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Commissario Montalbano batte Grande Fratello 9 mln e 2 contro 6 mln e 3

Share del 31 per cento

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Roma - Il “Commissario Montalbano” in onda su RaiUno in prima serata, continua la sua inarrestabile ascesa e fa registrare una media di 9.293.000 di telespettatori (pari al 31,37% di share).

Su Canale 5 si difende la ventiquattresima puntata del “Grande Fratello 11” condotto da Alessia Marcuzzi, che è stato visto da6.323.000 telespettatori (share 25,79%).

Convincente la prova di Alessandro Intini, giovane attore diplomato all'Accademia. 

Sicilia al Cinema: nonsolomafia

Dopo il grande successo riscosso al cinema, con consenso di pubblico e critica, dai tre atti de "Il Padrino" di Francis Ford Coppola, infatti, la Sicilia è stata spesso protagonista di fiction e film tv che hanno puntato i riflettori sulla mafia. A partire da "La Piovra", con le sue dieci edizioni esportate in ottanta Paesi, che ha dato il via a quel filone "mafioso" culminato nel molto discusso "Il Capo dei capi", seguito da "L'ultimo padrino" con un titolo che volutamente rimanda alla trilogia di Coppola. Un filone che, passando per lavori importanti come "Giovanni Falcone, l'uomo che sfidò Cosa Nostra" o "Paolo Borsellino", non sempre ha reso un buon servizio alla Sicilia, tanto che ancora oggi nelle fiction si tende a confondere la cadenza siciliana con quella mafiosa. Soprattutto in prodotti scadenti come "L'onore e il rispetto", in cui neanche la bellezza statuaria di Gabriel Garko riesce a far dimenticare il suo accento assordante. Purtroppo marcato e generalizzato anche in "Come un delfino", da poco andato in onda, girato tra Catania, Messina e le Eolie con qualche stereotipo di troppo. 
Eppure proprio in queste settimane si sta verificando un fenomeno interessante che lascia ben sperare. Perché mai come in questo mese di marzo la Sicilia trionfa in televisione in modi, toni e contesti diversi. Spaziando dal genere comico al giallo, che a volte si tinge pure di rosa, senza dimenticare la grande Storia. In ben quattro fiction di successo (senza contare "Come un delfino", più vicino al genere mafioso), che hanno persino battuto campioni di ascolto come Il Grande Fratello e l'Isola dei famosi e che parlano con l'accento dell'isola. Finalmente gradevole, o quanto meno naturale.
A volte solo per le origini siciliane degli attori, come in "Cugino&cugino" che vede al fianco di Giulio Scarpati la simpatia messinese di Nino Frassica, cuoco disoccupato sbarcato a Roma da Catania in cerca di migliore fortuna. O come ne "Il commissario Manara 2", interpretato dall'attore di Nizza di Sicilia, Guido Caprino che, dopo ruoli impegnati in film come "I Vicerè", "Lo spazio bianco" e "Noi credevamo", è tornato a vestire i panni scanzonati del poliziotto catanese bello e impossibile, trasferito in Maremma per motivi disciplinari. Look alla Frank Zappa e motocicletta anni '50. E l'ironia irresistibile di un personaggio che sfoggia intuito e soprattutto sex appeal, con una voluta cantilena catanese che caratterizza ma non guasta. 
Altre volte, invece, la Sicilia predomina anche per ambientazione e location, come nell'elegante film tv "Edda Ciano e il comunista", sulla relazione nata tra la figlia del Duce e il partigiano Leonida Bongiorno, conosciuto durante l'anno di confino a Lipari nel 1945. Una grande storia d'amore e dopoguerra raccontata dal giornalista-scrittore Marcello Sorgi nell'omonimo libro da cui è stato tratto il film. Girato tra Lipari e Salina, scritto e diretto con quell'incanto delicato che è proprio di Graziano Diana, con un'intensa partecipazione emotiva anche da parte degli interpreti principali, Stefania Rocca e Alessandro Preziosi, che ne hanno restituito sul piccolo schermo tutta la forza e la sofferenza. Insieme ad un cast ricco di siciliani, da Adriano Chiaramida a Mimmo Mignemi, in un coro di belle voci, intonate al tema, senza accenti siciliani fasulli, in una Sicilia vera e non macchiettistica come spesso, invece, appare in tv. Una Sicilia colta, raffinata e generosa, anche in un piccolo borgo di mare come Lipari, che avrebbe potuto prestare il fianco a facili banalizzazioni e che invece diventa protagonista elegante ed imponente del film. Con i suoi scenari filtrati dalla magia della luce eoliana. Incantata e struggente. Indimenticabile per chi, come Edda, si è lasciato scaldare l'anima dal suo sole. In quell'atmosfera sospesa che ricorda quella inconfondibile della Vigata immaginaria di Montalbano, presepe arroccato a poca distanza dal mare di Ragusa che le presta gli scenari, teatro suggestivo di quella che, all'ottava stagione, si conferma la fiction più amata dagli italiani, di grande successo anche all'estero. Grazie al tocco classico del regista Alberto Sironi e all'insostituibile protagonista, Luca Zingaretti, nei panni dell'affascinante commissario. Più aitante e giovane che nei romanzi di Camilleri, ma con lo stesso modo di ragionare. Ed un accento inconfondibile che risulta persino sensuale, come l'aria da burbero sentimentale. Irresistibile nella sua involontaria comicità, accanto agli immancabili compagni di avventura, Mimì, Fazio e Catarella. Ottime spalle per il commissario, come per l'attore che lo interpreta. 
Basterebbe già questo per spiegare il successo di una fiction che si distingue nel panorama televisivo italiano e che ha aperto la strada ad un'immagine nuova della Sicilia nel mondo. Ma non può dimenticarsi la scrittura brillante di Camilleri, maestro dell'intreccio che si dipana poco alla volta, per intuito e fortunate coincidenze. Una scrittura di qualità le cui pagine rivivono nelle riprese di Sironi e nelle interpretazioni degli attori. Premiate da un pubblico, che con una valida alternativa a reality e tv trash, dimostra ancora di saper scegliere.
Con felice compiacimento di una Sicilia che si divincola da antichi cliché e che, almeno nelle fiction, sconfigge la mafia con fascino, bellezza, intrigo e seduzione. E anche qualche sana risata.


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