Sold out a Camarina
di Redazione


Ragusa – Roberta Torre è stata la protagonista assoluta della seconda serata del XV VideoLab Film Festival. Proseguono le affollate proiezioni nel Parco di Athena del Museo Archeologico di Kamarina. Il festival, la cui conduzione è affidata all’attrice Adriana Tuzzeo, sta incantando gli spettatori-cinefili che giungono da tutta la Sicilia.
Andrea Di Falco, fondatore e direttore artistico del VideoLab, ha dialogato con Roberta Torre. Secondo la regista, “il cortometraggio, è un’opera compiuta che conserva la propria autonomia cinematografica rispetto al lungometraggio”. La regista ha ricordato gli insegnamenti di Ermanno Olmi. Al quale deve la “capacità di scegliere i volti e i corpi”. La Torre ha annunciato che sta lavorando alla produzione di un documentario, il cui titolo provvisorio è “Romanzo della Sicilia che cambia”. “L’idea – ha affermato l’autrice – è quella di rappresentare in maniera autentica il cambiamento reale che è avvenuto nell’isola dalla stagione delle stragi di mafia del ’92 ad oggi”. Per la Torre, il suo film d’esordio, “Tano da morire, aveva l’ambizione di raccontare la mafia dall’interno. Ma, dalla critica, fu letto come un musical comico sulla mafia. È stato un film che ha messo in crisi lo spettatore, che si è trovato in imbarazzo a ridere di cosa nostra. Il giudice Caponnetto allora dichiarò è giusto sbeffeggiare la mafia”. La Torre ha parlato di un film di finzione che ha in mente da sempre ma che non ho il coraggio di realizzare: Rosa e matematica. “Una sorta di biografia romanzata della vita del nonno, scienziato, inventore della lambretta e della rosa blu”.
Alla regista, il festival dedica, infatti, una retrospettiva del suo cinema breve: Visioni in corto di Roberta Torre. Zia Enza è in partenza (Italia 1992, 5’). Un corto che pone due inquietanti interrogativi che tormentano, da sempre, l’uomo.
Tragediatrice (Italia 2000, 15’). Uno studio su una tragedia contemporanea. Volti di uomini dalla fisionomia tipicamente siciliana, in un Nonluogo. Nel quale, una madre gravida, gira vorticosamente su se stessa, quasi fosse il moto di un pianeta nello spazio. E ripete ossessivamente: “Tutti miei figli, tutti, tutti miei figli…”.
Con occhi diversi (Italia 2011, 2’). Video realizzato per la prima edizione del Sicilia Queer Film Fest, gioca sui corpi e sui volti di uomini e donne, sul movimento di mani che coprono e scoprono le espressioni, i sentimenti, i pudori degli esseri umani.
Per le Visioni in corto di Roberta Torre, stasera, sono in programma: La notte quando è morto Pasolini(Italia 2009, 25’), film che torna sull’omicidio, mai chiarito, di Pier Paolo Pasolini, assassinato in un campo incolto della periferia di Roma, il 2 novembre 1975.
Itiburtinoterzo (Italia 2009, 28’), sulla vita, i sogni e le speranze di un gruppo di ragazzi di Tiburtino Terzo, quartiere della periferia romana.
La retrospettiva dedicata alla regista si conclude domani sera. Con la visione di quattro corti:
Angelesse (Italia 1994, 35’), che mostra sette ritratti di donne palermitane dei quartieri-dormitorio della periferia urbana (Zen e Borgo Nuovo), tradizionalmente considerati “a rischio”.
Spioni (Italia 1994, 15’), sui ragazzi del quartiere Brancaccio, che ritengono che la mafia sia l’unica vera prospettiva di guadagno e protezione, di fronte a uno Stato che considerano “assente”.
La Fabbrica (Italia 2010, 7’), che narra le vicende di un esercito di bambini che deve esprimere un desiderio, prima abbandonare la fabbrica.
Il Cielo Sotto Palermo (Italia 1995, 6’), su un incontro con i detenuti dell’Ucciardone, nel quale emerge, agghiacciante e reale, la consapevolezza di un mondo parallelo a quello della legge dello Stato.
Stasera, il concorso internazionale dei corti del cinema d’arte mediterraneo di Kamarina prevede:
il documentario Thalassa. Uomini e Mare di Gianluca Agati. Uno spaccato della storia della provincia di Siracusa. I fumi dell’industria chimica e petrolchimica e i relitti delle antiche tonnare fanno da sfondo alle testimonianze rese da pescatori, pescivendoli e storici della marineria.
La mirada perdida di Damian Dionisio. Il dramma dei desaparecidos argentini. La crudeltà della dittatura. La volgarità della violenza cieca e repressiva. Solo il sogno fiabesco di una madre può salvare gli occhi innocenti della figlia dal terrore.
Anna bello sguardo di Vito Palmieri. Un omaggio ironico e giocoso a Lucio Dalla. La statura non è importante per eccellere nella vita e nell’amore.
Regreso a Casa di Riccardo Cendamo e Simone Siragusano. Una storia di rappacificazione e riconciliazione. La malattia di un padre si confronta con il silenzioso ritorno del figlio.
Non è successo niente di Chantal Toesca. Racconta la storia di Anna. Una sessantenne che vive, stancamente, le proprie grottesche angosce quotidiane.
El ruido del mundo di Coke Riobòo. Tutti i rumori del mondo compongono un caos musicale. Tra le note di una melodia, un compositore trova la cura per la sua disperazione.
Les profondeurs di Youssef Chebbi. Un elegante Nosferatu magrebino, torna in Tunisia, dopo decenni di assenza. Una notte seduce Nour, una ragazza “perduta”.
Per la serata conclusiva i corti in concorso sono: il documentario 5 Kmq di Sonia Giardina e Salvatore Tuccio. Un fazzoletto nero di 5 kmq nel cuore del Mediterraneo. La piccola isola di Linosa, lontana 167 km dalla Sicilia e 145 km dalla Tunisia, si trova, da sempre, in un forte isolamento che condiziona l’esistenza dei suoi abitanti.
Cargo di Carlo Sironi. Storie di una periferia italiana. L’umiliazione di corpi venduti e l’ineluttabile dolcezza di un sentimento.
Il trucco di Riccardo Banfi. Un delicato inno alla prima infatuazione. Gesti appena accennati e la timida scoperta dell’universo femminile di un bambino.
Ainult meie kolm di Giampiero Balia. La scoperta di un abbandono. Il desiderio della conoscenza delle proprie origini. Un doloroso cammino di riconciliazione.
Ngutu di Felipe del Olmo e Daniel Valledor. Una città europea. Il mondo di privazione e disagio di un giovane migrante. La sensibilità del suo sguardo come unica risorsa di sopravvivenza.
Il passeggero di Benni Piazza. Un cortometraggio dalle atmosfere surreali e inquietanti che racconta un incontro imprevisto.
Memorial di Francesco Filippi. Le drammatiche vicende della seconda guerra mondiale. L’incontro tra un vecchio e una bambina.
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