Ispica - Alle 14,45 di ogni 11 gennaio gli anziani di Ispica si inginocchiavano davanti alle porte delle loro case, mentre le campane delle chiese della città rintoccavano a morto. 323 anni fa il terremoto.
“All’unnici i jnnaru a vintu’ura
fu pi tuttu lu munnu ‘na ruìna:
piccili e ranni sutta li timpuna
riciènu – Aiutu! – e nuddu ci ni rava.
Si n’era pi Maria, nostra Signura,
tutti forrimu muorti all’ura r’ora;
all’ura r’ora ciancieriemmu forti
se Maria nun facìa li nuostri parti
…”
Da quell'episodio straordinariamente tragico, che in taluni casi decimò due terzi della popolazione, nacque l'altrettanto straordinaria esperienza della ricostruzione barocca del Val di Noto, oggi Patrimonio dell'Umanità.
Mentre in ginocchio, davanti all'uscio delle case gli anziani ripetevano la nenia in dialetto, una candela restava accesa alla finestra per ricordare chi non c'è più.
Il ricordo in ispicaospitalitàdiffusa.com.