Cultura
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19/06/2011 23:56

Come nacque il Ragusashire

“The Daily Telegraph” scommette sugli iblei

di Giuseppe Savà

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Ragusashire
Ragusashire

Londra – “Uomini d’affari della City londinese, il vero investimento è qui, in provincia di Ragusa!” Il prestigioso quotidiano inglese “The Daily Telegraph” scommette sugli iblei.

Correva l’anno 2004. 

Idyllic scenari”, scenario idilliaco, clima “fabolous”, cibo e vino “great”. Così il Daily Telegraph, nell’inserto immobiliare Property, parlava degli iblei. Consigliando ai propri lettori di comprare casa dalle nostre parti.

E
la mafia? Non c’è problema: il Daily Telegraph definisce il ragusano “provincia babba”, con un’espressione idiomatica dialettale che significa “sempliciotta”.

E
i prezzi? “Bargain”, convenienti. Tanto più se confrontanti con la “rival” Toscana.

A riprendere nei giorni successivi il pezzo del Telegraph fu la giornalista de “La Repubblica” Rosaria Amato. E così, dopo la riscoperta del ragusano, di Modica e di Scicli, da parte degli italiani, che hanno potuto ammirare nelle quinte sceniche barocche della città la Vigata di Salvo Montalbano, le cui storie sono tratte dai romanzi di Andrea Camilleri, è stata la volta degli inglesi.

E se la Toscana è stata ribattezzata “Chiantishire”, in omaggio alle terre in cui si coltivano i pregiati vitigni del Chianti, oggi gli inglesi contano una nuova contea, il “Ragusashire”.

La zona ha da tempo i suoi estimatori, spiegano gli agenti immobiliari inglesi: l’editrice Elvira Sellerio comprò casa da queste parti, molti registi hanno ambientato qui i loro film già dagli anni sessanta.

Fra i titoli più conosciuti “Divorzio all’italiana” di Pietro Germi, “Gente di rispetto” di Luigi Zampa, “Kaos” dei fratelli Taviani, “L’uomo delle stelle” di Giuseppe Tornatore.

Luoghi intatti: un’altra caratteristica del ragusano che The Daily Telegraph non manca di sottolineare. I centri storici e le campagne qui hanno mantenuto l’aspetto di un tempo e ricordano in qualche misura alcune lande inglesi per la cura con cui sono mantenute. E se serve una nobilitazione letteraria basti ricordare che della provincia parla anche Leonardo Sciascia in “Invenzione di una prefettura”, mentre Modica ha dato i natali a Salvatore Quasimodo, e di Scicli Elio Vittorini scrive: “Case su dirupi, una grande piazza in basso… e fabbricati ecclesiastici…come acropoli barocche. E’ forse la più bella città del mondo. E la gente è contenta nelle città che sono belle”.

Insomma, gli ingredienti ci sono tutti per dire che gli appetiti immobiliari si possono concentrare legittimamente sulla nostra provincia.

Del resto nello scorso autunno l’industriale Carlo De Benedetti ha fatto una capatina in zona in cerca di vitigni da acquistare, anche perché produrre vino fa molto chic negli ambienti dell’alta finanza e la Sicilia è la terra del Nero d’Avola. Il riconoscimento Unesco e il suo essere “alternativa” ai circuiti già battuti, della grecità e dell’asse Palermo-Catania, rendono questa provincia “misteriosa” e per ciò stesso da scoprire.

Gli interessi che contano si muovono silenziosamente e se investire in quote azionarie può essere talvolta rischioso, viva il bene rifugio per antonomasia: case, terreni e proprietà immobiliari da acquistare ora, consci che da qui a qualche anno si apprezzeranno  notevolmente. A Londra lo hanno capito prima che da noi, forse. A questo punto ci si può aspettare un certo afflusso di capitali stranieri e una sostanziale internazionalizzazione dei flussi turistici. Bisognerà pure saperlo in anticipo per non restare impreparati. Resta una informazione: dopo il Chianti per gli inglesi viene la provincia di Ragusa.

La competizione si gioca su livelli piuttosto alti.