Roma - "Fabrizio De Andrè - Principe Libero". E' un film nato e pensato per avere un taglio televisivo per Rai Uno, il racconto di 40 anni di vita privata di Faber, dalla prima adolescenza tra i caruggi al sequestro in Sardegna.
Il racconto inizia proprio lì, quando già nei primi anni della scuola gestita dai gesuiti De Andrè ha la possibilità di confrontarsi sulle vite dei poveri, dei reietti, degli ultimi e dell'ultimo tra gli ultimi ("un anarchico"), Gesù. Si sceglie a più riprese nel film di non cedere alla tentazione di raccontare episodi già noti e drammatici della vita di De Andrè (come il tentativo di violenza sessuale da parte di uno dei preti della scuola), in favore di una prospettiva costruttiva dei suoi contatti e delle persone che sono state fondamentali per la sua forma mentis. E così grande spazio trovano tra i frame Paolo Villaggio (interpretato da un incredibile Gianluca Gobbi, una delle interpretazioni migliori del film), Luigi Tenco (Matteo Martari), Fernanda Pivano (Orietta Notari), e le puttane dei caruggi, vere compagne e amiche di Fabrizio, più a suo agio in quei letti condivisi che nei salotti borghesi dove di tanto in tanto gli amici lo invitano ("a parlare di niente") e dove incontrerà anche Puny (Elena Radoninich), la sua prima moglie, madre di Cristiano.
Spesso nel film si parla di libertà, da quella ribelle ricercata in adolescenza, a quella artistica, rappresentata dai tentativi di censura da parte dei discografici, a quella fisica e mentale, esaudita nell'acquisto della fattoria sarda insieme alla nuova compagna Dori Ghezzi (Valentina Bellè), dove nascerà la seconda figlia Luvi e la coppia proverà, come in un macabro contrappasso, l'esperienza della totale negazione di questa libertà conquistata, col sequestro.
La musica di De Andrè, unica colonna sonora del film se si esclude una breve concessione a Mozart, ammanta comunque tutta la pellicola. Da questo punto di vista un plauso va chiaramente a Luca Marinelli, modesto e concentrato, che ha cantato e suonato alcuni brani del film con un risultato più che dignitoso se si considera che il confronto con l'originale non sarebbe cosa semplice per nessuno.
«Io sono un principe libero e ho altrettanta autorità di fare guerra al mondo intero quanto colui che ha cento navi in mare». Dalla citazione del pirata britannico Samuel Bellamy iscritta nelle note di copertina di uno dei dischi più belli di Fabrizio De André, “Le nuvole” nasce il titolo del film, che arriverà nelle sale come evento speciale il 23 e 24 gennaio e su RAI 1 diviso in due parti, il 13 e 14 febbraio.