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Imu Agricola, incarico all'avv. Scuderi

Per un ricorso al Tar del Lazio

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Modica - Si allarga e si alza il fronte del contenzioso giudiziario nei confronti del Governo contro i provvedimenti sull’Imu agricola.
Il sindaco di Modica, Ignazio Abbate, ha incontrato questa mattina a Catania, il prof. avv. Andrea Scuderi, alla presenza di altri colleghi (i sindaci di Racalmuto, Niscemi e Santa Maria di Licodia) per decidere la presentazione di un nuovo ricorso, al Tar del Lazio, sul DL del 24 gennaio scorso che nei fatti conferma gli effetti dell’IMU agricola.
Il nuovo ricorso sarà presentato venerdì 27 febbraio p.v. con una camera di consiglio programmata per il 18 marzo p.v.
“Sono stati peraltro evidenziati, afferma il sindaco Abbate, profili di incostituzionalità nel recente provvedimento atteso che nei fatti si pratica una concorrenza sleale, e quindi una disparità di trattamento, tra le imprese agricole operanti magari nello stesso territorio ma che presentano con caratteristiche diverse.
Il Comune di Modica con l’IMU agricola verrebbe a perdere 850mila euro di trasferimento dallo Stato visto che tanto ammonta l’introito accertato della tassa; ma la cosa più grave e che questo taglio avrebbe effetto retroattivo nel bilancio 2014!
Faccio un appello agli altri sindaci, soprattutto a quelli della nostra ex provincia, perché diano forza, aderendo al ricorso, alla nostra azione che è legittima e a tutela dell’intero mondo agricolo.
E’ altresì auspicabile che le giunte adottino la delibera con la quale non vengono applicati gli interessi di mora per mancato pagamento della tassa, entro la scadenza, come ha fatto il comune di Modica”.
Il sindaco Abbate rivolgendosi alle imprese agricole del territorio della città li invita a non versare l’IMU agricola sino al 25 di marzo p.v. giorno nel quale scade il termine di riconversione del DL.
“Andremo sino in fondo in questa rivendicazione contro quello che definiamo, conclude il sindaco, una prevaricazione da parte dello Stato. Ove le nostre richieste non dovessero essere accolte dalla giurisdizione italiana ci rivolgeremo alla Corte di Giustizia dell’Unione europea per vederci riconosciuto il principio dell’equità della legalità”.


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