di Redazione
Mentre nel mondo virtuale dei blog abbondano e impazzano i video satirici con protagonisti i leader della campagna elettorale, nelle stanze piccole ma reali del Viminale abbondano e impazzano i simboli dei partiti, in vista della corsa elettorale del prossimo 13 aprile.
Ne sono stato depositati complessivamente 177. E poi dicono che gli italiani si sono disaffezionati alla politica. Vero, non siamo ai 190 simboli, il record delle elezioni del 2005, ma sono comunque di più dei 170 del 2006: ben sei bacheche riempite, oltre alla prima fila di una settima bacheca. L’ultimo della lista è “Italia Popolare”. E ha per simbolo quello originale dei Popolari. Candidato premier è niente meno che Di Dio (Antonio di nome), che ci tiene molto a ricordare che il simbolo è quello che c’era all’epoca di Gerardo Bianco. Ma c’è anche quello di Mirella Cece, fondatrice di un partito monarchico dalla dicitura chilometrica che si richiama al Sacro Romano Impero. Lei si definisce “cattolica e filomonarchica” e sottolinea con orgoglio di ricoprire l’incarico di “guardia scelta alle tombe reali del Pantheon”. In passato già candidata a sindaco di Roma, alle politiche e alle europee, fa sapere che “non ci saranno candidati in lista” sotto il suo simbolo: lei corre da sola. La precedono gli amici “Grilli” di Torino, primi e secondi con “Lista del Grillo Parlante” e “Grillo Presidente”. Che il blogger c’entri qualcosa è dubbio: le sue liste, ha più volte detto il genovese, avrebbero corso solo per le tornate amministrative. Di fatto è il più “citato”: almeno sei liste lo richiamano, addirittura tre fra i primi sei registrati. C’è ad esempio un indice un po’ minaccioso nel logo “Amici di Beppe Grillo” e anche un “Forza Grillo”.
Abbondanti i numeri, parecchie le stranezze. Che ora spetta ai tecnici del Viminale vagliare (togliendo, legge alla mano, i contrassegni identici o confondibili con quelli presentati in precedenza ovvero con quelli riproducenti simboli, elementi o diciture, o solo alcuni di essi, usati tradizionalmente da altri partiti). Tra movimenti federalisti o indipendentisti del Nord, della Sardegna e del Sud, spuntano i soliti animali. Già sfruttati asinelli ed elefantini, ecco la lista col cane alato: è il simbolo di “Veltro nuova albatros”. E quella del “Delfino”, oltre ad un cavallo bianco, i gabbiani di Di Pietro e un logo molto simile che si chiama “Le Ali”. Richiederebbero delle spiegazioni maggiori anche la lista “100%” e quella del “Nucleo Tremmista” (per la meritocrazia), e chissà chi pensa di aggregare il partito “Impotenti esistenziali” del dottor Cirillo. In balia delle onde la zattera del Ppl, il partito del “Pane pace lavoro”. Enigmatico, al centoquarantacinquesimo posto, “Zarlenga Omnia” su sfondo blu il simbolo rappresenta il mondo con sparsi qua e là palloni di calcio. Al centosessantanovesimo il simbolo “Casinò Centro Italia”, con il tappeto da roulette. Pronti ad azioni clamorose, armati di penna e calamaio, i “Giovani Poeti d’azione”; mentre risultano un po’ fredda la grafica del “Partito internettiano”, che vuole rendere “internet patrimonio dell’umanità“. Anche il logo non scherza: una @ sopra una W.
Ma guai a pensare che la “vecchia politica” sia stata archiviata: dal tabellone del Viminale fanno capolino i marchi di Dc, Pli, Psdi, Pri, Radicali. Ci sono Nuovo Psi e Nuovo Msi. All’appello mancano solo il Pci e Dp, altrimenti il panorama di Prima Repubblica sarebbe completo. E comunque: ci sono ben 4 scudi crociati (di cui 3 identici); 5 fiamme (An,
Tanti anche i movimenti nati “contro”: quello del no all’aborto di Ferrara, quello “No ai Pacs”, la lista “No monnezza in Campania” (centotrentaduesimo). Immancabile, in tempi di antipolitica, il logo di “Casta contro”. Per non dire di: “Non remare contro” di Carmine Abagnale, raffigurante un’onda che si alza. Non bisognerà leggere il programma per immaginare che tra quest’ultimo e il partito “Io non voto” difficilmente nascerà un’alleanza…
Fonte: Siciliainformazioni.com
© Riproduzione riservata