Cultura Modica

L’arte nella Sicilia sud orientale. Paolo Nifosì racconta

Un libro edito dall’Ente Liceo Convitto

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Modica - Guardare ai magnifici colossi di pietra che connotano lo scenario nostro architettonico, ai tesori artistici che racchiudono, percepirne le infiorescenze decorative, le bellezze scenografiche, gli straordinari valori cromatici, con occhio storico, consapevole dello spartiacque che il grande sisma del 1693 rappresenta per la Sicilia sudorientale: queste le finalità ambiziose della pregevole pubblicazione “L’Arte nella Sicilia sud orientale”, il cui secondo volume, che ha visto recente luce di stampa, tratta il capitolo corposo della “Grande ricostruzione settecentesca”.

L’operazione editoriale è curata dalla Fondazione Culturale Ente Autonomo “Liceo Convitto” di Modica, ed in particolare da Giorgio Colombo, presidente dell’Ente, e raccoglie un lucido compendio delle lezioni tenute da Paolo Nifosì, in seno al corso pluriennale di Storia dell’Arte della Sicilia sud-orientale, pagine nelle quali lo storico dell’arte indaga una materia vasta, a tutt’oggi meritoria di ulteriori analisi, intrecciando la ricostruzione storica con una fine lettura dei tratti stilistici degli edifici e delle opere d’arte. Vari gli ulteriori contributi allo studio in volume, firmati da G. Colombo, G. Gangi, M. Terranova, G. Lavinà, L. Buono, P.D. Garofalo, e largo il corredo fotografico, opera di L. Nifosì, G. Antoci, G. Blandino, V. Caschetto, S. Brancati, F. Maiore, A. Bovelacci, V. Salamone, I. Pluchino, G. Frasca Caccia, che portano sulla pagina la bellezza monumentale di chiese e palazzi, nello skyline unico del Val di Noto, baciato dal crisma Unesco.

Una moltitudine di voci e apporti, mossi dalla “volontà di ricreare a Modica l’atmosfera degli studi medievali”, avverte Giorgio Colombo nella serata di presentazione del volume, che s’è svolta presso l’Aula Magna del Liceo Convitto. A presiedere i lavori, Cristina Alfieri, docente di Storia dell’Arte, che ha gettato lumi sulle attività dell’Ente, “da sempre parte attiva, fin dalla fondazione nel 1872, della cultura modicana e provinciale, alla quale ha portato l’offerta, tra l’altro, di notevoli corsi pluriennali”.

Indiscutibile il fascino del libro, che s’inoltra nelle declinazioni tarde del barocco siciliano, le cui più compiute epifanie vanno ascritte proprio al fervore edilizio del XVIII secolo, nel contesto della ricostruzione, fenomeno di grande interesse anche per l’unità architettonica, come spiega Colombo nella accurata introduzione, poiché “l’ ‘aggiornamento’ conseguente al sisma è leggibile ovunque, fin nei piccoli borghi i cui complessi monumentali seguono regole compositive che si ispirano ai medesimi modelli delle città maggiori”.

Sui tempi e le modalità della ricostruzione disquisisce Paolo Nifosì, spiegando i caratteri che compongono lo specifico del barocco siciliano, già riconosciuto da Anthony Blunt nella esuberanza decorativa, che coniugava architettura colta e tradizione artigianale. Innumerevoli i versanti della ricerca, che Nifosì dispone in spaccati tematici, il primo dei quali riguarda le Chiese Matrici, che hanno priorità nella ricostruzione, per motivi pastorali, per disposizione di Mons. Francesco Fortezza, vescovo di Siracusa nel 1693, nei comuni della diocesi distesa da Catania ad Agrigento. Né trascura il volume le maestranze che operarono, come dice la sezione dedicata alle chiese progettate da Rosario Gagliardi, tra i nomi celebri dell’avventura della riedificazione, assieme a Filippo Juvarra, artefice, nel ‘700, dello splendido Ostensorio che intarsia la copertina del volume.

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La Sicilia

Foto Luigi Nifosì

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