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Lampedusa, 10 dic. Sono entrambi soldati dell'Esercito italiano, Romano Pala e Ahlame Boufessas, il primo di origine eritrea, l'altra marocchina. Entrambi arrivati a Lampedusa, dopo la tragedia del naufragio del 3 ottobre, insieme ad un contingente di 100 uomini (70 dell'Esercito e 30 dell'Aeronautica) comandato dal capitano Leandro Giordano, per dare assistenza ai migranti che continuano ad arrivare sull'isola. L'ultimo impegno dei due mediatori culturali, questa notte, con l'arrivo di altri 272 migranti, prevalentemente eritrei. "Si crea un impatto confidenziale. Vedere che un soldato dell'Esercito italiano parla la loro lingua li rassicura e piano piano si entra in confidenza", racconta all'Adnkronos il caporalmaggiore Romano Pala, cresciuta ad Asmara, con padre sardo e madre eritrea. "Ho due figli piccoli aggiunge e questo mi aiuta ad entrare in sintonia con i bambini che arrivano, che quando sentono parlare la loro lingua si rasserenano". Questa notte per accogliere i migranti giunti al molo Favarolo con tre motovedette della capitaneria di porto, i due militari sono riusciti a tranquillizzare le quasi 50 donne, alcune di loro incinta, e 13 bambini. "Erano molto stanchi, alcuni sfiniti e affamati racconta il caporalmaggiore Ahlame Boufessas che parla arabo il fatto di dar loro una mano mi gratifica molto. E' una sensazione personale molto forte".
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