Cronaca Vittoria

Affaire sabbia dai fondali iblei, la ditta Arenaria fa marcia indietro

Una lettera con cui si ufficializza la rinuncia all'indirizzo della Guardia di Finanza

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Vittoria - L’ Arenaria s.r.l., in via cautelativa, ha inviato una memoria difensiva alla Procura di Ragusa e al comando provinciale della Guardia di Finanza, rinunciando formalmente, ed in via definitiva, alla concessione demaniale precedentemente richiesta. La motivazione addotta fa riferimento agli esiti di una ricerca integrativa, che – confermando la presenza di sabbie relitte nelle aree oggetto di concessione – ha tuttavia stabilito che il materiale risulta  depositato ad una profondità tale da renderne impossibile l’estrazione.

L’istanza, presentata nel novembre 2010 dalla società emiliana, era finalizzata ad ottenere l’autorizzazione ad estrarre sabbia e ghiaia dai fondali iblei  su tre aree estese, in totale, oltre 216 kmq..

La motivazione principale della richiesta era il ripascimento delle spiagge ragusane, afflitte  dal perenne  fenomeno dell’erosione, come gran parte  delle restanti coste siciliane.

La notevole ed inconsueta estensione delle zone interessate dal progetto ed il  conseguente, inevitabile impatto ambientale che ne sarebbe derivato, hanno determinato, da subito, numerose problematiche al relativo iter autorizzativo, attirando  l’attenzione  delle associazioni ambientaliste locali.

I medesimi studi del C.N.R. hanno motivato, peraltro, il parere negativo al rilascio della concessione da parte dell’A.r.p.a. di Ragusa, interessata al riguardo, dall’assessorato tutela e ambiente della regione di Palermo, unitamente al servizio V.i.a. – V.a.s. della regione di Palermo, al genio civile di Ragusa, all’agenzia delle dogane di Siracusa ed alla soprintendenza del mare di Palermo.

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L’arenaria, però, appariva ormai intenzionata ad investire ingenti capitali in provincia, risultando peraltro già titolare di una analoga concessione sul litorale palermitano, come appurato anche dalla Guardia di Finanza, nel corso delle indagini.  

L’eco mediatica di tali eventi, pertanto, ha interessato la Procura di Ragusa, nella persona del procuratore, dott. Carmelo Petralia, il quale, volendo vederci chiaro, ha ritenuto opportuno delegare la Guardia di Finanza di Ragusa, al fine di espletare tutti gli accertamenti del caso.

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La vicenda, infatti, appariva connotata da molteplici aspetti, potenzialmente riconducibili a condotte di rilevanza penale, nell’ottica di un significativo, anche se non ancora concretizzato,  danno ambientale.

Pertanto, nel prosieguo delle indagini, pochi giorni prima di ferragosto, i finanzieri si sono recati presso gli uffici della capitaneria di porto di pozzallo, acquisendo la documentazione inerente il carteggio dell’istanza.

Nei giorni successivi, è stato possibile reperire ulteriore ed importante documentazione presso l’assessorato tutela e ambiente della regione di Palermo.

Per le fiamme gialle era necessario accertare, infatti, la rigorosa applicazione delle procedure, dettate in via principale dal codice della navigazione e del suo regolamento di attuazione.

Espletati comunque tutti gli accertamenti richiesti dalla magistratura, in questi giorni, i finanzieri del comando provinciale di ragusa hanno depositato la relazione finale delle indagini, sul cui contenuto, al vaglio ora dell’ a.g. inquirente, vige il più assoluto riserbo. 

E' recente ed ormai nota, invece, la notizia che la fase istruttoria dell’istanza di concessione si è conclusa e la capitaneria di Pozzallo ha rimesso gli atti all’assessorato tutela e ambiente della regione di Palermo.

In ultimo l’Arenaria S.r.l. ha formalmente rinunciato.


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