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Scarseggia acqua potabile a Ragusa, precettati i pompieri

E’ emergenza

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Ragusa - La situazione si fa sempre più critica. La pioggia di venerdì ha fatto alzare la percentuale di ammoniaca nell'acqua e, nonostante i livelli siano diminuiti rispetto alla prima fase di inquinamento, non c'è ancora l'«ok» dei servizi sanitari per il riutilizzo del prezioso liquido dei pozzi B e B1. 

Già nella giornata di sabato, dopo gli opportuni interventi di "sanificazione", sono state utilizzate tre autobotti dei vigili del fuoco messe a disposizione dai comandi di Enna e Catania. Anche ieri hanno fatto la spola per prelevare il prezioso liquido dall'impianto di contrada Petrulli per portarlo nelle case dove manca. A collaborare con le operazioni di prelievo e trasporto dell'acqua le pattuglie dei Vigili Urbani che raccolgono le centinaia di richieste che provengono ogni giorno. Altre due autobotti dei pompieri stanno, invece, lavorando a Vittoria, dove ci sono altri problemi idrici.

Pure oggi e nei prossimi giorni, con tutta probabilità, i vigili del fuoco aiuteranno l'ufficio idrico comunale per dare una risposta alle richieste. Si parla di circa 180 domande quotidiane, e il Comune riesce ad evaderne al massimo una cinquantina.  

I tecnici comunali avevano promesso entro il fine settimana il ripristino dell'erogazione dell'acqua dai pozzi inquinati per una fortissima presenza di ammoniaca. Eventualità che si sarebbe realizzata solo nel caso in cui i valori delle acque fossero risultati entro le norme di legge. Ma, evidentemente, pur essendo scemato il livello dell'ammoniaca, l'ente ha preferito la prudenza.
Ma quand'anche i valori delle acque fossero entro i limiti, il problema dell'inquinamento resta. Sia per quanto riguarda le responsabilità passate che per quel che concerne la nostra sicurezza futura.
Il perché lo spiega a chiare lettere il documento che l'Arpa di Ragusa ha inviato, in tempi non sospetti, al Commissario straordinario Margherita Rizza, all'Azienda sanitaria provinciale ed al dirigente del settore Ecologia della Provincia di Ragusa.
Nel testo del 19 gennaio si legge quel che già si sapeva. Ovvero che il problema è molto grave e si ripresenta tutte le volte che il territorio è interessato da intensi piovaschi. Dunque è un problema che va affrontato a monte, e mai espressione dev'essere intesa alla lettera. In questo caso, ci riferiamo agli allevamenti intensivi di bestiame presenti sull'altopiano ibleo. L'Arpa spiega di avere fatto alcune prove con dei traccianti, ovvero mettendo un colorante in una quantità d'acqua specifica riversata in un terreno adiacente ad una concimaia. Questo colorante, due giorni dopo, si trovava dentro la sorgente. Il che vuol dire che l'inquinamento nelle acque deriva proprio da quel punto specifico.
Ma c'è di più. La relazione dell'Arpa dice che la quantità di ammoniaca riscontrata nelle sorgenti è pari alla quantità di ammoniaca che c'è in un refluo che entra in un depuratore: ovvero, l'acqua delle sorgenti che sono risultate inquinate è identica a quella che si trova in una fogna.
Un dato impressionante che aiuta a capire le proporzioni del problema.
Allarmante anche il fatto che alcune aziende zootecniche non abbiano fatto entrare gli analisti dell'Arpa impedendo loro di svolgere il compito di controllo. Un modo di agire che sembra palesare un comportamento non proprio cristallino da parte di questi imprenditori.
Detto questo, il problema centrale è che i pozzi del Comune di Ragusa "funzionano" ad intermittenza. Se non piove, infatti, i valori dell'ammoniaca scemano rapidamente. Ma se le piogge si ripresentano, con esse rischia seriamente di ricomparire anche il problema inquinamento.
I cittadini, intanto, appaiono abbastanza allarmati. I disservizi idrici di quest'ultima settimana, infatti, hanno messo a dura prova la pazienza dei ragusani. Ore al telefono per ottenere una risposta dagli uffici comunali preposti. Giorni per avere l'erogazione d'acqua tramite autobotte. La situazione è grave. Oltretutto, grazie alle miti condizioni climatiche di quest'ultimo periodo, non piove ormai da giorni.


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