Cronaca Vittoria

Omicidio di Ciccio Nigito, la resa di Massimo Interlici

Un chiarimento finito male



Vittoria - Si è costituito presso gli uffici della questura di Ragusa, 'uomo che si è reso responsabile dell'omicidio di Francesco Nigito e del tentato duplice omicidio dei suoi due fratelli minori: Gianluca e Giuseppe.
Si tratta di Massimo Interlici, 36 anni, titolare di una attività per la gestione di macchinette di videogiochi. Inoltre, sono stati tratti in arresto per il reato di favoreggiamento, G. Battista Ventura, 55 anni (detto Titta u marmararu), Enzo Giliberto di 54 anni e il figlio Francesco di 32, Rosario Greco di 27 anni. Altre due persone che facevano parte del gruppo, sarebbero state sentite, ma il condizionale è d'obbligo in quanto nessuno tra i titolari delle indagini, polizia e carabinieri, si è sbilanciato o ha risposto alle decine di domande mirate che sono state poste.
Un gruppo di persone, dieci dunque, che si sono incontrate in via Adua molto verosimilmente per quello che potremmo definire un "chiarimento". Un episodio che oltre ad essere di per se stesso, molto complicato, è reso ancora più complicato dalla riservatezza con cui gli investigatori lo gestiscono.
Ma cerchiamo di ricostruire i fatti cercando di mettere insieme tutti i pezzi di un mosaico che abbiamo raccolto in maniera certosina, appropriandoci delle testimonianze di alcuni involontari testimoni che a denti stretti anno accettato di parlare. Intorno alle 13,15, Massimo Interlici e altre due persone, probabilmente le stesse di cui non ci è dato sapere, ma certamente vicine ad Interlici, si incontrano in via Adua con i tre fratelli Nigito: Francesco, deceduto la sera della sparatoria a seguito delle gravissime ferite riportate, Gianluca e Giuseppe. Quindi il gruppo composto da 6 persone, tre da un lato e tre dall'altro, stando alle dichiarazioni raccolte, discute in maniera pacata per qualche minuto. Nel frattempo, non si capisce se in maniera occasionale o perché concordato preventivamente, a bordo di un'auto arrivano i due Giliberto, padre e figlio e G. Battista Ventura. L'autista dell'auto, ferma quest'ultima e i tre scendono e si uniscono agli altri 6. L'ultima persona, Rosario Greco, anche questo a bordo di un'auto, transita dalla via Adua, vede i 9 che discutono, si ferma e si unisce al corposo gruppo.
L'incontro va avanti ancora per altri minuti, secondo qualcuno una decina di minuti, secondo altri meno, senza che si registrino toni accesi. Improvvisamente accade qualcosa che scatena un vero e proprio inferno. Francesco Nigito corre verso Massimo Interlici, presumibilmente per aggredirlo, questo scappa, percorre una decina di metri, si ferma e tra le sue mani compare una pistola, si gira in direzione del suo inseguitore e prima che questo lo possa raggiungere, gli esplode contro diversi colpi, forse 5 o 6, colpendolo al basso ventre. Nigito cade a terra ma nel frattempo gli altri due fratelli che hanno sentito i colpi, tornano indietro verso Interlici, questo impugna un'altra pistola e spara contro i due per fortuna senza colpirli in parti vitali, e insegue Giuseppe continuando a sparare all'impazzata, fino al negozio di una parrucchiera dove questo si rifugia dopo avere infranto la vetrina posta a protezione dell'ingresso.
Il resto è storia già raccontata e nota, tranne il particolare che tutti gli altri che adesso dovranno rispondere di favoreggiamento, si sono defilati ad uno ad uno, forse con la speranza che potessero non rimanere coinvolti nel drammatico fatto di sangue.

La Sicilia


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