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The Beatles: le origini del mito. A sessant'anni dal Cavern

Leggende musicali

https://www.ragusanews.com/immagini_articoli/16-01-2017/beatles-origini-mito-sessant-anni-cavern-420.jpg I Beatles senza Ringo, ai tempi del Cavern


Quando si pronuncia la parola “Beatles”, si pensa subito ad una cosa: a un mito. Nessun gruppo musicale al mondo ha cambiato la storia della discografia come i fab four. Nessuno. Ci hanno provato, ci provano tutt’ora, e alcuni resteranno senza ombra di dubbio nella storia. Ma i Beatles, in poco meno di dieci anni d’attività, hanno davvero rivoluzionato il sistema musicale mondiale.

Hanno praticamente lanciato l’MTV, producendo dei video per promuovere i loro dischi. Hanno rinnovato il concetto di esibizione live, essendo stati i primi a suonare negli stadi. Sono stati i primi a produrre un concept album che ha fatto storia, il Sgt. Peppers Lonely Hearts Club Band. E’ talmente vasta l’eredità lasciata alla musica dal gruppo di Liverpool, che sarebbe impossibile fare un elenco completo in questa sede.

Piuttosto, pochi sanno che oggi ricorre il sessantesimo anniversario della nascita del celeberrimo Cavern Club, il locale di Liverpool che in qualche modo lanciò i Beatles nel panorama musicale. Di proprietà di un certo Alan Sytner, si trattava di un ex rifugio bellico. Sytner ospitò non solo jazzisti locali, ma anche gruppi musicali skiffle provenienti anche da Londra, blues band e gruppi di genere beat. I Beatles suonarono al Cavern per la prima volta, il 21 febbraio 1961, al loro ritorno da Amburgo. Ad Amburgo i Beatles si “fecero le ossa”, suonando in locali malconci in orari impossibili in una tournée lunga ed estenuante. Dovettero tornare in Inghilterra perché la polizia tedesca scoprì che George Harrison era minorenne, all’epoca, e non poteva certo esibirsi nei Night club a luci rosse di Amburgo.

Ma in Inghilterra, tornarono da professionisti. All’inizio, però, non si esibivano con il famoso taglio a caschetto e i vestiti uguali, a mo’ di divisa: i Beatles in versione ante 1961 erano vestiti in pelle e portavano i capelli come capitava. Inoltre, non era ancora entrato a far parte della band Ringo Starr: il bassista, all’epoca, era Pete Best, poi rimpiazzato da Ringo nel 1963. E fu nel 1961, durante una delle loro performance, che vennero avvicinati da Brian Epstein, l'uomo che consegnò la band al successo mondiale.

Un bellissimo e rarissimo documentario della BBC, mandato nottetempo dalla Rai in una orrenda versione doppiata, racconta che Brian Epstein, accettò l’invito di un amico ad andare al Cavern: qui, si trovò in un ambiente piccolo, chiuso e pieno di fumo. Ma rimase colpito dal talento e dal carisma di quei ragazzi sul palco. Brian Epstein era un uomo colto e raffinato, molto conosciuto a Liverpool perché proprietario di un negozio di dischi. Si occupava prevalentemente di jazz e musica classica ma, una volta conosciuti Lennon e company, decide di diventare il loro manager e di lanciarsi in quell’avventura, praticamente un salto nel vuoto.

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La leggenda vuole che fu Epstein, in accordo con Paul McCartney, a voler “cambiare” il look dei Beatles, chiedendo di rinunciare alle giacche di pelle per uno stile più classico. I Beatles si esibirono per l'ultima volta nel "Club" nell'agosto del 1963, quando erano già sotto un contratto discografico con la EMI Parlophone, e guidati dalla coppia Epstein/Martin erano ben lanciati nel firmamento musicale, quando incisero il loro primo singolo di successo, “Love me do”, e sostituirono alla batteria Pete Best con Ringo Starr. Nel Cavern suonarono anche band e artisti del calibro di The Rolling Stones, The Yardbirds, The Kinks, Elton John, The Who.


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