Giudiziaria Scicli

Platania e Mocciaro, due protagonisti della vicenda dei cani di Sampieri

Chi giudica i giudici?



Scicli - Legittima suspicione.
Fu quella invocata dal comandante della polizia municipale di Scicli Franco Nifosì nei confronti della Procura di Modica.

La sorte ha voluto che Nifosì non sopravvivesse al processo, per via di un brutto male che lo portò via un giorno di maggio di cinque anni fa.

La condanna in primo grado dell’ex sindaco Giovanni Venticinque per la vicenda dei cani assassini di Sampieri non può ignorare un antefatto, che è la chiave di questa vicenda giudiziaria soffertissima.

Premesso che la famiglia del piccolo Giuseppe Brafa ha dovuto patire in questi anni una croce indicibile, alcune considerazioni vanno pure fatte.

La sentenza, emessa dal collegio penale del tribunale di Ragusa, dice: risarcimento danni per un milione 400 mila euro in favore delle vittime, Giovanni Venticinque condannato a 6 anni e 2 mesi di reclusione, Virgilio Giglio a 4 anni e 6 mesi.

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Venticinque è stato interdetto in maniera perpetua dai pubblici uffici, Giglio per cinque anni.
Assolti i veterinari dell’Asp 7 Antonino Avola, Roberto Turlà e Saverio Agosta, e i dipendenti comunali Salvatore Calvo e Giuseppe Pisana.

Giovanni Venticinque, Virgilio Giglio e il comune di Scicli dovranno risarcire le vittime.
Un milione andrà alla famiglia Brafa, il resto sarà ripartito tra la giovane tedesca vittima di un’aggressione da parte dei cani inselvatichiti e le altre parti civili.

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Il Tribunale di Ragusa ha inviato alle procure di Messina e Reggio Calabria, al Consiglio superiore della magistratura, al Ministro della giustizia e al procuratore generale della corte di Cassazione la sentenza del processo di primo grado, e il carteggio delle indagini svolte nel 2009 dal procuratore capo di Modica Domenico Platania e dal sostituto procuratore Maria Mocciaro.

Il comandante Nifosì fu indagato e chiese al suo legale, il ragusano Gianluca Gulino, di sollevare la legittima suspicione nei confronti di Platania e Mocciaro, su cui indagò la Procura di Messina, competente per territorio.

Quale era la tesi di Nifosì?

Il 24 settembre del 2008, ovvero sei mesi prima dell’aggressione ai danni del piccolo Giuseppe, il comandante Nifosì trasmise alla procura di Modica un rapporto che denunciava la gravità della situazione.
Il 2 settembre infatti i carabinieri avevano sequestrato i cani, ma Giglio era persona inadatta a esserne custode giudiziario.
Complice un accavallamento di ferie –circostanza ammessa dal Pm Platania ai microfoni di una mitica intervista a Video Mediterraneo- il sequestro dei cani e il loro affidamento non fu mai convalidato.

Val la pena di ricordare che nell’estate 2008 i cani di Sampieri aggredirono ben due turisti, ferendoli. Da qui il sequestro del 2 settembre. 
Solo nel febbraio del 2009 la procura di Modica capì che i cani di Giglio andavano affidati a un canile.

Dopo un primo sopralluogo, inutile, da parte dei veterinari dell’Asp di Ragusa, i sanitari decisero per un secondo sopralluogo il 16 marzo. Troppo tardi. Giuseppe fu ucciso il giorno prima.

Nel dicembre 2010 la procura di Messina decise il non luogo a procedere nei confronti del Pm di Modica Domenico Platania circa le presunte omissioni di sua competenza. 
L’omessa custodia dei cani da parte di Giglio, infatti, non è punibile penalmente, è illecito amministrativo, dopo la depenalizzazione.

L'invio della sentenza di primo grado da parte dei giudici del collegio penale di Ragusa agli organi competenti potrebbe portare a una riapertura delle indagini.


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