Noto - "Il Val di Noto non è tra le dieci finaliste che concorreranno al titolo di “Capitale Italiana della Cultura 2020”. Per la Sicilia ci sarà la città di Agrigento alla quale vanno le nostre congratulazioni per il prestigioso risultato ottenuto in questa prima fase e per la quale tiferemo fino alla fine".
A scrivere è il sindaco di Noto, Corrado Bonfanti.
"Io penso che non sia stata bocciata una semplice candidatura, quando si concorre in tanti è da mettere in conto, io penso sia stata bocciata, e questo è più grave, una idea rivoluzionaria che ha minato le basi su cui, qualche anno fa è stato pensato lo stesso concorso; non si era mai visto finora che non una città, concetto oggi del tutto superato, ma un intero territorio, quello del Val di Noto in questo caso, avesse avanzato una candidatura così ricca e articolata. Il concentrato più importante al mondo di beni monumentali, artistici, paesaggistici e naturalistici, un territorio ricco di storia, di tradizioni ancora vive, di eccellenze enogastronomiche, di mare e di sole. Il concentrato più importante al mondo di beni iscritti nella World Heritage List dell’Unesco, le Città Tardo Barocche, Siracusa e la Necropoli di Pantalica, l’Etna. Insomma, per dirla in termini scolastici, facendoci trasportare dalla testa e dal cuore, ci siamo spinti troppo oltre, siamo andati fuori tema!!
Non importa, questa fantastica esperienza, come più volte ripetuto nelle sedi in cui il progetto di candidatura è stato presentato, continua con maggiore determinazione nella assoluta convinzione che la strada imboccata sia quella giusta. Ringrazio di vero cuore tutto coloro che con me ci hanno creduto e ci credono ancora, ad iniziare dai miei colleghi sindaci; non molliamo e procediamo con gli obiettivi che ci siamo prefissi nella costruzione del dossier che oggi diventa strumento operativo da affinare e adottare con sempre maggiore convinzione. Ed in fine, non posso celare la mia delusione nell’avere constatato in questi mesi, dalla redazione del dossier di candidatura ad oggi, il disinteresse marcato, misto ad ostruzionismo e autolesionismo puro, di chi ha dapprima partecipato con convinto interesse e poi, per congenito desiderio di isolato protagonismo, fatto di tutto perché il progetto fallisse. Anche questo punto di debolezza avrà inciso nel processo decisionale della commissione giudicatrice; non ha inciso e non potrà però incidere sulla determinazione di tanti amministratori e di tante comunità che questi “nani” riescono presto a metterseli alle spalle nel più assordante silenzio del loro impercettibile passaggio".