“Non abbiamo personale – spiega – per assicurare tale servizio. Gli ausiliari sono stati destinati ai reparti perché carenti di questo tipo di operatori. E’ chiaro che qualcuno il servizio di pulizia dei piatti lo deve svolgere considerato che non si possono assumere dipendenti. Della vicenda ne abbiamo parlato con il direttore generale ed alla fine, considerate queste difficoltà, si è deciso di affidare questo servizio ad esterni. Diciamo che abbiamo creato occupazione e ma ci siamo anche attenuti, nell’affidamento dell’appalto, ai parametri tariffari di mercato”. E’ evidente che questa esorbitante spesa apre il fianco alle polemiche accese dalla Cgil di Ragusa in un’apposita conferenza stampa dove si è parlato di tutti i problemi della sanità. Il mantenimento di questo appalto in dodici mesi farà lievitare i costi fino a circa centocinquantamila euro che “non sono bruscolini”.
Il dilemma è unico: se in cinque mesi la pulizia delle pentole è costato sessantacinquemila euro, non sarebbe più conveniente acquistarle nuove a pedane? Si risparmierebbe anche su acqua, luce e quant’altro serve per il lavaggio.
Radiortm