Vittoria - L’equilibrio di Vincenzo Marra, La forza delle donne di Laura Aprati e Marco Bova e Nina di Mario Piredda sono i migliori film della pace e della solidarietà. L’equilibrio è il Miglior lungometraggio e La forza delle donne è il Miglior documentario del V Vittoria Peace Film Fest. Il corto di Piredda è il Miglior Cortometraggio Mediterraneo del XIX VideoLab Film Festival.
Così hanno decretato ieri sera le giurie dei due festival, nel corso della cerimonia di premiazione congiunta che si è tenuta nella gremita Multisala Golden di Vittoria, in provincia di Ragusa. È intervenuto anche il regista Nello Correale, direttore artistico del Festival Internazionale del Cinema di Frontiera di Marzamemi.
La giuria del Vittoria Peace Film Fest, presieduta dal regista Roland Seijko, è composta dal direttore del Centro Sperimentale di Cinematografia di Palermo Ivan Scinardo, dalla sceneggiatrice Elena Russo, dal docente dell’Università di Catania Gaetano Bonetta. L’equilibrio è stato premiato «per il coraggio con cui ha saputo affrontare un tema forte come quello dei complessi e ambigui rapporti tra Stato, chiesa e criminalità organizzata. Per la regia essenziale e tagliente con cui ha saputo conciliare l'impianto drammaturgico del film a soggetto con il potente taglio documentaristico delle immagini».
La forza delle donne è stato premiato «per la forza con cui racconta ora il dramma e ora la tragedia di identità nuove, determinatisi per caso, per violenza, per discrezione. Benché saccheggiate, quelle identità, nella più tragica delle resilienze, riescono a trovare la vitalità per rigenerare la propria coscienza, la coscienza del momento e del contesto storico che vivono. Proprio da qui, quella coscienza si fa forza, energia psichica che combatte contro armi e follie militari. Donne rifugiate e donne autoctone, costrette a rifondare la propria coscienza, ritrovano il proprio essere che si fa attiva presenza sociale, politica, culturale e crea la prospettiva della resistenza e della liberazione».
La giuria del VideoLab Film Festival è composta dalla sceneggiatrice Tullia Giardina, dal critico letterario Giuseppe Pitrolo, dalla pittrice Barbara Farcomeni. Nina è stato giudicato il Miglior corto «per la forza e il significato del linguaggio delle immagini, capaci di restituire il conflitto e la contrapposizione ossimorica tra gli esterni, rappresentati da un paesaggio invernale algido e atono, in cui sembra non darsi vita, e gli interni, animati dal calore e dal fluire dei sentimenti di una famiglia; per la pregnanza dei dialoghi, per la coesione comunicativa che ne deriva, riflesso di una sceneggiatura che ha saputo delineare personaggi credibili e intensi».
La giuria del VideoLab Film Festival ha assegnato anche altri premi. La Miglior regia è andata al corto Polis Nea di Pierluigi Ferrandini, «per aver saputo tratteggiare con l’occhio mobile e straniante della macchina da presa, in una dimensione poetica e al tempo stesso realistica, una storia ad alta temperatura distopica, in cui la memoria dell’azzurro del mare è chiave di accesso ad un universo antico che non sa farsi futuro».
Il premio per la Miglior Sceneggiatura è stato assegnato al corto documentario Terra Sem Males di Enrico Masi, «per aver saputo costruire un testo in cui la fissità della macchina da presa è resa mobilissima dall’intensità vibrante della parola, che si fa progetto di vita nella speranza di sconfiggere un orizzonte di morte che non è solo di un individuo ma di un intero popolo, di una lingua, di una cultura».
Il premio per il Miglior Cortometraggio del Cinema Migrante è andato a Fragment of a life in a four scenes dello svedese David Aronowitsch, «per aver saputo rendere, con uno sguardo binario, quello enunciativo e oggettivo del regista e quello soggettivo ed emozionale del protagonista, la sospensione esistenziale di vite drammaticamente in bilico tra il mondo antico di provenienza e quello nuovo moderno e straniante di approdo».
Il XIX VideoLab Film Festival si è concluso ieri al momento della premiazione. Il film che chiude la V edizione del Vittoria Peace Film Fest è stato mostrato stamattina. Si tratta di Balon di Pasquale Scimeca. Il lungometraggio, presentato in anteprima siciliana dallo storico del cinema Sebastiano Gesù, è dedicato a tutti i bambini e alle bambine che sono morti nel Mediterraneo. Prodotto da Arbash, con la collaborazione di Rai Cinema, non è un film sull’emigrazione, bensì sull’Africa, il continente che tanti sono disposti a lasciare a rischio della propria vita.