Lettere in redazione Scicli

Palazzo Mormino, ci scrive il prof. Schillaci

Riceviamo e pubblichiamo

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Scicli - Più volte Barocco Slow Coast ha pubblicamente sottolineato il ruolo che Scicli e i suoi Palazzi possono avere nel mondo dell’Alta Formazione, per la quale sono richieste aule non particolarmente ampie, all’incirca 25 – 40 posti a sedere, composti da sedie e tavolino per il personal computer che ciascun partecipante porta con sé. L’Alta Formazione richiede  spese organizzative tali per le quali in assenza di sponsor non sempre resta qualcosa in tasca agli organizzatori, né può permettersi di pagare canoni onerosi alla sede ospitante. Perché allora darsi tanto da fare per promuovere una attività che potrebbe non lasciare granché nelle casse comunali? E perché giusto a Scicli? Sia alla prima che alla seconda domanda si risponde osservando che i partecipanti ai corsi  di Alta Formazione sono in genere persone in grado di apprezzare particolarmente quegli aspetti che la città di Scicli oggi offre con generosità ai suoi visitatori e che sono tutti basati sul concetto “ben vivere” sempre più diffuso nel mondo . Per quanto molto e ancora molto rimanga da fare, Scicli  propone ai suoi visitatori, che siano di breve o lungo corso, il suo impareggiabile paesaggio urbano, nel quale si inseriscono in misura crescente performances di ogni tipo, dalle artistiche alle gastronomiche, tutte ad alto grado di qualità e innovazione. Ne consegue che ogni partecipante ad un corso di Alta Formazione diviene un ambasciatore di Scicli nel suo luogo di provenienza, che sia di residenza o lavoro, nonché fra i colleghi che incontra nel suo girovagare in Italia o per il mondo (cosa che capita di frequente a numerose categorie di persone, dai docenti universitari ai manager d’impresa). Si può a questo punto comprendere il perché dell’importanza dei Palazzi e in generale dei luoghi di pregio nei riguardi dell’Alta Formazione che , per dare i risultati di promozione turistica sperati, non può essere tenuta in anonime aule, né tantomeno in periferie di più o meno recente costruzione. Nel settembre 2012, in coda alla Conferenza Internazionale su Sicurezza, Salute e Benessere in Agricoltura e negli Agrosistemi, fu proprio a Palazzo Mormina di Donnalucata che fu tenuto  il Corso Internazionale sul Rischio Muscolo Scheletrico in Agricoltura, dove la spaziosa aula del secondo piano, le sue pertinenze e la particolare ventilazione consentirono lo svolgimento di una attività comoda e prestigiosa di Alta Formazione, probabilmente per la prima volta in un palazzo di pregio sito nel nostro Comune.

Invece di fare tesoro di tale esperienza, taluno pensa ora invece di sequestrare l’edificio agli usi attuali, non poco rilevanti nei confronti del territorio, e nei confronti di quelli possibili, che abbiamo visto non meno importanti, per una destinazione che ne deturperà per sempre le caratteristiche architettoniche e limiterà a tempo indefinito gli usi potenziali. Come se, nella frazioncina marinara di Donnalucata non esistesse, o non potesse essere individuata, altra soluzione. Come se la Politica non fosse proprio l’arte delle soluzioni, ma fosse per sempre divenuta mestiere delle approssimazioni. Non ci sta la città, non ci stia chi – pur nei tentennamenti imputabili alle enormi pressioni di ogni tipo – intende governarla con responsabilità.


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