Giudiziaria Scicli

Verso la sentenza il processo sui cani killer

Chieste condanne esemplari

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Scicli - Giunge alle battute finali il processo per appurare eventuali responsabilità nella morte del piccolo Giuseppe Brafa, avvenuta nel marzo del 2009. Aveva solo 9 anni quando, uscito per fare un giro in bici, fu aggredito da un gruppo di cani a Punta Pisciotto, precisamente nel tratto di strada interna che congiunge Marina di Modica alla frazione balneare sciclitana.
Il pubblico ministero Alessia La Placa ha formulato ieri, dinanzi al Collegio penale presieduto dal giudice Saito, le sue richieste per gli imputati: lo sciclitano Virgilio Giglio, difeso dall’avv. Francesco Riccotti, l’ex sindaco di Scicli, Giovanni Venticinque, i veterinari dell’Asp di Ragusa: Saverio Agosta, Antonino Avola e Roberto Turlà, e i dipendenti comunali di Scicli Salvatore Calvo e Giuseppe Pisana, che, ciascuno per le proprie responsabilità, devono rispondere di omicidio colposo, omissione d’atti d’ufficio, falsità ideologica, lesioni personali in concorso e interruzione di pubblico servizio.
Si alleggerisce la posizione di Giglio, l’unico tra gli imputati ad avare subito l’arresto e il carcere per la morte del piccolo. Il pm ha chiesto per lui 3 anni e 9 mesi di reclusione per il reato di omicidio colposo, chiedendo l’assoluzione per resistenza a pubblico ufficiale, escludendo l’aggravante della consapevolezza, anche se la sua condotta – come ha sottolineato la pubblica accusa – ha portato all’assembramento di un gruppo di cani in zona, e ha chiesto la prescrizione per i reati ambientali che gli erano stati ascritti. “Ritengo che nei confronti di Giglio si aprano degli spiragli verso l’assoluzione – ha commentato il suo legale, avv. Riccotti –”.
Richieste pesanti per l’ex sindaco di Scicli, Giovanni Venticinque. Il pm ha chiesto 4 anni e 10 mesi per il concorso in omicidio colposo e lesioni gravissime (quelle nei confronti della turista tedesca Marija Stefanie Mikulcic, parte civile nel processo, aggredita dai cani due giorni dopo la morte del bambino). Il pm ha chiesto per lui anche 8 mesi di reclusione per omissione di atti d’ufficio. Dalle testimonianze rese in aula nelle tante udienze che si sono succedute è emerso come gli organi competenti comunali fossero stati informati da numerosi cittadini della presenza di quei cani. Tra gli imputati c’era l’allora comandante dei vigili urbani di Scicli, Nifosì, che nel frattempo è deceduto. Per lui si è registrata l’estinzione del reato per la sopraggiunta scomparsa. Il pm ha rilevato i rimpalli tra il comando dei vigili urbani e l’ufficio ecologia.
Richieste di condanna pesanti anche per i veterinari. Per Roberto Turlà il pm ha chiesto un totale di 7 anni e undici mesi di carcere, di cui 4 anni e 2 mesi per il reato più grave di omicidio colposo e lesioni gravissime, per il collega Saverio Agosta un totale di 6 anni e 5 mesi di carcere, di cui 3 anni e 9 mesi per il reato più grave, per Antonino Avola 4 anni di reclusione, di cui 2 anni e 4 mesi per il reato maggiore. Per il dipendente comunale Calvo la richiesta è di 4 mesi.
Per la pubblica accusa sono queste le responsabilità che emergono nel procedimento. Dopo l’aggressione al piccolo Brafa si sarebbe potuta evitare quella alla turista tedesca? È uno degli interrogativi che sono stati posti nel tempo in aula. Di fatto l’attacco sferrato alla donna, che stava facendo jogging, è avvenuto solo due giorni dopo la morte del bambino. È stata lei stessa, nelle scorse udienze, a raccontare ai giudici quei momenti terribili e a mostrare in aula le cicatrici delle ferite agli avambracci e al volto.


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