Cronaca
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28/11/2010 22:25

Valeria Solarino: Il mio fidanzato mi fa baciare con Scamarcio!

Imbarazzi

di Redazione

Valeria Solarino
Valeria Solarino

Sulla sceneggiatura c’è scritto «bacio delicato». Bacio tra fidanzati che stanno per convolare a giuste nozze. La passione non è richiesta, anzi se si può, meglio evitare. Lui è Riccardo Scamarcio, lei è la modicana Valeria Solarino, il bacio devono darselo sotto gli occhi di Giovanni Veronesi, compagno dell’attrice: «È terribile – sbuffa Scamarcio – dover baciare la fidanzata del regista». Solarino annuisce con lo sguardo misterioso e gli occhi bassi che fanno la metà del suo fascino. Laura Chiatti, invece, ride di cuore: «È stato un teatrino quotidiano, vedere la propria ragazza con un altro partner deve fare una certa impressione, Riccardo ci scherzava molto ma un giorno Giovanni ha detto una cosa che mi ha fatto pensare, quando si ama davvero, le cose che contano sono altre». Sul set di Manuale d’amore 3, episodio «Giovinezza», tre nomi chiave del giovane cinema italiano, tre belli con l’anima, si confrontano con il triangolo di sempre, discutono d’amore e gelosia, mescolano vita e arte.

Lo spunto è nella storia: «Io e Riccardo stiamo per sposarci, arrediamo la nuova casa, siamo convinti che il nostro sarà amore eterno. Poi succede che ci allontaniamo, io capisco che qualcosa non va e alla fine mi vado a riprendere il fidanzato con una consapevolezza più matura, più adulta, perché sono un po’ più avanti di lui». Scamarcio è un Peter Pan arenato «in un paesino dove riscopre il gusto giocoso di certe scemenze adolescenziali, dove nessuno è cresciuto, dove perfino il vigile scherza, dove si ritrova ubriaco sulla spiaggia». E dove, soprattutto, incontra una ragazza, Micol (Laura Chiatti), provocante e misteriosa: «Il mio è un personaggio frizzante, pieno di vita, abituato a enfatizzare tutto, ma anche ambiguo. Sono sposata con un uomo più grande, conosco Riccardo e tra noi accade qualcosa».

Gelosia e tradimento, contorno inevitabile di molti grandi amori: «Sono estremamente gelosa – dice Chiatti – e quindi capisco chi è come me. E poi io, quando m’innamoro, sono istintiva, totalizzante, priva di strategie». Solarino riflette, al momento è alle prese con un altro tipo di problema: «Ho sempre preso parte ai film di Giovanni, mi piace tanto vederlo lavorare, ma stavolta è diverso. È strano, perché di solito tra regista e interprete si crea una complicità speciale. Il fatto è che tra noi ce n’è un’altra, diversa, che viene da prima». Risultato? «È buffo, adesso torno a casa, mi metto a cucinare, e non posso neanche dire che sono stanca perché figuriamoci quanto può esserlo lui che è il regista…». E dire che, per rientrare a casa con lei, in tanti si butterebbero nel fuoco: «La bellezza non è mai un peso, offre sempre dei piccoli privilegi, ma nel lavoro non basta, conta la presenza, quel certo-non-so-che che spinge la gente a uscire di casa per vederti».

Per Scamarcio è più facile, deve fare il beato fra le donne: «Oltre a essere due bellissime ragazze sono anche attrici stupende. E poi c’è Giovanni. Quando ho bisogno di capire bene la scena gli chiedo di farla lui, così colgo i toni giusti». Con Chiatti c’è una vecchia amicizia, risalente agli inizi di carriera: «Io e Riccardo siamo nati insieme, nello stesso periodo, abbiamo recitato fianco a fianco nella fiction Compagni di scuola e poi in Ho voglia di te, adesso ci siamo ritrovati. È un collega straordinario, molto altruista». Uno capace di venir fuori dal cliché di teen-idol. Se non stava attento magari finiva tutto lì, un fuoco di paglia nel segno di Moccia: «Le cose fondamentali sono l’intelligenza e la sensibilità. Quanti attori bellissimi ci sono? Tanti, ma non tutti diventano “teen-idol”. Il punto è andare oltre, avere carisma e personalità».

Tutti e tre, con le loro belle facce italiane, Solarino altera eppur mediterranea, Chiatti solare ma anche conturbante, Scamarcio tenebroso e spiritoso, guardano con preoccupazione alle sorti del nostro cinema: «È stato bello – dice Solarino, madrina del Festival di Roma – la sera della manifestazione contro i tagli vederci per una volta tutti uniti, Nel cinema, in genere, ognuno va per la sua strada».