Modica - Cosa hanno in comune Daniele Cascone e Darren Holmes? Questo ci si chiede appena entrati alla Galleria Lo Magno, che ospita la loro mostra. Sì, i temi sono gli stessi: banalmente, donne nude. Eppure, ciò che balza subito all’occhio sono le differenze, più che le affinità. La tecnica innanzitutto: il canadese ‘ritocca’ la modella dipingendoci sopra, l’italiano ritocca la foto con la modella già ‘dentro’. Le donne fanno la differenza: quelle colorate del primo lanciano spesso sguardi di sfida a chi le osserva, quelle del secondo sembrano non accorgersi o addirittura ritrarsi alla vista altrui. Tutte sono assolutamente studiate, nelle pose, nelle luci, nella costruzione d’insieme che difatti non è affatto sfolgorante o semplicemente piacevole a vedersi, ma al contrario è un complesso testo da leggere, a tratti perfino inquietante e spiazzante, sebbene in modi diversi.
Le modelle di Holmes lanciano acute grida, quelle di Cascone tacciono celandosi. Le prime, sfrontate, sembrano plasmate di materia, di denso e cremoso colore, quelle del secondo invece, sebbene anch’esse a colori (novità rispetto alle serie precedenti dell’autore), non si discostano mai da quell’aura di silenziosa, ovattata, solitaria immaterialità, esaltata qui dalla linea. Le opere in bianco e nero hanno personaggi che si nascondono, si coprono con pesanti drappi, maschere, rami; la serie a colori ha invece le ‘svelate’, queste donne dalle sinuose linee perfette, completamente scoperte eppure non meno celate, inconsapevoli, dalle pose delicate e altre volte aspre, come d’altronde le nature morte che le accompagnano. Gli sfondi di Cascone sono spudoratamente finti, da atelier, creati appositamente per esaltare le forme dei corpi, umani e vegetali, non meno di quelli costruiti da Holmes, addirittura con teli sullo sfondo che ,con pennellate evidenti, fanno da sipari. Né nelle opere italiane né in quelle straniere le donne sono attrici protagoniste dello spettacolo ma, al contrario, oggetti, parti della scenografia, dell’insieme allestito dall’autore. Nessuna volontà di cogliere l’attimo, in nessuno dei due ma anzi ricerca, ponderazione, studio e costruzione di equilibri o disarmonie.
Holmes legato al tempo attuale, alla forza, alla supremazia dell’apparenza, alla potenza persuasiva dell’immagine, con chiari riferimenti alla pubblicità e alla pop art; Cascone invece atemporale, in luoghi-non luoghi fondamentalmente vuoti, con personaggi altrettanto vuoti, eterei, la cui purezza delle linee (nonostante il tenue colore) ricorda disegni di nudi d’accademia. Le sue donne, dalle braccia e dai capelli abbandonati giù pesanti come rami, dalla pelle delicata come petali di mandorli, dai fragili corpi accartocciati come foglie, comunicano senz’altro ma quasi controvoglia, spesso di spalle e quasi rinchiuse in queste scatole di spazio, soffocate da panni di silenzio. Le loro sorelle d’oltreoceano invece sguainano spade e sguardi infuocati, vogliose di prevalere, come d’altronde fa una di loro seduta su un’altra figura o il nudo maschile, quasi un Prometeo tizianesco, su una donna.
Sole tutte, le une superbe ed eteree nel loro isolamento, le altre soffocate dal loro urlo di forza, le donne di questa mostra bifronte.
La mostra è visitabile alla Galleria Lo Magno di Modica fino al 24 maggio.