Comiso - Un anziano comisano era stato scippato giorno 6 settembre: gli agenti del commissariato di Comiso hanno scoperto che l'autrice era una donna rumena dopo due mesi d'indagini. Tutto è iniziato alle 12.50 del 6 settembre, in Pace. La vittima, M.G., classe 1932, aveva parcheggiato la propria autovettura in via Conte di Torinosi e si incamminava a piedi per raggiungere il centro del paese. Durante la passeggiata gli si era avvicinata da dietro una ragazza che con un gesto fulmineo gli aveva prelevato il portafoglio che teneva nella tasca posteriore destra dei pantaloni e, dopo essersene impossessata, iniziava a correre in direzione di via Principessa Mafalda, facendo perdere le proprie tracce. Durante la fuga, all’altezza dell’intersezione che via Conte di Torino forma con Corso Umberto I, da un lato e, con via Di Vita, dall’altro lato, la ragazza perdeva il suo telefono cellulare: nell’impatto con il suolo si è' aperto e si è' scomposto in tre parti. I tre elementi sono stati immediatamente raccolti dalla vittima e consegnati agli Operatori di Polizia intervenuti. Successivamente e' stato rinvenuto il portafoglio, privo di soldi, nei pressi della Chiesa Madre. La scena, inoltre, era stata interamente ripresa dalle telecamere a circuito chiuso dell’impianto di videosorveglianza di un locale pubblico, le cui immagini erano perfettamente coincidenti con i fatti riferiti dalla vittima. Le immagini sono state subito acquisite. Dalle indagini e' emerso che il telefono era intestato ad una rumena M. H. residente a Vittoria, in c.da Berdia, di fatto irreperibile L’accertamento effettuato nella banca dati del Sistema Informativo Interforze, inizialmente faceva pensare che il telefono cellulare rinvenuto fosse in uso ad persona diversa dall’intestataria della scheda, in quanto si presumeva che M. H. si fosse trasferita in Calabria. Risultava, infatti che nel mese di giugno del 2014, la donna era andata a vivere a Tortora, ed era rimasta vittima di ingiurie e minacce per le quali aveva presentato denuncia nei confronti del responsabile presso i Carabinieri di Praia a Mare. Ottenuti i tabulati dal gestore telefonico e dalla disamina degli stessi e' stato accertato che chi aveva in uso il cellulare in sequestro, nel periodo in esame, cioè 02-06 settembre 2015, aveva avuto contatti con alcune utenze tra le quali quella di una donna di Comiso. Accertato quanto sopra, e' stata contattata la signora sopra indicata la quale riferiva che l’utenza interessata alle indagini contattata dalla autrice dello scippo era in uso al marito. Quest’ultimo veniva escusso in merito alle chiamate, e stranamente non riusciva a ricollegare l’utenza della scippatrice a nessuna persona, anche se l’utenza risultava presente sulla sua rubrica telefonica memorizzata con la lettera “M”. L'uomo, però, ha riferito di non ricordare a memoria quel numero telefonico, con sommo disappunto della moglie. Analogamente, e' stata sentita un'altra persona che aveva ricevuto chiamate dal numero rinvenuto; quest’ultimo ha riferito che quel numero era registrato sul suo telefono con il nome di “MIKI”: una donna di nazionalità rumena che in passato era stata badante di sua madre con la quale era rimasto in contatto anche dopo la morte dell’anziana genitrice. La ragazza, inoltre, gli avrebbe chiesto del denaro diverse volte. L’uomo sapeva che MIKI era stata in Calabria dove aveva trovato lavoro, ma di recente era ritornata a Vittoria. Ne era certo per averla incontrata verso la fine del mese di agosto o i primi giorni di settembre.Grazie alle sue precisazioni si aveva modo di appurare che contrariamente a quanto si era pensato con le interrogazioni nella banca dati, il telefono in sequestro era in uso alla stessa intestataria. La conferma veniva dall’esame del teste, il quale, ha riferito che la ragazza sul social network Facebook si era registrata con il nome di “P M”. Lo stesso aggiungeva che la donna, in realtà si chiama “M H”, per averlo letto sui suoi documenti . Grazie alle immagini delle foto caricate sul profilo facebook “P M” è stato possibile approntare un fascicolo fotografico con le effigie della ragazza. Sul social network, inoltre, veniva appurato che la ragazza aveva un altro profilo con il suo vero nome “M H”. Le foto scaricate ritraevano la stessa persona. L’album fotografico e' stato fatto visionare al primo testimone, che ha riconosciuto nella foto M la donna rumena che aveva in uso l’utenza mobile rinvenuta, memorizzata nella rubrica del suo telefono cellulare con la lettera “M”; unico elemento nuovo che forniva il testimone era il fatto che la donna poteva vivere a Vittoria con un tunisino. Avute le informazioni di cui sopra e avendo constatato che l’indagata aveva avuto anche numerosi contatti con un tunisino, quest’ultimo e' stato contattato ed invitato dagli agenti a presentarsi. Il 16 novembre dopo ben due mesi di indagini si è' presentato l’uomo il quale in merito ai contatti con l’utenza mobile sequestrata dopo lo scippo, ha riferiva che era della sua attuale convivente tale M. H. e che la stessa non aveva più quell’utenza per aver perso il telefonico a Comiso circa due mesi prima. All'uomo e' stato fatto vedere un filmato dove era evidente il momento dello smarrimento del telefono, da parte della donna mentre correva in una via di Comiso. Lo stesso riconosceva la donna che correva nella sua compagna M H nata in Romania nel 1988 ed ignaro di ciò che la donna aveva fatto poco prima chiedeva i motivi che l’avevano indotta a correre. A quel punto il cerchio era chiuso: la donna che aveva effettuato lo scippo era M. H. intestataria ed utilizzatrice dell’utenza telefonica persa durante lo scippo. La rumena, che ignara di tutto era arrivata in Commissariato con il compagno, e' stata pertanto identificata, sottoposta a rilievi fotodattiloscopici e segnalata all’Autorità Giudiziaria per scippo.
di Irene Savasta
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