Reggio Calabria - Ordinanza di custodia cautelare in carcere per Rocco Santo Filippone, 77 anni, e Giuseppe Graviano, accusati di essere i mandanti degli attentati compiuti a Reggio Calabria contro le pattuglie dei carabinieri tra il '93 e il '94 e che portarono alla morte dei due carabinieri Vincenzo Garofalo e Antonino Fava, 31 e 36 anni, entrambi sposati, due figli il primo, tre il secondo. Secondo la ricostruzione della Dda, gli attentati rientravano nella strategia stragista voluta da Totò Riina agli inizi degli anni '90 per ricattare lo Stato ed avviare una trattativa con le istituzioni per attenuare la normativa antimafia.
Filippone, all'epoca a capo del mandamento tirrenico della 'ndrangheta e tuttora ritenuto capo dell'omonima cosca legata alla alla più potente cosca Piromalli di Gioia Tauro, è stato arrestato il 26 luglio scorso, mentre lo stesso giorno un'ordinanza è stata notificata in carcere a Giuseppe Graviano, capo del mandamento mafioso di Brancaccio, coordinatore delle "stragi continentali" di Firenze, Roma e Milano, detenuto in regime di carcere duro.
I due carabinieri uccisi, erano originari uno di Scicli (Garofalo) e di Taurianova, nel Reggino (Fava), ed erano in servizio al Nucleo Radiomobile della Compagnia di Palmi. Sono stati crivellati a colpi di mitraglietta calibro nove e kalashnikov.
I sicari si sono affiancati all'auto dei carabinieri, sulla corsia Sud dell'Autostrada Salerno-Reggio Calabria, a tre chilometri dallo svincolo di Scilla. Garofalo e Fava sono morti all' istante. Hanno cercato di difendersi, hanno tentato la fuga, forse uno di loro ha risposto al fuoco. Per duecento metri (sono rimaste lunghe tracce di gomma sull' asfalto), con un disperato zig-zag hanno cercato di evitare la pioggia di proiettili. Uno dei sicari, al termine della corsa, è sceso e da distanza ravvicinata ha sparato una raffica finale.