Cultura
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21/11/2013 23:05

Il Times: Il vero commissario Montalbano? E’ una donna. Bella e capace

L’articolo a firma di James Bone

di James Bone

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Maria Antonietta Malandrino
Maria Antonietta Malandrino

Scicli – Il commissario di Scicli è una donna di stile e l’ultimo omicidio di cui si è occupata risale a due anni fa.

Il fatidico incontro è stato organizzato su una collina soleggiata vicino ad un vecchio convento abbandonato. Giù a valle la città barocca di Scicli, location della serie “Il commissario Montalbano” trasmessa dalla BBC Four. 

Chiedo di incontrare il capo della polizia locale per scoprire quali sono i veri crimini sui quali indagano i commissari siciliani; poco dopo ecco arrivare dei passi verso di me. 

Erano i tacchi gialli del capo della polizia locale che scricchiolavano sulla ghiaia bianca del cortile.

Sicura di sé, con i suoi occhiali da sole e jeans firmati, Maria Antonietta Malandrino  – quale siciliano non strizzerebbe l’occhio di fronte a un cognome che in dialetto locale arriva ad assumere connotazioni perfino sensuali e criminali, che ironia! – è ben lungi da sembrare un personaggio del Padrino.

Ha 47 anni, sposata senza figli ed è in carica dal 2007. 

Non appena getta indietro i capelli ramati e inizia a descrivere la scena del crimine locale, mi viene da pensare che sarebbe potuta essere un “Montalbano” migliore dell’originale.

“Certo, le storie che ispirano i romanzi possono essere plausibili” dice il sovrintendente Malandrino.

“Magari sono a casa e sto cucinando e incappo in una scena dove Montalbano sta arrestando qualcuno. Allora sì che posso andare a letto contenta”.

La serie TV del commissario Montalbano, che recentemente ha iniziato la sua terza stagione in Gran Bretagna, e il prequel Il giovane Montalbano, che ha appena concluso la sua prima stagione, sono adattamenti dei romanzi best-seller dell’autore siciliano Andrea Camilleri.

Il prolifico Camilleri (88 anni), che non riuscì a dare gli esami scolastici a causa dell’ invasione alleata durante la Seconda Guerra Mondiale,noto anche per la sua aperta opposizione a Silvio Berlusconi, dal 1994 ad ora ha sfornato più di 30 romanzi sul commissario Montalbano.  Sceneggiatore ed ex attore, egli stesso ha portato Il commissario Montalbano in tv,  in perfetto stile Alfred Hitchcock .

Vigàta, location fittizia dei romanzi, si ispira alla sua città natale Porto Empedocle, porto della vecchia città di Agrigento.

Quando la RAI ha deciso di adattare le storie per il piccolo schermo, il regista Alberto Sironi convinse Camilleri a scegliere questa meravigliosa città barocca iscritta come patrimonio dell’Umanità dall’ UNESCO.

La famigerata villa sulla spiaggia di Montalbano, con la sua terrazza avvolgente, è in realtà un bed and breakfast nella città balneare di Punta Secca, dove il commissario fa la sua nuotata giornaliera e la chiesa principale di Vigàta è nella vita reale la spettacolare Cattedrale di San Giorgio a Modica.

Come commissariato è stata scelta la sede del Comune della stessa Scicli, dove la serie viene girata ogni primavera. Probabilmente senza uno scenario così mozzafiato,  non si sarebbero potuti raggiungere tutti questi consensi: inizialmente, infatti, i produttori hanno notato che gli episodi girati prevalentemente in interni hanno perso milioni di spettatori rispetto a quelli girati all’esterno.

Proprio come il suo alter ego TV , Malandrino vive in una villa sulla spiaggia e nuota regolarmente nelle acque del Mediterraneo, in compagnia del suo labrador nero. Viene da una delle più belle città della Sicilia, Noto, ricostruita in stile barocco a sette miglia dal suo sito originale dopo essere stata devastata da un terremoto nel 1693. Suo padre è stato responsabile di una delle più dure carceri italiane: il carcere di Poggioreale a Napoli, che porta il nome di uno dei suoi successori assassinato dalla camorra.

“Originariamente volevo fare l’avvocato” dice “molti dei miei amici d’infanzia sono diventati agenti di polizia, ma per una donna è più raro. Sono stata una delle prime donne ad entrare nell’ accademia di polizia dopo  la riforma dell’’81. Prima di allora le donne in polizia venivano chiamate ispettrici e si occupavano solo di casi che coinvolgevano donne e bambini. Dall’ 81 in poi solo le donne si sono occupate di uccisioni, rapimenti, rapine e tutto il resto. “

 

 

La Malandrino, che usa ancora il suo nome da nubile, ufficiale già dai 22 anni, ha ottenuto la promozione come capo della polizia dopo un corso di quattro anni presso un’accademia militare di Roma. “Essere una donna”, afferma, “mi ha aiutato nelle indagini nel mondo della malavita maschilista”.

Un caso importante di cui si è occupata vedeva  un candidato a sindaco pretendere dei voti da persone costrette a letto in una casa di riposo. Mentre si trovava nella casa di riposo una delle menti dell’operazione è venuta a consegnare documenti incriminanti, e, aiutata dal fatto di essere donna, ha potuto far credere di essere una semplice infermiera. In un’altra occasione, mentre faceva acquisti fuori servizio senza la pistola  un rapinatore armato è entrato in negozio. Dato che era una donna lui la ignorò e lei uscendo dal negozio fece fermare la prima pattuglia di passaggio. Bloccato l’ingresso con l’auto,  ha subito arrestato il colpevole.

La Malandrino è ora a capo di un  dipartimento di polizia che ha la responsabilità di 100.000 cittadini e opera su una grande fetta della Sicilia meridionale. E ‘ il quarto e più grande dipartimento ad essere stato guidato da lei. “Sono figlia unica e ho una madre novantaquattrenne quindi è stata una necessità della famiglia”, dice spiegando la sua decisione di rimanere nella zona.

Montalbano lavora in una stazione di polizia grandiosa, invece la Malandrino presta servizio in un edificio in cemento sito nella parte peggiore di Modica. Lei ha 47 dipendenti.

“Nella serie di Montalbano, lui è quello intelligente e gli altri sono quelli un po’ strani. Qui tra di noi non c’è lo stesso rapporto”, dice.

Infatti  il suo vice – l’equivalente nella vita reale del detective donnaiolo Mimi Augello – è  anche lei una donna: Rosa Cappello. “Mimì è un playboy. Questo è un piccolo reparto. Noi siamo una famiglia, non ci sono primedonne nè playboy “.

Malandrino ha una fotografia di Montalbano attaccata alla parete dietro la sua scrivania, ma non ha mai incontrato nè l’attore Luca Zingaretti nè la sua più giovane controfigura Michele Riondino, che interpreta il Montalbano più giovane.

A partire dall’uscita del best seller di Mario Puzo Il Padrino, per non parlare poi del successo dell’omonima trasposizione cinematografica con Marlon Brando, la Sicilia è indelebilmente sinonimo di mafia. Leoluca Orlando, sindaco antimafia di Palermo, dà voce all’esasperazione dovuta al fatto che la piaga è ancora viva.

“Brando era un grande attore. Il padrino è un grande film ma è stato un disastro per la Sicilia”, dice.

 “Il messaggio di Montalbano non è negativo. La parte migliore di Montalbano è la difesa della legge. Ma è il contesto in cui essa si svolge che si ricorda. Quando si leggono i romanzi di Camilleri non si pensa alla difesa della legge ma al comportamento delle persone “.

Franco Causarano, editore del giornale locale di Scicli, ci spiega che il territorio ibleo è riuscito a combattere l’ invasione della mafia dalle vicine città di Catania e di Gela. “Hanno cercato di entrare in questa zona, ma la polizia è stata grande a fermarli. C’è un sacco di lavoro di intelligence”, dice. “Non abbiamo grandi problemi di criminalità.”

Malandrino dice che ci sono una miriade di piccoli gruppi criminali nella sua zona, alcuni dei quali sono collegati a famiglie criminali altrove, ma insiste sul fatto che lei non ha alcun particolare problema con la mafia. ” La criminalità qui non è come si vede negli episodi di Montalbano dove c’è un omicidio ogni giorno”, dice. “Le statistiche parlano chiaro. L’ ultimo omicidio è stato due o tre anni fa”. L’ ultimo omicidio nella sua zona è stato commesso da un uomo mentalmente squilibrato che ha ucciso la moglie, due anni fa. L’ ultimo stupro è stato commesso da un immigrato tunisino l’anno prima.

Tuttavia la crisi economica degli ultimi anni ha provocato un aumento dei furti con scasso in particolare nelle campagne, ormai uno ogni tre giorni. Lei è anche garante di una nuova legge contro lo stalking, nel tentativo di ridurre l’epidemia di “femminicidio” in Italia.

A differenza di Montalbano, tuttavia, Malandrino passa molto del suo tempo in compiti amministrativi  come il rilascio dei passaporti. “Montalbano ha bisogno di trattare casi eccitanti, altrimenti nessuno lo guarderebbe” ci spiega. Anche se siamo arrivati ​​al nostro appuntamento con la scorta della polizia, Malandrino non ha bisogno di una guardia del corpo. Sebbene possegga una pistola, non sempre la porta con sé fuori servizio. Apprezza l’approccio lavorativo di Montalbano – anche la sua disponibilità a incontrare i criminali. “Il rapporto con i criminali diventa anche umano” spiega. “Non è escluso che nel corso di un’indagine sia possibile parlare con queste persone. Ovviamente, questi rapporti umani sono condizionati dal dovere”.

Come la maggior parte della polizia italiana, lei si basa molto sulle intercettazioni telefoniche e altri strumenti tecnici nelle sue indagini.

Chiaramente è molto appassionata del suo lavoro. “Ogni tanto mi sveglio e dico a mio marito: ‘ Mai più’, ma quando arrivo in ufficio amo il mio lavoro”, dice. “I casi di Montalbano si sarebbero potuti basare, come probabilmente è stato, su fatti reali. Anche se Camilleri è uno scrittore che usa la fantasia, si è ispirato a quello che ha letto sui giornali.

“Non sono lontani dalla realtà e l’approccio di Montalbano non è molto diverso” conclude.

 

Traduzione a cura di

Valeria della Valle

Guglielmo Pisana