Cultura Modica

Sorrentói emlèk: da Modica a Budapest

La nascita della prima pizzeria in Ungheria.

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Palermo - Avrete un piccolo tuffo al cuore quando ascolterete Sorrentói emlék, “Torna a Sorrento” in ungherese, a Palermo, nella Galleria Nuvole, incontri d’arte, in vicolo Ragusi al piano terra del Palazzo Principe di San Vincenzo.

Il brano costituisce il sottofondo musicale del video “Un modicano a Budapest” che narra una reverie surreale avvenuta fra Budapest, la Sicilia e la Versilia: la nascita della prima pizzeria in Ungheria.

Nel racconto del protagonista del filmato, un insegnante di ginnastica, piovuto a Viareggio all’inizio degli anni del boom economico italiano, si realizza la magia di un incontro fatale: quello avvenuto con una collega ungherese che gli offre di condividere cibo in scatola portato con sé da casa, spaventata dalle voci sulla fame dell’Europa occidentale.

La proposta che genera inizialmente stupore nell’italiano dà, parimenti, il via alla narrazione di un dialogo tragicomico durante il quale ognuno sgretola pian piano la mala-visione propagandistica del paese dell’altro, per terminare congiungendo le voci verso il progetto corale di un luogo di incontro fra est ed ovest: la prima pizzeria napoletana di Budapest.

Seguono dunque le immagini di repertorio dell’inaugurazione, in bianco e nero, svuotate della convenzionale nostalgia, addensate di spunti che lo stesso Warhol avrebbe potuto celare fra le sue scatole di Brillo per la loro spontanea, ingenua, incauta, iconicità di vita contemporanea.

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L’autore del video, è Zoltan Fazekas, nato a Budapest, ora siciliano d’adozione, residente ad Acireale. Fazekas è figlio di un fotografo, Akos, ed è giunto in Italia grazie alla pallanuoto: elemento che ricorre nel suo tracciato umano e creativo.

Il video, insieme ad altri quattro, realizzati insieme a Sebastiano Pennisi, proiettati senza soluzione di sequenza, accompagna una mostra di piccole grandi opere di qualità, “R/ 953. Della vita delle immagini”, visitabile presso Nuvole Incontri d’arte di Raffaella De Pasquale Mafai e Gaetano Cipolla, fino al 24 maggio 2014, curata da Giusy Affronti.

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All’interno dell’esposizione una raccolta, principalmente, di cut up fotografici in perenne trasformazione, provenienti dal prodigioso archivio di risorse che Zoltan ha raccolto fra Italia e Ungheria, fra casa paterna e luogo di adozione: blow up, collage, che uniscono il patrimonio visivo di più generazioni assemblati fino a narrare una storia.

Gli esperimenti di Zoltan presenti oggi presso Nuvole partono dagli anni Ottanta, quando l’artista comincia ad interessarsi di fotografia e lavora in Ungheria per cortometraggi per canali televisivi di target giovanile.

Seguono, poi, immagini più recenti che, riducendo la narrazione, scelgono l’impatto estetico congiunto all’azzardo, stampate su carta fotografica, montate su lightbox o proiettate con lavagna luminosa, passando dagli strappi di rotellina memoria a mash up corali ed elettrografie, intrisi di macchie di terra e tracce di cloro, il medesimo che Zoltan misura con il suo cronometro vitale quotidiano.

Per maggiori informazioni:

http://www.associazionenuvole.it/exhibitions/item/241-r-953-della-vita-delle-immagini%7C-zoltan-fazekas


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