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Bitter Virgin, un manga che parla di violenza sulle donne

Binomio stupro-gravidanza



La lettura di questo manga, ancora inedito in Italia, è un salutare pugno nello stomaco nonostante resti un’opera assolutamente godibile, anche per chi non è un amante del genere. Bitter Virgin è un manga di genere Seinen scritto da Kei Kusanoki ed edito nel 2005. Un’opera difficile. Un’opera che fa riflettere. Un’opera incentrata sul binomio stupro-gravidanza e relative conseguenze psicologiche. Un’opera importante che andrebbe letta soprattutto perché, nonostante la tematica, il finale dona una speranza: la speranza dei sopravvissuti. La speranza di chi è giovane e ha comunque una vita davanti. La speranza salvifica dell’amore. Qualcuno potrebbe arricciare il naso: è giusto “spettacolarizzare” una tematica così importante e difficile? La risposta ovvia sembrerebbe negativa. Ma quando una mangaka riesce a trattare un argomento così delicato con grande maestria, allora si arriva alla conclusione che è possibile davvero parlare di tutto in un’opera a fumetti, purchè si abbia grande intelligenza emotiva. E questo è il caso di Bitter Virgin.

LA STORIA NARRATA DAL PUNTO DI VISTA MASCHILE

Nonostante la storia ruoti attorno alla violenza sessuale subita dalla giovane Hinako Aikawa, la storia di Bitter Virgin viene narrata seguendo il punto di vista del suo compagno di classe, Daisuke Suwa. Adolescente superficiale, furbo e un po’ cattivo con il genere femminile (è uno degli studenti più ammirati), bolla sin dal primo momento come “strana” la timida e riservata Hinako, da lui ritenuta una “gattamorta”. Un giorno, per puro caso, viene a scoprire il tragico segreto che la ragazza nasconde: il patrigno l’ha violentata più volte e lei è rimasta incinta per ben due volte. L’ultima volta ha dato il suo bambino in adozione. Dopo questa terribile vicenda, ha sviluppato un profondo orrore per gli uomini e si tiene a debita distanza da tutti. Veramente drammatiche, tra l’altro, le scene in cui la ragazza non viene creduta dalla madre, sino a quando non resta incinta. Nel momento in cui Daisuke scopre la verità, inizia a guardare la ragazza con altri occhi. Hinako non è più definita “strana”, ma “rotta”. Proprio come una bambola, spezzata. Ma Daisuke, da questo momento, finisce per apprezzarne la grande forza d’animo, che le permette di portare tutti i giorni quel fardello e capisce ben presto di esserne innamorato. Ma la storia si prospetta sin dal primo momento complicata: sarà molto difficile per Hinako riacquistare fiducia nel genere maschile e solo l’amore incondizionato di Daisuke riuscirà a farla aprire ancora una volta.

DAISUKE E IL RAPPORTO CON LE ALTRE DONNE

La conoscenza di Hinako permetterà al protagonista maschile di comprendere meglio l’universo femminile e le altre figure che lo circondano, come la sorella maggiore Izumi. Uno degli argomenti affrontati in  Bitter Virgin, infatti, è quella della maternità negata. Il confronto fra la storia di Hinako, rimasta incinta in seguito ad uno stupro, quindi contro la sua volontà, e quella di Izumi, invece, che ha partorito un bambino morto, le renderà straordinariamente vicine. In perfetta contrapposizione a Hinako e a Izumi c’è Kazuki, compagna di classe di Daisuke che compie atti di bullismo sulla povera Hinako, se non addirittura violenze fisiche, pur di conquistare Daisuke. L’universo femminile, insomma, è rappresentato in quest’opera in tutte le sue sfaccettature. Il tutto, filtrato dalla tragedia personale che ha colpito la mangaka e che ha fatto nascere questa storia: Kei Kusanoki, infatti, che fino ad allora si era dedicata ad opere leggere, ha scritto Bitter Virgin in seguito alla nascita di un figlio morto. Il personaggio di Izumi, infatti, è ispirato a sé stessa.

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