Ispica - "Spero che ci hai sentito da lassu ma una cosa è certa, che i tuoi ricordi, i tuoi sorrisi, le tue battutte, le tue frasi, le tue dediche, le nostre giornate trascorse in pista saranno per sempre scolpiti nei nostri cuori".
La pista, la moto, la passione per le due ruote, per la velocità.
Samuele Peluso ha perso la vita a 19 anni, in auto, nel furgone del'azienda familiare presso cui lavorava, mentre da Ragusa raggiungeva Modica.
Una, due carambole, l'auto che cappotta su se stessa, due auto evitate, una terza colpita in pieno.
Un ragazzo solare e pieno di energia, servizievole, così lo ricordano gli amici.
E fra questi i giovani motociclisti ispicesi, suoi coetanei, che si interrogano ora sul perchè si muore.
In pista, ma anche fuori dalla pista, dove la velocità è un desiderio, un divieto, un rischio.
Samuele è morto e nessuno lo può restituire. Ai familiari, agli amici di scorribande. Cui resta ora un monito. La vita è una. E va vissuta, con consapevolezza.