Attualità Vittoria

Il Volcàn Quartet di Gonzalo Rubalcaba al Jazz Fest

Musica cubana

https://www.ragusanews.com/resizer/resize.php?url=https://www.ragusanews.com/immagini_articoli/28-06-2015/1435504326-0-il-volcan-quartet-di-gonzalo-rubalcaba-al-jazz-fest.jpg&size=750x500c0 Il Volcàn Quartet


Vittoria - Il Volcàn Quartet si è impadronito di Piazza Henriquez. Ieri sera abbiamo assistito ad un concerto dal sapore cubano. Una conquista musicale avvenuta già alle 18.30, tempo d’inizio di un lungo, meraviglioso, soundcheck, che ha lasciato senza fiato i primi frequentatori della piazza.
Quando Gonzalo Rubalcaba è arrivato con i suoi musicisti, Giovanni Hidalgo, Armando Gola e Horacio “El Negro” Hernandez, è stato spettacolo. Rubalcaba si è seduto al pianoforte, dando prova di uno straordinario virtuosismo. Un amore per il jazz nato a soli sette anni, come ha raccontato il pianista.
“A casa di mio cugino – ha dichiarato Rubalcaba – c’erano i vinili dei grandi del jazz. Ho cominciato ad ascoltare, ascoltare, ascoltare, fino a quando il jazz è entrato nelle mie vene. Sono sempre stato molto affascinato dall’improvvisazione jazzistica che veniva continuamente mescolata con la ritmica”.
Il jazz per Rubalcalba è certamente libertà espressiva, ma solo se “filtrata” da un lungo, anzi lunghissimo, studio.
“Il jazz – ha affermato il musicista – è conoscenza, preparazione, disciplina, impegno intellettuale e tecnico. Bisogna studiare, conoscere le biografie dei grandi, costruire relazioni con tanti altri musicisti”.
Così nasce ciò che Gonzalo Rubalcaba definisce il suo “latin-american jazz”, figlio di contaminazioni e di incontri tra la tradizione nordamericana e le sonorità cubane. La sua musica è magica. Dai ritmi caldissimi, dagli intensi fremiti. Restare calmi e immobili ascoltando il jazz dei Volcàn è impossibile. Un sabato sera tutto da ballare, anche inseguendo i ritmi effervescenti della Conturband. La street band, infatti, è tornata nelle vie del centro cittadino, per raccontare la meravigliosa storia di un jazz che affonda le sue origini nei corpi bandistici, in particolare modo siciliani.
Ora è scattata l’ora di Francesco Cafiso, l’anima artistica del jazz, che già pregusta, insieme al patron Emanuele Garrasi, la prossima nona edizione.
“Ci divertiamo un mondo a fare il festival – sottolinea Garrasi – anche se costa sudore, impegno, fatica. Lo facciamo in nome dell’amato jazz, della nostra amicizia e, soprattutto, dell’amore viscerale per Vittoria”.
Stasera Cafiso porterà sul palco il chitarrista Francesco Buzzurro. Ma sarà presente anche il resto della band: Giovanni Amato alla tromba, Humberto Amésquita al trombone, Mauro Schiavone al piano, Giuseppe Bassi al contrabbasso, Roberto Pistolesi alla batteria. E, prima del concerto, sul mondo del jazz si alzerà anche il grande schermo, con la proiezione di “Tutti for Luis”, seconda parte del documentario-tributo a Louis Armstrong diretto da Ciprì e Maresco, che ha inaugurato il “Vittoria Jazz &Blues Film Festival”, la cui direzione artistica è firmata da Giuseppe Gambina.


© Riproduzione riservata