Attualità Chiaramonte Gulfi

Fratelli. Gemelli. Di sangue, e di olio

Terre sul Dirillo



Chiaramonte Gulfi - Due fratelli gemelli, la passione per l’agricoltura, una lunga tradizione di famiglia. Giovani imprenditori chiaramontani crescono e decidono di produrre “oro verde” scommettendo con sé stessi e il proprio territorio. Francesco e Luca Scollo sono due ragazzi di 28 anni e pur essendo gemelli hanno avuto sempre inclinazioni diverse: tanto più è radicato nel territorio Francesco, tanto è più dedito ai contatti esteri Luca. E in effetti, mentre Luca si trova a Londra per occuparsi del marketing dell’azienda, è Francesco a portaci su uno degli oliveti di famiglia. Un appezzamento che ha permesso di costituire l’azienda agricola “Terre sul Dirillo”, nata nel 2011 e oggi attiva principalmente sul mercato italiano. Parliamo di olio. Quell’olio extravergine d’oliva che ha portato il nome di Chiaramonte Gulfi in tutto il mondo. Francesco Scollo è un agronomo con un dottorato di ricerca sulla tracciabilità molecolare dell’olio extravergine d’oliva e del germoplasma olivicolo e oggi è lui ad occuparsi principalmente della giovane azienda. Mentre passeggia nell’uliveto di famiglia, accarezza le gemme in fiore, come una cosa preziosa: “Questo è il periodo dell’anno che preferisco”.

Da dove deriva il nome Terre sul Dirillo?

“Io ho ereditato dei terreni di famiglia che sono dislocati nei territori di Chiaramonte, Acate e Licodia Eubea. Ebbene, questi territori erano uniti dal fiume Dirillo, per questo abbiamo deciso di dare il suo nome all’azienda. Attualmente, possiedo 23 ettari di terra,  di cui 16 coltivati a oliveto. Le cultivar che produciamo principalmente sono tonda iblea e nocellara dell’Etna, ma ad Acate abbiamo aperto un nuovo impianto e ho integrato le principali cultivar siciliane: biancolilla, moresca, cerasuola e nocellara del Belice”.

Qual è l’obiettivo che volete raggiungere?

“Principalmente da noi si coltivano oli monovarietali. La tonda iblea è rappresentativa di Chiaramonte ma altri mercati richiedono altri oli. Il nostro Fior d’Oliva, è costituito da due tipi d’oliva: la nocellara dell’Etna e la tonda Iblea. Si contraddistingue all’olfatto per un profumo intenso di frutto con un odore spiccato di carciofo, tipico della nocellara, insieme a quello del pomodoro verde, che è tipico della tonda. L’amaro e il piccante sono le caratteristiche dominanti che vengono rilasciate al palato. Il fatto di essere un tecnico, mi permette di studiare le differenti cultivar da un punto di vista scientifico e di sperimentare alcuni abbinamenti”.

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Da quanto tempo ti occupi di agricoltura?

“Da sempre, ma di questa azienda da quando avevo 18 anni. Io e mio fratello Luca abbiamo aperto anche grazie ai fondi PSR. Per me è stata una sfida per il futuro. L’azienda è uno stimolo”.

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Quanto olio producete in un anno?

“Siamo sui 3mila chili. Ma prevediamo di arrivare in breve a 10 mila chili”.

Il vostro packaging è molto particolare…

“Abbiamo deciso di produrre principalmente in latta e non in vetro. Abbiamo diverse dimensioni, da 5 litri, 250 ml e 100 ml. La “lattina” da 100 ml, si trova in molti ristoranti e botteghe specializzate ed è stata pensata per un turista che vuole portarsi un pezzo di territorio in valigia. Comunque, oltre alla bottiglia di alluminio, produciamo anche quella in vetro”.

Quali sono i vostri progetti per il futuro?

 Attualmente siamo presenti soprattutto in Italia ma mio fratello Luca, che al momento si trova a Londra, sta prendendo contatti con il mercato inglese. Da dicembre, inoltre, siamo in biologico. Non utilizziamo il diserbo e utilizziamo solo concimi organici e fitofarmaci derivanti da sostanze naturali. Sui nostri terreni abbiamo piantato il favino e il pisello proteico per azotare in maniera naturale. Dal 9 al 12 maggio, inoltre, saremo presenti al CIBUS di Parma”.


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