Un romanzo del 2002
di Un Uomo libero


Scicli – “Le dolci brezze di Scicli” è il titolo di un romanzo di Luca Canali, pubblicato nel marzo del 2002 per i tipi di Quiritta editore nella collana “Le Pupe”.
Ricordo una mattina, per ragioni di lavoro dovevo recarmi settimanalmente presso gli sportelli della filiale della Banca d’Italia di Ragusa. Vagabondavo dopo per il centro, aspettando che l’autista venisse a prelevarmi. Una sosta presso la libreria Flaccavento, un’altra presso la pasticceria Di Pasquale, dove spesso amavo fare colazione, un’ultima puntatina presso la libreria Paolino, meta obbligata e luogo concordato dell’appuntamento.
Da Paolino curiosavo in vetrina, chiedevo notizie sulle recentissime novità editoriali, sfogliavo qualche pubblicazione che attirava in special modo la mia attenzione.
Fu così che scoprii il romanzo di Luca Canali, fresco di stampa, curiosa e piacevole sorpresa per me che proprio a Scicli ero nato ed ero vissuto per tutto il tempo della vita.
Lo comprai subito ma poi lo dimenticai per un tempo infinito nella mia biblioteca, libro tra libri in attesa della lettura.
Dimenticai anche d’interessarmi al suo autore, anche se, per uno strano e inspiegabile motivo, mi rimase impresso nella memoria il nome.
Fu durante una trasmissione radiofonica, molti anni più tardi, che quel nome mi risuonò familiare nella mente. Una lunga e interessante intervista nella quale il professor Luca Canali raccontava aneddoti della sua vita, incontri importanti, sensazioni, storie.
Luca Canali era stato per tanti anni un attivista del Partito Comunista Italiano e, per questo, invitato, aveva conosciuto Scicli, dove, molti anni fa, il PCI mieteva un vasto consenso popolare.
Luca Canali oggi rappresenta sicuramente l’espressione della cultura italiana più alta. Non solo il grande latinista, traduttore insuperabile di Virgilio e Lucano, ma anche saggista autorevole, poeta finissimo, romanziere dallo stile personale inquieto. Accademico e storico della letteratura latina.
Fu consulente fondamentale anche di Federico Fellini nella realizzazione del famoso “Satyricon” (1969).
Fu redattore della rivista letteraria “Il Contemporaneo”, diretta da Antonello Trombadori, collaboratore di altre riviste letterarie tra cui “Paragone” fondata da Roberto Longhi e da Anna Banti nel 1950.
Ma veniamo al romanzo.
Luca Canali in esso racconta la vita di un ragazzo, Mike, che presto si trasforma in un’epopea borghese e, inevitabilmente, si scontrerà con la giustizia degli uomini. Per una generosità d’animo che non trova nella società che lo circonda la risposta corretta al suo istintivo bisogno di vivere, Mike si lascerà sopraffare da un mondo violento e perverso che non lo può capire e non lo vuole accettare. Eppure il suo candore e la sua razionale coscienza alla fine trionfano sul male che li incrina. La morte li trasforma in un interrogativo atroce che punta inesorabilmente il dito verso gli affetti più intimi e creduti sinceri resi perversi dalla natura stessa che li ha nutriti e cresciuti, che li ha mutati, poi, in veri mostri.
Il racconto sceglie Scicli con il suo borgo marinaro più conosciuto e importante, Donnalucata, per fare da fondale a intricate vicende di sangue, dove il Canali proietta, procedendo “per accumulazioni”(1), storie su storie, nel mal celato disegno di descrivere la Sicilia così com’è o meglio così come gli appare.
Luca Canali, il 3 settembre prossimo compirà ottantasei anni.
Queste mie brevi note vogliono essere soltanto un umile ricordo di un grande letterato che è stato tra noi ma soprattutto vogliono esprimere un “grazie” accorato e affettuoso di uno sciclitano verso un uomo che si è lasciato catturare dal fascino antico e discreto di una città, al punto da voler descrivere il suo respiro più profondo e segreto.
Ad maiora, Professore, dunque!
(1) Luca Canali, La resistenza impura, Manifestolibri, 2010., recensione di Emanuele Fadda
Nella foto, Scicli, la casa del vento
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