Cultura
|
06/01/2010 16:32

20 euro per sentire Battiato parlare. La replica

di Giuseppe Savà

Modica – 20 euro per sentire Battiato parlare.

Il nome del cantautore usato per fare audience e spillare 20 euro a un pubblico che deluso ha lasciato il teatro Garibaldi senza capire a chi andavano quei soldi.

A Battiato? No.

E’ stato detto chiaramente che è venuto gratis.

A Sgalambro?

Neanche. Gratis pure lui.

Abbiamo pagato 20 euro per sentire il quartetto d’archi e la recita di due poesie?

Si.

Se questo è fare cultura, le nuove generazioni hanno davvero tanto da insegnarci.

L’iniziativa è di Spazio Musa Modica.

Complimenti per l’incasso.

E lo faccio confidando il mio conflitto di interessi. Due volte ho portato Battiato a Scicli, nel dicembre del 97 e nel giugno del 2003, e mai mi ero sognato di fare i soldi sbigliettando.

 

                                                                                         Giuseppe Savà

 

“Salotto Musa” in risposta a Giuseppe Savà
 
Un evento, una manifestazione, un concerto sono occasioni di incontro, di aggregazione o semplicemente di condivisione di una passione. Possono essere momenti di identificazione in un personaggio, in un gruppo o possono rappresentare solamente attimi di svago e di cultura.


Lo spettacolo, organizzato dall’Associazione Musa e ospitato dal Teatro Garibaldi di Modica lo scorso 6 gennaio, è stato un insieme di tutte queste componenti, ma era prima di tutto una sperimentazione intellettuale. Dibattito e musica, salotto e palco: questi i veri protagonisti insieme a due importanti figure del panorama musicale e culturale. Franco Battiato e Manlio Sgalambro, il cantante ed il filosofo, si sono confrontati su vari temi e su molteplici riflessioni. Dalla Sicilia alla politica, dalla cultura a Bufalino, da considerazioni familiari a quelle più filosofiche: l’incontro, moderato dall’attore Alessandro Romano, si è presentato al pubblico come un grande dialogo comune, reso possibile soprattutto dall’ottima capacità di Romano di condurre e mediare il tutto. Anche la loro riservatezza.


La serata, intervallata da brevi monologhi e da qualche esibizione musicale degli Archimisti e di Veivecura, ha suscitato però non poche polemiche. All’interno di un giornale online, si è aperto infatti un vero e proprio focolaio di discussioni, più o meno animate che tutto hanno fatto, tranne una buona e sana critica costruttiva. Si è parlato del prezzo troppo alto, della pubblicità illusoria che l’Associazione Musa avrebbe effettuato, delle lamentele della gente che ha partecipato. Forse bisogna innanzitutto partire dall’associazione in sé, dalla sua fondazione e dagli scopi che essa si prefigge: nata dall’unione di un gruppo di ragazzi, Musa rappresenta la loro voglia di promuovere cultura ed eventi che si inseriscano in un territorio fertile ma allo stesso tempo poco disposto verso l’innovazione.

Dopo Musa D’Inverno e Musa Festival, due appuntamenti che hanno visto la partecipazione di molti giovani di tutta la provincia, dopo l’organizzazione del concerto di Moltheni, che ha realizzato il tutto esaurito, e di performance dei Marlene Kuntz(il tutto a titolo gratuito o comunque a cifre irrisorie), l’associazione ha voluto sperimentare a Modica qualcosa di innovativo: proporre un ciclo d’incontri finalizzati alla conoscenza di alcuni personaggi illustri, legati a diverse realtà culturali italiane.

La prima serata ha visto contrapposti Franco Battiato e Manlio Sgalambro, personalità di un certo spessore, naturalmente in grado di attirare un numero sostanziale di spettatori. L’evento, nuovo per genere e modalità, è stato pubblicizzato in quanto tale: salotto Musa era infatti il titolo (e ai giornalisti che hanno preannunciato un concerto, non possiamo che chiedere di informarsi ed informare meglio), a cui si è voluti affiancare brevi momenti musicali di giovani modicani, per sottolineare proprio il carattere di apertura e di crescita. Il tutto ha un prezzo così elevato? Purtroppo sì: la cultura in sé ha un valore. E ad ogni modo, nessuno sembra sia stato obbligato a partecipare a quest’evento! La libertà di scegliere arbitrariamente in Italia, se non sbagliamo, c’è ancora.

Si potrebbero fare discorsi economici su costi e ricavi, si potrebbero altresì citare tutte le spese e tutte le entrate ma non è questo il luogo per affrontare certi temi, nè si può pretendere un dettaglio spese. Teniamo ad evidenziare solo un elemento: su 300 posti che il teatro Garibaldi offre (280 poltrone più 20 in surplus), 120 sono stati soltanto accrediti per associazioni, istituti scolastici, istituzioni. Tra questi soltanto 4 giornalisti. Sarà per la noia di partecipare a queste iniziative, sarà per la mancanza di spunti critici (costruttivi, s’intende) o per il cambiamento epocale in cui versa il giornalismo, sempre più proiettato verso il lavoro d’ufficio. Fatto sta che si poteva mostrare una maggiore e una più giusta attenzione. Non focalizziamo l’attenzione solo sui grandi nomi tra gli organizzatori o sul grande marchio di qualche pezzo grosso: ci sono tante piccole realtà che meritano di essere menzionate. E l’Associazione Musa, è senz’altro una di queste.


“Detto ciò spero crolli il mito del giornalismo provinciale  -io critico tutti a tutti i costi-, in Italia sembra essere scomparso già da un pò, ma vedo poi leggo tristi retaggi legati al territorio, non è smontando forzatamente tutto ciò che accade che si diventa affascinanti e degni di nota, caro Savà.

(M.Avveduto / Presidente dell’associazione “Musa”)”
 
 
Michele Avveduto
Stefania Zaccaria
(Ufficio Stampa “Musa”)