est, qualiter in actis q(uonda)m Notarii D. Joseph Ugo hujus Ci.s Siclis sub die primo Maii quinta Ind.is Mill.mo sexc.mo sexag.mo tertio 1563 extat Test(amentu)m Ipsis D. Joseph Pinna Baronis Portus Salvi in quo legitur cum instituisse suos Heredes universales Cl/m: Frun/m, Vincentium, et Joannem fratres utriusque conjunctos de Pinna fili.s legitimus, et naturales ipsius Test.ris, et Theresia de Rubino ejus legitima uxoris, et presenti Mulieribus. G(uardi Dio)
Not.s D. Antoninus Grisinola hujus Civ.is Siclis D.mm Acti Cons.um Coll.e Jul.
Sequitur legalitas
Ego J.I.D. Joannes Petrolo Archipresbyter prima Dignitatis, ac Parochus Venerabilis Insignis Collegiata Ma tris Ecclesia sub titulo S.ti Matthei Apostoli, et Evangelista hujus Inclita, et victoriosa Civitatis Siclis, omnibus jmtem/ spectuxis fidem facio, in Codicibus prr s.ta matris ecclesia, in quibus adnotantus
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Nomina, et cognomina disponsatorum quentem notari extat videlicet
A otto Febbraio 1694 f.o 109
B.ne D.r D. Giovanni penna figlio leg/mo e n/ale delli q(uonda)m: B.ne D. Giuseppe Penna, e D. Teresa Rubbino olim jugali di questa città di Sicli con D. Ninfa D’Angelo D.V. figlio leg/mo e n/ale del Prep.to Dr. D. Carlo D’Angelo, e della quondam D. Francesca Miceli olim Jug. Di questa sud.ta Città furono interrogati, e congiunti in matrimonio per verba de presenti per il Prep.to Dr. D. Carlo D’Angelo de Sic.a, avendosi prima fatto li tre soliti banni in tre giorni di festa inter missarum solemnia cioè primo banno a 24 Gennaro 1694, 2° a 31 detto e 3° a 2 febbraro: 1694, e non comparso impedimenti presenti per testimonij Micheli Conselmu, ed Andrea Terranova.
In cujus rei testimonium presentem manu propria firmatum ac sigillo quo ut..in pede in unitam dedi Sicli die decimo quarto mensis Aprilis anni 1790.
Archip/s: joannes Petrolo
Sequitur legalitas. Guardi…
Sciendum est qualiter in actos quondam J.V. Gul(ielm)u Giuca hujus Civitatis Siclis sub die secondo octobris nona Ind/nis Millesimo septinc.mo decimo quinto extat Testamentum G/lis D. Joannis Penna
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Baronis Sancta Maria Portiis Salvi, et Judicis M.C. hujus Status, et Comitis Mohac, in quo legitur cum instituisse suos Here(ed)es un(iversa)les D. Stanislaum, et D. Joseph Fr(at)res de Penna ejus filios leg(iti)mos, et naturales ex ipso Testatore legittime natos, et procreatos, et D.na Ninpha D’Angelo ejus leg(iti)ma Coniuge, nec nosi posthumum sive posthumum posthumos, sive posthumas forte nasciturum, seu nascituram, ac nascituros sive nascituras ex dicto de Angelo et presenti mulieribus. Guardi…
Not. D. Antoninus Emmolo hujus Civ.is Siclis d/mm Actorum Cons/r Coll/e Julia
Sequitur legaliter. G.
Sciendum est qualiter in actis quondam Not/rii Gulielmi Giuca hujus Civ/is Siclis sub die vigesimo quarto Junii duodecima Ind/is millesimo septinc/mo decimo nono extat electio arbitri facta per spectabilem Baronem D. Stanislaum Penna, et D. Bartholomeum Salonia et penna pro extimandis bonis in ea incultis cum insertione Cap…….matlium initorum inter D/a Bartholomea Salonia tunc puellam virginem hujus
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Civ.is Siclis filium legitimum et naturalem quondam D. Gul/mi Salonia et quondam D/a Theresia Palermo olim Ingalinesi sponsa parte ex nua..et inter Spectabilem D. Stanislaum Penna Baronem S.ta Maria Porto Salvi hujus presente Civ/is Siclii filiu legitimum et naturalem quondam F.V. D/ni Baronis D. Joannis Penna et Baronissa D/a Ninpha de Angelo olim jugata sponsa parte ex altera, et pro ut melius. G.
Not/s D. Antoninno Emmolo hujus Civ/is Siclis D/mm Actorum Cons/r Col. Jul.
Sequitur legaliter. G.
Ego J.I. D. Joannes petrolo Archipresbiter Prima Dignitatis, ac Parochus Venerabilis Insignis Collegiata Matris Ecclesia sub titulo S. Matthei Apostoli et Evangelista hujus Inclita, et victoriosa Civitatis Siclis, omnibus presentem inspecturis fidem facio, in codicibus praedicta Matris Ecclesia, in quibus ad notantur nomina et cognomina despusit at usum sequente notam extaret videlicet.
Alli 18 di Giugno 1719. F° 41
Il Cl. D. Stanislao Penna Barone di Porto Salvo di questa Città di Scicli figlio legittimo e naturale del quondam Barone D.
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D.Giovanni Penna, e della vivente B.ssa D. Ninfa d’Angelo olim Jug. Sposa d’una parte di D. Bartolomea Salonia di pure della medesima Città di Sicli figlia legittima e naturale delli quondam D. Guglielmo Salonia e di D/a Teresa Palermo olim Jug. Sposa dell’altra parte essendosi fatta una sola denuncia inter Missarum solstante l’altre due furono dispensate da Monsignor Ill.mo Vescovo di Siracusa in virtù di sue lettere date nella Città di Caltagirone e sotto li 12 del presente mese Giugno 1719 presente, et escuti in questa Corte vescovile sotto li 12 di detto mese ed anno, de Sic/a furono interrogati dal rev Sac. Don Paolo Sammito da cui avendo loro prestato il nuovo consenso furono sol/te congiurati in matrimonio conforme al S.C.I. sotto li 21 di detto mese ed anno furono benedetti nella S/ta Missa presenti per testimonij il Rev/do Sac/te D. Sebastiano Belguardo, il Diacono D.Gaspare Scalso, ed il Rev/do Sac/te D. Girolamo Cinto(lo).
In cujus sui testimonium presentem manu propria firmatum, ac sigillo quo utro in pede munitum dedi. Sicli die decimo quarto mensis Aprilis anni 1790.
Archipr/is Joannis Petrolo
Pag.5/v –
Sequitur legaliter. G
Sciendum est, qualiter in actis mei Notarii infranti hujus Civ/s Siclis sub die decimo februarii secunda ind/e mill/mo septivigesimo sexagesimo non 1769. Extat rathificatio Capitolorum matrimonialium firmati inter Illustrem Baronem D. Guillelmun Penna Sponsum en nunx et Ill. De Antoninum Carmelam La Rocca Sponsam parte ex dia. Et inter alia Capitula legitur sequens nimitum.
Capitoli del felice e prospero matrimonio nel nome di Dio Signore felicemente da contraersi per vertà de presenti secondo l’uso, stile, e consuetudine de Greci, o sia secondo le Leggi communi volgarm/te detti alla Greca Pregaria in perpetuo tra l’Illustre D. Guglielmo Penna, e Salonia Barone di Porto Salvo Ciarciolo di questa Città di Scicli figlio legittimo e naturale delli fu Ill/re Sign. Barone D. Stanislao Penna d’Angelo e D. Bartolomea Salonia, e Palermo olim Jug. Sposo d’una parte del Illustre Sig.ra D. Antonia Carmela La Rocca, et Ribera D/a vergine figlia legittima, e naturale dell’Ill/re Sig.r Barone al presente Rev/do Sac/te Decano
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Don Giovanni Batt/a la Rocca, e Celestre, e della fù Sig.ra D. Anna maria Ribera, e Palermo olim jugali di questa predetta Città di Scicli Sposa d’ell’ altra parte, et pro ut melius. G.
Not/s Xaverius Moncada Civ/is Siclis
Sequitur legaliter
A 2 Giugno 1768 f° 755
Il Spett/le Barone D. Guglielmo Penna di questa Città di Scicli ved. Della fù Bar/sa D/a Antonia Bonanno, e Trigona figlio delli fue B/ne D. Stanislao Penna, e D/a Bartolomea Salonia olim jugali Sposo d’una parte e D/a Antonia Carmela la Rocca D/a V/a di questa sud/ta Città figlia del B/ne al presente Del vivo D. Gio. Batt/a la Rocca, e della fù D. Anna M/a ribera olim jug/li Sposa dell’altra parte. Previa la dispensa della S/ta Sede sopra li impedimento di terzo in quarto grado di consanguinità per Breve Ap/lico in data da 26 Xbre 1766 esecuto in Palermo a 5 Mag/o 1768 ed in Sira(cusa) a 26 dello Scorso, e fatte le tre solite enuncie delle tre feste di prossimu di Pentecoste a 22, 23, e 24 di d/to maggio 1768 inter missarum solemnia, e non ritrovando per altro imped/to
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De licentia Par/ diedero il loro mutuo consenso in casa previo permesso della S.E.V.S. e con procura del Bar/ne D. Antonino Beneventano stip(ulat)i gl’atti del not/ro Giacomo Procuccimi di Caltagirone adì 6 ed in mani di del rev/do Prep/to D. Ignazio Penna, che li congiunse in matrimonio a seconda del prescritto del S.C.I alla presenza del bar/ne D’Alessio Salonia, D. Benedetto Spadaro, e Rev/do Decano D. Pietro paolo beneventano Ven. Parr/lis Eccl/a S.ta Maria de Plateis hujus Civ/s Siclis penes me infr’ap/tum vicer(egent)em extraeta in cujus rei fidem hanx presentem subscribo, et in sigillo ejusdem Ven/lis Parro/lis Eccl/a Signo hodie Sicli die 10 Aprilis 1790.
Sigilli Jo(ann)es Bap/ta la Rocca Vic. Vicer/r
Sequitur legalitas
Ego S.I. D.Joannes Petrolo Archipresbyter prima Dignitas, et Parochus ven/lis Insignis Collegiata Ma tris ecclesia sub titulo S. Matthei Apostoli, et Evangelista hujus inclita, et victoriosa Civ/is Siclis, omnibus presentem inspectu rei fidem facio in Codicibus praedicta Matris Ecclesia, in quibus ad notantur nomina,
Pag. 7/r-
Et cognomina Baptizatorum sequente notam extare vid(elic)et.
Alli 7 Giugno 1722 f°. 20
Guglielmo, Carlo, Roberto, Dom/co, Giov/a, Ignazio, Fran/co, Gaetano, figlio legittimo, e naturale del B/ne Stanislao Penna, e di D/a Bartolomea Salonia Iug. Fù battezzato per il Rev/do P/re Priore Paolo Fiacchello de licentia l. è tenuto al S. Fonte dall’Abo D. Giuseppe Penna.
In cujus rei testimonium presentem manu propria firmatum, ac sigillo quo utor in pede munitum dedi, Sicli die decimo quinto mensis Aprilis anni 1790.
Loco + sigilli Archi/s Joannes Petrolo
Sequitur legalitas
Ego S. I, D. Joannes Petrolo Archipresbyter Prima Dignitas, ac Parochus Venerabilis Insignis Collegiata Matris Ecclesia sub titulo S. Mattei Apostoli, et Evangelista hujus Inclita et Victoriosa Civitatis Siclis, omnibus paesentem inspecturis fidem facio, in Codicibus praevicta Matris Ecclesia, in quibus adnotantur nomina, et cognomina Baptizatorum sequentem notam extare vi(delic)et.
A 11 9/bre 1774 fol. 17
Pag. 7/v-
Ignazio Maria, Raffaele e Niccolò, Vincenzo Sergio, Alessio, Giuseppe figlio legitimo e naturale dell’Ill/re Bar/ne Guglielmo Penna, e delli Ill/re Sig.ra Baronessa D. Antonia Carmela la Rocca e Celestre Iug. Nacque ad ore 9. fu de lic(enti)a battezzato dal Rev/do Sac/te Abb/e Don Giorgio Pollara, è tenuto al S. Fonte dal Sig. Barone D. Carmelo Pollara, ed Assenso, e dalla Sig/ra Baronessa D. Bartolomea Eduarda salonia, e Penna.
In cujus rei testimonium presentem manu propria firmatum, ac sigillo quo utor in pede munitum dedi, Sicli die decimo quarto mensis Aprilis anni 1790
Archip/is Joannes Petrolo
Sequitur legalitas
Philippus Secundus Dei gratia Rex Castella, Aragonum, utrusque Sicilia.
Preside net Generalis Capitaneus in hoc Sicilia Regno Ill/bus Sp/bus Mag/i set Nob/bus Regni ejusdem M/ro Justitiario Presidibus Regiorum Trib/um Judicibus M.R.C. M/ris Rat/bus Thesaurario, et Conservatori Regii Patrimoni advocates quoque, et Proc/bus Fiscalibus, nec non Capitaneis Armorum et Generosis militibus, Sindacis, Algoziriis, Porteriis M.R.C., caeterisque demum universis, et singulis officialibus Regni praedicti
Pag. 8/r –
presentibus et futuris, cuis vel quibus presentes presentata fuerunt Cons.; et fide Regiis Dilectis sal(ute)m…
La S.R. Maestà N.S. per suo Real Privilegio ordina ciocchè siegue:
Nos Philyppus Dei gratia rex Castella, Aragonum, Utriusque Sicilia etc. Nobili fiel Dilecto n/ro Vincentio Penna de Terra Xicli praedicti nostri Siciliae ultra Ph..rum Regni gratiam, et bonam voluntatem Benemeritis certe viros non solum premii, verum etiam honoribus decorandos esse arbitramur Prisco Servitia sua non dum in fidelis noster Vincente Pinna veruno etiam Genitor, et .ous tuns Nobiset Serenissimis Progenitoribus nostris fideliter praestitis, nullis vitae vestra vitando periculis, et laboribus parcendo ad hoc, ut princeps fidelius, et animosius nostra movent inv te cingulo, et honore militari decoremus tenore igitur presentis de certa nostra scientia, deliberata, et consulto, motuque nostro proprio, et ex speciali gratia te paefatum Vincentium Pinna, prolem que tuam legitimam nostros Regios Milites nominamus, et cingulo militaris dignitate insignimus, et decoramus, decernentes, ut de caetero, tuaque proles, et posteri ex legitimo matrimonio descendentes inter aliis milites nostros Regios annumerari debeatis, omnibusque privilegiis, franchitiis, libertatibus, dignitatibus, paeminentiis, gratis favoribus, praerogativiis, honoribusque, quibus alii milites nostri Regii de usu consuetudine, aut alias in omnibus Regnis, et Dominationibus nostris ut utentior, uti, frui, potiri, et gaudere valeatis, ac in omnibus actis, scripturis et aliis rebus per agendis Regius miles muneo passioni, et subscribatis Calcaria et alia militaria ornamenta, ubique deferire valentis, ac omnia, et singola, qua alii Regii Milites Militari cingulo insigniti facere, et agere valent faciatis, et agatis, verum volumus, quod ex hujus modi nostra gratia nullum generetur praejudicium nostra Corona. Ill/re Sp/bus et Mag(nifici)s praedicti viri Regni Sicilia Proregi, et Capitanei Generali M/ro Justiciario Pres/bus Regni Tribunalium, eorumque Iudicibus
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Magistris Rat/bus Thes/rio, et Conser/ri nostri Regii Patrimonii F. nostri Patronis, nec non Capitaneis Algoziriis, Porteriis Judicis, caeterisque demum universis, et singulis Off/bus, et Subditis nostris majoribus et minoribus presentibus et futuris in die nostro ulterioris Sicilia Regno constitutis, et constituendis dicimus, praecipimus, et mandamus, quatenus Te Vincenttium Pinna, prolemque tuam pre/se(rva)dam in nostros Regios Milites habeant, honorificent, atque tractent, Teque, et illam uti, frui, potiri, et gaudere omnibus illis privilegiis, prerogativis, Dignitatibus, hominibus, franchitiis, lucriis, et emolumentis, quibus alii Regii Milites utuntur, fruiuntur, et gaudent, contarium nullatenus tentatori aliqua ratione, sive causa, pro quanto gratium nostrum caram habent, iramque, et indignationem nostra ac poenam florenorum mille nostris inferendorum aeraris cupiunt evitare in cujus rei testimonium praesens fieri jussimus nostri Communi negotiorum praedicti ulterioris Sicilia.
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Regni sigillo impendenti munitum
Datum in Sancto Laurentio Die xxj Junii MDLXXIV =Yo el Rey = Vidit Comes generallis Thesaurarius = vidit in Regnis = vidit Moles Regens = vidit saladinus Regens = Casas Secretarius.
Volentes Nos ut tenemur Regiis obedire mandatis providimus et Vobis, et unicuique vestrum dicimus, committimus, et ex propri mandamus, quatenus pinsertum privilegium, omniaque, et singula in conventa exequamini, comnteatis, et inviolabiliter observetis, ac observari faciatis ad unquem juxta sui senem, continentium, et revivem pleniorem, et non tecus agatis, agire permittatis ratione aliqua sive causa pro quam gratia regia vobis cura est, et poena nostra insertum cupitis evitare. Datum Messana die VIII Augusti XII Ind.is MDLXXXIV=
El Conde de Breatico
Dominus Presidens mandavit inibii Antonio Martio visa per Ydiaque Conserv:
Di vari Diplomi appartenenti alla Sicilia = sign: Lett H n. 4 quodque
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adservatur in pub/ca Bibliot/a h: fol. per fel/ma Urbs Panormi estracta est p/ns 8 / 139 Can/cus Thomas Angelici Custis.
Sequitur legalitas.
Li 9 Agosto 1790
Con Licenza dell’E/mo, e Rev/mo Mons/re Fra D. Emanuele de Rohan Degnis/mo Gr/n Maestro della S. relig/ne Geros/na, del S/to Sepolcro di Nostro Signore, e dell’Ordine di S. Antonio di Vienna, si tenne la Ven/le Lingua d’Italia, Capo di essa l’Ill/mo, e Ven/le S. Ammirarag. Fra Bartolomeo Arezzo, nella quale il il Commend/re fra Gaetano Vespoli, ed il Cav/r fra Antonio Francica Commissari espressam/te estratti a sorte per esaminare l’Incartamento dei Titoli Primordiali della Famiglia Penna di Scicli fecero la relazione che siegue = Ill/mo Sig/re, ed Ill/mi Sig/ri di Commissione delle SS.VV. Ill/me abbiamo esaminato l’Incartamento dei Titoli Primordiali della Famiglia Penna Quarto principale Paterno del Nob/le D. Ignazio Penna, sia la nobiltà che le Filiazioni l’abbiamo trovato a dovere provate.
Si dà per stipite Vincenzo Penna, e per suo Titolo Primordiale un privilegio del Re Filippo II da noi attentam/te letto, con cui per i servizi resi alla Corona da Lui, dal Padre,
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e dall’Avo si creano regij Militi col Cingolo Militare, e tutti gli onori annessi, non solo lo stesso Vincenzo, ma tutti li suoi Discendenti. Si aggiunse a Francesco Penna suo Figlio il Titolo di Barone di Porto Salvo coll’acquisto di onze cinquanta delle Regie Tande, e riconosciuto il pubblico Viceregio Editto vi abbiam’osservato concesso in un col Titolo tutte le Prerogative, ed onori, ed esenzioni, come i Baroni Feudali tutti gli ulteriori discendenti, perciò negli atti pubblici sono di tal titolo insigniti. In ultimo da una Dichiarazione del Magistrato di Scicli si prova che la Famiglia è del ceto nobile della Città, ed allocata sempre con famiglie nobili.
In quanto alle Filiazioni abbiam’osservato che sono tutte provate di grado in grado distintamente con testamenti, fedi di sponsali, e battesimi con capitoli matrimoniali.
Onde stimiamo esser’un atto di Giustizia l’ammettere, come Noi ammettiamo per buoni, e validi questi Titoli, in maniera che si possa procedere agli ulteriori passi secondo la forma dei nostri Stabilim/ti, usi, e lodevoli consuetudini. Rimettendoci peraltro al più purgato Giudizio di questa
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Ven/le Lingua, a cui prondam/te c’inchiniamo nel soscriverci = Il Commed/re fra Gaetano Vespoli = Il Cav/r fr. Antonio Francica.
Questa intesa, si procede collo scrutinio delle palle, assegnandosi la bianca per il parere dei Commissarj. Apertosi il bussolo furono trovate 4 nella bianca e 2 nella nera.
I Procuratori della Ven/da Lingua d’Italia
Il Commend/re fra Ugolino Cambi
Il Commend/re fra Michel’Angelo Arezzo
Fra Gio: Luigi Riddi, Segretario
Altezza E/ma
Per non infasterdire la Sua Sacra Relig/ne Geros/na gli toccano a V. A. Em/ma l’albero della sua Ven/da Famiglia, giacche il Barone Penna pretende adornarsi con la sua Croce di Malta, percio pregandola di un benigno compatimento. Con profondo mi protesto. = Scicli 5 Agosto 1790 = Di Vostra A. Em/ma Umilis/mo, Divot/mo, Oblig/mo Servo Don Oronzio Rossi.
A Sua Altezza Em/ma il Gran Maestro della S. Relig/ne Geros/na
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Albero discendentale della famiglia di Scicli, che oggi vuol fare il figlio Cavaliere per cui di già ne ha mandate le falsificate sue prove
Giovannella Cuffaro figlia del lordo bottegaio Nicolò Cuffaro, e Scalambra si casò con M/ro Vincenzo Penna figlio di una schiava della Casa Beneventano, come per atto dotale in Notaro Pietro Cartia maggiore di Scicli sotto lo 30 Agosto prima Ind/ne 1588.
Francesco Penna, figlio di detto M/ro Vincenzo, e Giovannella Cuffaro si casò con Angela Conti vedova relicta di Vito Fava Figlia di Giuseppe Conti, ed Antonina Schifitto come per atti in Notaro Carlo Dumiata di Scicli sotto li 17 7bre X Ind/ne 1626.
Giuseppe Penna figlio di detto Francesco Penna ed Angela Conti ebbe in moglie a Teresa Rubbino, è naturale questo del prete D. Antonino Rubbino, come per testamento del detto Francesco Pinna in not/ro Giuseppe ugo li 7 Ottobre 14 Ind/ne 1646.
D. Giovanni Penna Cl/co D. Francesco, e Vincenzo fratelli, e figli di Giuseppe penna e di Teresa Rubbino si casò con D.
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Ninfa d’Angelo figlia dell’argentiere Mro Francesco D’Angelo, e figlia unica dello stesso, come per testamento in Not/ro Giuseppe Ugo a primo Maggio prima Ind/ne 1663.
D/n Stanislao penna q/m Barone di Porto Salvo, e figlio di D. Giovanni Penna, e D/a Ninfa D’Angelo si casò con D/a Bartolomea Salonia figlia di Don Guglielmo Salonia di Scicli, come per testamento di Don Giovanni Penna in Notaro Guglielmo Giuca di Scicli a 2 8bre 1715.
Attuale Barone Don Guglielmo Penna figlio di Don Stanislao, e di D/a Antonia Bonanno di Caltagirone, e nell’attuale secondo matrimonio con l’attuale D. Antonia La Rocca, con cui ha molti figli il di cui terzo D. Ignazio procura falsamente adornare colla Croce di Malta.
Più in Not/ro Vincenzo Aparo li 30 Gennaro 3 Ind/ne 1635, testamento di M/ro Vincenzo Penna, lascia erede universale a tre: Francesco suo figlio Donato, come all’attuale Vanenti della relig/e di Malta satis.
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Noi il Magistrato di questa Inclita, e Vittoriosa Città di Scicli Capitanu d’arme a guerra per sua Real Maestà, attestiamo qualmente due notari Collegiali eletti da noi per osservare, leggere, discrittare ad istanza dell’Ill/re Sig. Barone Penna di questa sudetta Città alcuni documenti e scritture che ritrovansi in questi Archivj, alla nostra presenza e di nostro ordine e mandato, per darcene poi un distinto rapporto colla loro soscrizione e firma, abbiamo da medesimi ricevuta l’infratta relazione come siegue
Noi Not/ri D. Angelo tasca e not/ro D. Giovanne Errera, da ordine e mandato dell’Ill/mo Magistrato di questa Città di Scicli presente ed interveniente con Noi all’infratte diligenze ed esami dell’infratti Documenti, attestiamo e con giuramento affermiamo, qualmente avendo ricercato gl’atti di Not/ro Pietro Cartia Seniore l’anno I Ind/ne 1588 sotto li 3 Agosto, il Contratto matrimoniale tra Vincenzo Pinna con
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Giovanna Cuffaro, abbiamo ritrovato che in esso si legge che al Vincenzo non si dà denominazione di artista o di maestro, anzi gli si dà il titolo di Nobile Vincenzo de Pinna, e nella filiazione della cennata Giovanna, ci dice figlia legittima e naturale del Nobile Nicolò e Nobile Isgalambra jugali di Cuffaro.
Di più ritroviamo che il medesimo Vincenzo era figlio legittimo e naturale di Giuseppe Pinna ed Antonella Jugali come per testamento in nota/ro Mariano Carpintero sotto li 10 Aprile I Ind/ne 1558 da Noi letto, e riscontrato tanto abbiamo riconosciuto, stantecche il cennato Vincenzo fu uno dei figli di esso Giuseppe lasciato erede universale del medesimo, con altri tre figli maschi in esso testamento fatto da essi Jugali Giuseppe ed Antonella,
Onde si detegga bastantemente che la sua nascita era legittima e senza verun difetto, contestandosi dall’acto matrimoniale del Giuseppe Pinna con
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Antonella nell’atti di Not/ro Antonino Pistone a 18 Giugno 1540, che Noi infratti abbiamo rilevato da un transunto di un Capitolo originale estratto ed autentico sotto li 10 Luglio 1719, che trovasi ridotto agli atti pubblici di Not/ro D. Antonino Emmolo a 20 Agosto 1790, e da noi letto ed osservato, etc. In esso contratto matrimoniale ritrovasi l’Antonella figlia legittima e naturale di Michele e Giovanna Geluso, e Gravina. Onde si detegge bastantemente la sua nascita legitima e senza difetto, anzi di famiglia nobile e circospetta.
Altresì attestiamo che Vincenzo Pinna l’anno 1589 fù Giurato di Scicli, come l’abbiamo riscontrato dall’Archivio di questa Città, e nelle presinse di Contratti bullali di quel tempo specialmente nella Soggiogazione fatta da Antonino, ed Impera jugali di Melfi, e Giuseppe Melfi figlio, all’Opera dell’Ill/ma carità di (onze) 4 Censo a 29 Luglio 1589.
Attestiamo inoltre, che avendo letto, osservato
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e riconosciuto nell’atti di Not/ro Carlo Dumiata a 17 Xmbre X Ind/ne 1626 il contratto dotale tra Francesco Penna ed Angela Conti, non si legge che al Francesco si dia denominazione di Maestro e neppure che l’Angela si dice vedova relicta di Vito Fava, ma nella filiazione si dice figlia legitima e naturale del quondam Giuseppe Conti, ed Antonia Schofitto. E si legge che si dota da se med/ma diverse doti in stabili urbani, e rusticani, censi e rendite, e diversi altri beni in oro, argento, denari ed altri generi. E sotto li 6 Maggio 1627 II Ind/ne agli atti di esso Not/ro Damiata, abbiamo letto che il Francesco marito confesso (onze) 962.23 alla moglie a conto delle cennate doti.
Di più avendo letto il testamento di Giuseppe Conti a 21 8bre 1622 agli atti del riferito Not/ro Damiata, abbiamo riscontrato che istituisce Erede universali il Chierico Francesco, e Guglielmo suoi figli legittimi e naturali procreati con Antonia Schifitto ed istituisce eredi particolari ad Angela, Matt(i)ea ed Anna, figlie legittime, assegnando
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onze 300 di dote per ogni una delle mede/me.
E finalmente doppo aver fatto il cennato Giuseppe Conti diversi vincoli e Costituzioni nella sua eredità, conchiude il suo testamento col patto Fiscale, come allo spesso si costuma nell’ultime Disposizioni de Benestanti.
Attestiamo ancora, che avendo letto gli atti di Not/ro Vincenzo Aparo Seniore l’anno 1638 sotto li 10 Maggio 6ª Ind/ne ritroviamo che Francesco Pinna acquistò (scudi siciliani) 60 di Regie Tande sopra la regia Corte col titolo di Barone di Porto Salvo per se e suoi, a cui si accordano tutte le preminenze, ed onori di Barone Feudatario a cui poi corrispose il privilegio, a tenore dell’atto di vendizione celebrato in esso Notaro a nome del Maestro Giurato del Valle Vespasiano Trigona, con lettere di Potestà dell’Ecc/mo Vicere di quel tempo Duca di Alcalà.
Attestiamo parimente che avendo osservato gli atti di Not/ro Giuseppe Ugo l’anno 1645 a 7 Ottobre 8 Ind/ne, il testamento del Barone Francesco Pinna si legge in esso la istituzion di erede
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universale fatta a suo figlio minore Giuseppe, e l’Istituzione particolare a tre figlie femine Antonia, Giovanna e Francesca, e non si fa veruna menzione del matrimonio di Giuseppe con Teresa Rubbino, che per esser minore non potea esser.
Abbiamo però letto ed osservato agli atti di esso Not/ro Ugo l’anno 1673 a 25 Aprile 11 Ind/ne il testamento del D. Ignazio Rubbino, in cui si lascia Erede universale in due parti di una eredità a Teresa Rubbino ed in terza ad Epifania, sue figlie legittime e naturali nate da Antonia Trabacchino, e Volti sua legitima moglie, e nel med/mo testamento si legge che Teresa Rubbino era moglie del Barone Giuseppe Pinna.
Attestiamo similmente, come avendo letto agli atti di suddetto Not/ro Ugo il testamento del barone Giuseppe Pinna a primo Maggio 1663, non si fà menzione veruna del Contratto matrimoniale tra Giovanni Pinna con Ninfa d’Angelo, ma solamente si legge la istituzione di
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erede universale di Francesco, Vincenzo e Giovanni, figli legitimi e naturali di esso Testatore, e di teresa Rubbino sua moglie.
Osservati però li Capitoli Matrimoniali di esso Barone D. Giovanni Pinna l’anno 1694 dati a conservare a not/ro Liberante Ruffino con D/a Ninfa D’Angelo, abbiamo riscontrato nella filiazione che si dice figlia legitima e naturale del Riv/o Preposito D. Carlo D’Angelo, e della quondam Francesca Micheli sua moglie, onde non si legge affatto il nome di Francesco d’Angelo.
Di più attestiamo che avendo osservato il Contratto matrimoniale del cennato D. Carlo d’Angelo con Francesca Micheli, not/ro Matteo Pitrolo a 17 Gennaro 1660 si osserva e si legge la filiazione di esso Carlo figlio legitimo e naturale di Giuseppe d’Angelo e di Angela Damiata e la Francesca figlia legitima e natuarle del D/r Paolo Micheli e Tomasa Nigro.
Avendo ancora agli atti di esso not/ro Pitrolo osservato l’anno 1660, troviamo ed abbiamo letto che il ../r Carlo d’
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Angelo in quell’anno era Giurato di questa Città, come per un’apoca a di lui favore, e degli altri Giurati fatta dal Depositario dell’Università D. Guglielmo Giavatto.
Avendo ancora noi infratti Notari riscontrato gli atti di Not/ro Guglielmo Giuca nell’anno 1719 sotto li 24 Giugno ritroviamo li Capitoli matrimoniali tra il Barone D. Stanislao Penna Barone di Porto Salvo con D/a Bartolomea Salonia, e Palermo, e nella dotazione tra le altre doti appare dotato il legato di (onze) 200 dovuto dal principe di Santa Margherita alle sue Consanquinee di cognome e famiglia Palermo.
Di più appajono dati a conservare a not/r Giuseppe Fidone l’anno 1755 li Capitoli matrimoniali del Inpradetto Sr Barone D. Guglielmo Penna con D/a Antonia Bonanno, e Trigona de Baroni di Paolino della Città di Caltagirone, rogati da not/r Girolamo Procaccianti a primo Marzo 2 Ind/ne 1754.
E agli atti di Not/ro Saverio Moncada appajono sotto li 10 febraio 1769
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li Capitoli Matrimoniali tra esso Barone D. Guglielmo penna con D/a Antonia Carmela La Rocca, sua seconda moglie.
Attestiamo ancora, che nel 1635 nel testamento di Vincenzo Pinna agli atti di Not/r Vincenzo Aparo Seniore si fà menzione di Antonia Pinna figlia, che si istituisce erede particolare e si dice in esso testamento, che allora trovatasi moglie di Giam Cataldo Zacco famiglia rispettabile.
Altresì attestiamo che nei registri di Sponsali della Chiesa Parrocchiale si legge che Antonia Angela Penna figlia legitima e naturale del Barone Giuseppe Penna e Teresa Rubbino sposò in faciem Ecclesia l’anno 1692 a 3 Giugno a D. Martino Caldavera, e Trigona, Barone di Caivemi della Città di Piazza.
In fede di tutto quanto abbiamo attestato ci soscriviamo oggi in Scicli, che corrono li 30 Gennaio 1791.
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E per la legalità di sudetta relazione, perche fatta colla nostra intelligenza e presenza, abbiamo Noi infrascritti Membri e Capi di questo Magistrato fatto un veridico riscontro ed esame in unione di sudetti Not/ri Tasca e Not/ro Errera, ed abbiamo soscritta la medesima oggi come sopra.
Francesco Giavatto Capitano di Giustizia
D. Bartolomeo Betto Giud/e
Comm/re Benedetto Barone Spadaro Giudice Civ/e
Ignazio Carpentieri Salonia Capitano d’Armi e Guerra
Giuseppe B/ne Sallonia Giud/e come supra
Saverio M/a Castelletti Giud/e
Guglielmo Emanale Carpenteri Sindaco e Proc/r Gen/le del Pub/co
Not/ro Angelo Tasca come supra
Not/ro Gio: Errera come supra
Signum authenticum hujus Inclita et Vittoriosa Civ/is Siclis, in cujus Ver testim/m fidem facimus, quod presene relativo Collegialis de Ordine manu Magistratus est scripta, et subscripta a Not/rio D. Angelo Tasca, et a me in praesentia supradictorum Officalium Scilice
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Sp(ectabi)lis D. Franc/s Giavatto Capitaneus Iustitiae, Sp(ectabi)lis D/ns D. Bartholomei betto Iudicis Criminalis, Sp(ectabi)lis, D/ns B/nii D/ Benedicti Spadaro Iudicis Civilis, Sp(ectabi)lium D. Ignatii Carpinteri, B/nis D/ Joseph Salonia, D Xaveiri Castillet et D. Guillelmi Emmanuelis Carpinteri Iuratorum et Sindaci Componentium Corpus totius magistratus praedictus et Superiores Subscriptiones facta sunt in mea praesentia manu propria propriusque literis et caracteribus dictorum Officialium. Probas presentes fieri jussimus manu mi magni Not/riicum sugellum armorum Regalium hujus universitatis in pede munitas.
Datum Sicli die 30 Ianuarii 1791
Loco + sigilli = Not/ro Joannes Errera Mag/r not/ o”
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