Ragusa - La prefettura di Catania ha emesso interdittiva antimafia nei confronti della Tecnis, secretandone le motivazioni, come accade quando si vuole tutelare lo sviluppo di indagini in corso.
La società ha costruito, fra le altre opere, anche il porto di Marina di Ragusa.
Ad assumere la grave decisione il prefetto di Catania Maria Guia Federico, come riporta oggi il quotidiano La Repubblica nella sua prima pagina dell’edizione palermitana, che avrebbe basato il provvedimento non tanto sul dossier del 2014 della DIA di Catania che nel corso di un operazione di controllo, avrebbe passato al setaccio subappalti e forniture, individuando possibili infiltrazioni di imprese collegate ad organizzazioni mafiose, quanto piuttosto su elementi di novità collegati probabilmente a nuove indagini in corso.
D’altra parte già nell’inchiesta denominata Ibis erano emersi contatti sospetti tra il vertice della società ed esponenti di spicco di Cosa Nostra etnea.
Tecnis ha in portafoglio lavori per miliardi di euro ed impiega migliaia di lavoratori.
Nelle scorse settimane i soci ed amministratori dell’azienda, Concetto Bosco e Mimmo Costanzo, sono finiti ai domiciliari coinvolti nell’inchiesta “Dama Nera” che ha svelato una vera e propria gang all’interno dell’ANAS con funzionari che pretendevano tangenti dai fornitori dell’ente.
Bosco e Costanzo si sono subito dimessi da tutte le cariche all’interno delle aziende del gruppo.
Adesso quest’altra tegola che richiede intervento immediato per evitare ripercussioni irreversibili, procedendo con la nomina di un amministratore giudiziario e quindi di un commissario che possa consentire il proseguimento dei lavori, mettendo in sicurezza l’importante azienda a prescindere dalle vicende giudiziarie che coinvolgono alcuni dei soci.
Nella foto, l'on. Andrea Vecchio, di Scelta Civica, premia la Tecnis