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Se Dio fosse donna

Dio odia le donne?

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Ragusa - Quando si tratta di discriminare la donna, le principali religioni monoteiste sono tutte d'accordo. Ogni donna sarà etichettata come figlia di Maria o figlia di Eva: la donna è l'origine del peccato, la tentatrice che seduce e porta alla perdizione. Norme, tradizioni e costumi hanno l'unico scopo di perpetuare il controllo sociale sulla donna, spesso grazie alla sua pia connivenza, ancora più spesso attraverso l'assuefazione alla violenza. Sono queste le tematiche principali affrontate nell’ultimo libro scritto dalla giornalista Giuliana Sgrena dal titolo emblematico: “Dio odia le donne”, edito da “Il Saggiatore” e che è stato presentato a Marina di Ragusa in collaborazione con l’UAAR, l’unione degli atei e degli agnostici razionalisti. Le tre principali religioni monoteiste, ovvero il Cristianesimo, l’ebraismo e l’islam, hanno questo in comune: l’idea di una donna ancora ancorata  ad un concetto di sudditanza maschile. La sua dominazione avviene anche attraverso il controllo della vita sessuale: “La religione cattolica è quella più presente in questa sfera. Basti pensare la sua ferma opposizione ai contraccettivi”, spiega la scrittrice. I casi più estremi di controllo sessuale, però, riguardano purtroppo il fenomeno dell’infibulazione, ancora presente in molte parti del mondo. Ma la serata è stata anche occasione per parlare dell’esperienza in Iraq. Giuliana Sgrena, infatti, è nota al grande pubblico per essere stata sequestrata in Iraq e poi liberata nel 2005 dalla Jihad, quando era inviata del Messaggero. Anche in questo caso, la Sgrena ha raccontato delle differenze fondamentali fra uomini e donne in una terra di confine e particolarmente complicata come l’Iraq di quegli anni: “Non ho mai portato il velo in quei Paesi, tranne quando era obbligatorio. Una volta alcune donne algerine mi hanno detto che la chiave di tutto è essere sempre sé stessi. Ebbene, ricordo ancora alcune mie colleghe donne, giornaliste italiane, che andavano in giro con il velo solo per farsi notare”. L’esperienza della prigionia, invece, ha confermato il suo ateismo: “Al ritorno dalla prigionia una suora mi chiese: perché non ha pregato? Io non ho mai pregato. Non ho mai sentito l’esigenza di farlo. Durante quei giorni, ho guardato idealmente all’esperienza di Nelson Mandela. Nei confronti dei rapitori ho sempre avuto un atteggiamento di sfida e non ho mai pianto”. E la situazione italiana? Giuliana Sgrena non ha dubbi: “L’Italia non è uno Stato laico, visto che s’insegnano due ore di religione alle elementari, le stesse ore riservate all’insegnamento dell’inglese”.  Giuliana Sgrena ha effettuato un’altra presentazione del suo libro anche a Scicli. E sulla cittadina barocca, e in particolare sull’Albergo diffuso, ha avuto parole di grandissimo apprezzamento. Ha  scritto in un post: “Una scoperta fantastica, un’ospitalità attenta in un ambiente curato e prezioso. Hanno curato le presentazioni Valentina Accaputo e Corrado Corliti.


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