Scicli - Siamo in piena austerity, va bene. Ma togliere un pezzo di storia dall’album delle tradizioni nostre più belle, non servirà, certamente, a sollevare le sorti economiche e finanziarie del nostro paesello.
Eppure il carnevale della strada nuova non c’è più. Il rigore dettato dalle ristrettezze economiche degli enti locali ha avuto effetto. O forse, gli eredi dei carnaluvari non si emozionano più a riproporre l’antica festa degli sciclitani in maschera.
Che tristezza Martedì sera, attraversare in macchina il corso Umberto di Scicli, sede del carnevale nostro per tradizione. Per antica e rinomata tradizione. È giusto sottolinearlo.
Quanti ricordi a ogni angolo e metro di quella via.
Dalla cabina in legno addobbata di festoni e testa di maiale in cartapesta al tetto, dove si vendevano panini farciti di carne arrostita alla brace e salsiccia nostrana, apprezzato e ricercato dalle migliaia di sciclitani in maschera che passeggiavano, ogni sera, dal sabato al martedì, tra acqua, schiuma, sorrisi, pianti e mazzate, in quella via.
Uno chalet ad usum panini, direbbe oggi il mio amico Savà. Lui ha fatto le scuole alte e conosce il latino, e parla come i vescovi della Santa romana Chiesa.
La casa dei panini era una sorta di cabina di regia per tutto il carnevale. Posizionata al centro della strada nuova, da lì si governava e si controllava tutto il traffico della festa. E che festa, che feste, per grandi e piccini!
Tutto sparito.
Il carnevale della strada nuova non c’è più.
E che dire delle maschere che ogni anno si ripresentavano al pubblico di Scicli. C’era l’indiano con il kimono da karate, chi non lo ricorda? Oppure il signore che vestiva sempre e ogni anno con la divisa da militare, senza maschera. O il tizio travestito da femme fatale, con la pelliccia bianca, minigonna, parrucca nera e tacchi a spillo. Queste maschere erano dei must.
Poi i gruppi mascherati. Ricordo i ragazzi di un comitivone d’allora, oggi tutti seri professionisti, che a ogni anno proponevano al pubblico della strada nuova un tema carnaluvaro nuovo. Dai blues brothers (il film è uscito nella sale nei primi anni ottanta, se non ricordo male) alle angurie spugnose, passando per i pirati di salgariana memoria (ancora jack Sparrow e i suoi pirati dei caraibi non erano nati). Quanti costumi, ogni anno. Quanta festa.
E dei party in maschera nelle case private, temi e costumi nuovi a ogni occasione, ne vogliamo parlare? Il carnevale, per noi ragazzi d’allora, era uno spasso, per davvero.
Bello il carnevale di Scicli, bello il carnevale ‘ra strada nova.
Il martedì c’era la “serata danzante” nel cortile delle scuole nuove, al secondo circolo. Ne ricordo una di “serata” col palco musica allestito nei pressi della palestra dell’istituto agrario. Eravamo poco più che adolescenti. Sarà stato il 1985. Il gruppo che allietava la serata era formato da ragazzi sciclitani, non ricordo il nome d’arte. Il cantante della band era il batterista, questo lo ricordo benissimo (dove c’era un tamburo io mi ci fiondavo!), tecnico del suono un mio amico (un noto Amministratore Delegato, ma non vi dico chi è!). Suonava la hit del momento, Eros Ramazzotti, una storia importante. Galeotta fu la canzone per mio compare che si azzitò!
Anche per questo, ma non solo per questo, per i ricordi appena accennati e per quelli che ho tralasciato, per le memorie che vanno e per le immagini passate in rassegna che come foto ingiallite dal tempo via via sbiadiscono, il carnevale ‘ra stradanova è stato per noi, bambini d’allora, una storia importante.
Una storia da raccontare ai nostri figli. Una storia che i nostri ragazzi, non potranno più vivere.
Il carnevale della stradanuova non c'è più.
Un grazie a Bartolo Trovato per la seconda foto.