Cultura Scicli

Monumenti & Paesaggi. La lezione dell’arte

Cultura e natura

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Scicli - Nell’area iblea si parla di paesaggio e a tratti della sua tutela – addirittura ponendolo come vessillo a movimenti politici – senza rendersi conto fino in fondo del momento che viviamo. È diventato pensiero condiviso la definizione di Paesaggio, così come riportato dalla convenzione europea, senza ben capire i criteri su cui basare la conservazione e la trasformazione e in che modalità ed attenzioni.

Si può assumere una definizione – per quanto coinvolgente – come meta verso la quale tendere, ma ben altra azione è considerarla un dato di fatto. Il destino fatale è segnato finché il territorio sarà considerato come una sterile risorsa da convertire in ricchezza privata. Non bastano a risolvere i  proclami solo politici e strumentalizzazione di amore sperticato per l’ambiente. Il paesaggio, invece, deve essere un territorio da arricchire nelle sue spiccate qualità e irriproducibili identità per tramandarlo. Questa prosecuzione è l’odierna nostra responsabilità. Per attuare questo lascito meritevole, vanno attivate una ampia serie di procedure con alla base l’azione del vincolo più stretto possibile.

Il corpus delle regole è già suggerito nelle iconografie degli artisti della Scuola di Scicli, nel rapporto arte e territorio. La sensibilità di quelle rappresentazioni: è il governo stesso del territorio. Quelle geometrie sono le regole rappresentate degli atteggiamenti amministrativi. Sono – quelle opere alla ricerca della tutela del bello -  manifesti politici. Trattengono coefficiente di bellezza notevoli che possiamo definire a pieno titolo paesaggio. Su quelle opere troviamo l’articolato delle norme non scritte ma già rappresentate, già visualizzate negli effetti propositivi.

Quella iconografia  - scollata dagli intrighi politici e di potere – nata dall’osservazione poetica del paesaggio, dalle suggestioni non solo visive, può suggerire procedure nel governo del territorio. Aiutare a coltivare le sensibilità, contribuire nelle scelte.

Come le conoscenze  fotografiche attraverso l’opera di Giuseppe Leone ed altri fotografi, possono trattenere gradi di senso altissimi di frammenti di paesaggio, come resistenza da non trasgredire e che può contribuire a tracciare la storia ricca nobile del paesaggio Ibleo.

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Le cantilene sul Barocco e i Centri Antichi sono pericolose, perché deviano il ragionamento dalle complessità del governo del territorio e lo spostano verso facili e sterili argomenti di compiacimento salottiero.

Che fare?

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- Traiamo suggerimenti tecnico amministrativi, dalla poetica del percepire degli artisti.

- Indirizziamo il pensiero ai contadini e alla cura che avevano del loro bene e “datore di lavoro”. Avremmo così meno calamità naturali.

- Coinvolgere le scuole nella formazione di una diversa coscienza ed indispensabile cultura del paesaggio.

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La foto (di Pasquale Bellia) della chiesa di San Giovanni è del 1996


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