Vittoria - L'associazione “Anonimo vittoriese” torna a puntare l'attenzione sul Museo Italo-Ungherese, inaugurato nel dicembre 1995 ed ubicato nell’ex Campo di Concentramento. Ultimamente, tra l'altro, l'associazione Movis ne ha chiesto l’affidamento per infondere nuova vita al Museo e per renderlo nuovamente fruibile, grazie anche all’aiuto di Anonimo Vittoriese e dell’associazione Grotte Alte.
“I lavori di restauro che nelle ultime settimane hanno interessato la struttura- dichiara Anonimo Vittoriese- sicuramente avranno destato l’attenzione dei vandali, che per ben due volte vi si sono introdotti. L’ultima, danneggiando e depredando in maniera significativa. Anche precedentemente dei malintenzionati hanno tentato di introdursi nel Museo, ma fintanto che il sistema d’allarme era funzionante il suono della sirena li aveva fatti desistere. Oggi, a causa del disinteresse manifestato da diversi anni da parte delle Autorità cittadine nei confronti del Museo, Giancarlo Francione, Presidente del Comitato Scientifico, ha rassegnato le sue dimissioni. Adesso, senza un coordinatore di quelle che potrebbero essere le attività museali, rimane soltanto l’entusiasmo e la voglia di fare dei ragazzi delle associazioni sopracitate, ma le domande che ci poniamo sono: vale davvero la pena spendersi per questo Museo? L’Amministrazione Comunale sosterrà fattivamente il nostro progetto (che oltre alla gestione del Museo prevede anche la ripresa e la cura dell’intera area dell’ex Campo di Concentramento)? Ed infine, davvero i cittadini e le forze politiche che li guidano sono pronti a vivere una città più civile, con tutti i benefici e gli oneri che ne conseguono?”.
Il Museo riporta la memoria indietro di un secolo, ovvero quando dei prigionieri ungheresi, catturati dall’esercito italiano nel corso della prima Guerra Mondiale, furono concentrati in quel campo di prigionia. Un campo che potremmo definire “sui generis” per il particolare riguardo che i vittoriesi ebbero nei confronti degli ungheresi. Questa ospitalità, mai dimenticata dai prigionieri, fu lo stimolo per i rapporti d’amicizia che intercorsero successivamente. “La storia recente del Museo- si legge ancora nel documento di Anonimo Vittoriese, si interrompe nel 2003. Prima di questa data, infatti, il Museo veniva aperto tutte le mattine dei giorni feriali, dopo, solamente in particolari occasioni, che via via divennero sempre meno frequenti”.