Pazienza, io tifavo per i Denver Broncos. Ma hanno vinto i Seattle Seahawks. Perché tifo per la squadra di Denver? Per nessun motivo specifico, forse per il nome. Dimenticavo: Broncos e Seahawks sono le due squadre di football americano che hanno disputato domenica sera il “Superbowl”. Cos’è il Superbowl? Come non lo sapete? E’ la finale del campionato di football americano, quello sport dove giocano giganti neri e bianchi armati di casco e imbottiture. So anche dell’altro, per esempio che negli Sati Uniti d’America quello è il secondo sport per diffusione (al primo posto c’è il baseball) ma la finale del campionato, appunto il Superbowl, è in assoluto la trasmissione televisiva in diretta più seguita (quasi un terzo degli americani lo guarda).
Ma a dirla tutta, a me non può fregare di meno dei Broncos, dei falchi di mare e del Superbowl, di quello sport non conosco nemmeno le regole (e quando i è capitato di vedere lacerti di partite oppure film americani – e sono tantissimi – che narrano di quello sport non ci capisco letteralmente nulla). E allora perché scrivo questo articolo? Perché sono preoccupato. Mi preoccupa il fatto che i nostri amici statunitensi non ritengono sufficiente colonizzarci con la loro cultura vecchia di cento anni, non ritengono sufficiente colonizzarci con la enorme massa di film e telefilm (oggi si chiamano fiction) che ogni anno invadono i nostri schermi, grandi e piccoli, non ritengono sufficiente colonizzarci con la enorme massa di libri che ogni anno invadono le nostre librerie (seppure la metà di questa narrativa – che però noi leggiamo in traduzione – è mera schifezza). Hanno ritenuto giusto invaderci anche con questa solenne rottura di cabbasisi del Superbowl: mesi e mesi prima della fatidica data ogni giorno su Sky ci hanno tormentato con lo spot che ne annunciava il prossimo svolgimento. Nei sette giorni precedenti domenica scorsa gli spot sono aumentati in maniera esponenziale e io, che non sono in grado di stare sveglio fino alle due di notte (e meno che mai andare a dormire puntando la sveglia alle due meno un quarto) mi sono sentito un emarginato per non avere visto le imprese dei giganti con il casco e tonnellate di muscoli. Ecco la mia preoccupazione, davanti la quale il bel Muos che si slancia verso il cielo di Niscemi diventa poca cosa. Una sorta di sopramobile di questi nostri simpatici fratelli maggiori (lo sono, è inutile far finta dell’incontrario, sol perché noi siamo civiltà da seimila anni e loro da duecento).