Monterosso Almo - Le mirabolanti evoluzioni degli artisti di strada riescono sempre a strappare un “oh” di grande stupore. Soprattutto se ad assistere sono centinaia di bambini meravigliati dalle capacità di intrattenimento dei buskers. Ma anche parecchi adulti sono rimasti incantati dalla magia che questa seconda edizione di Almo Art Festival è riuscita ad emanare. Ieri sera, nello splendido scenario del sagrato della chiesa di San Giovanni, nel cuore di Monterosso, ma anche nella centralissima piazza, è arrivata l’ora degli artisti di strada che si sono superati con una serie di numeri capaci di calamitare l’attenzione dei presenti. La kermesse proposta per il secondo anno di seguito dall’arciprete don Marco Diara in occasione del Grest che in questi giorni sta animando la comunità monterossana è stata contrassegnata da uno spirito di aggregazione invidiabile. Tanto è vero che tutti i monterossani, assieme ai propri figli, si sono ritrovati in piazza per partecipare in maniera attiva agli spettacoli proposti. I buskers, selezionati sotto la direzione artistica di Andrea D’Amico, fotografati da Dalila De Luca, sono stati in grado di infiammare l’entusiasmo del pubblico che ha applaudito a scena aperta ciascuna delle evoluzioni proposte. A riscaldare la serata ci ha pensato, da subito, Stefania Marcellino che, accompagnata dai suoni tribali di Mandè Tubabù, band capace con il proprio sound caratteristico della tradizione africana di riscuotere un consenso carico di speciali sensazioni, ha dimostrato di essere tanto dolce con le sue sinuose movenze quanto determinata con la sua capacità di gestire le fiamme e il fuoco. Una mangiafuoco del XXI secolo, quasi una guerriera di un Medioevo prossimo venturo, che, con sullo sfondo il prospetto della chiesa di San Giovanni, ha saputo cimentarsi in una serie di numeri di assoluto prestigio. Lo stesso che ha messo in campo anche il mago Magico che, con i suoi giochi e le sue illusioni, ha fatto rimanere a bocca aperta grandi e piccini, dimostrando di avere ben appreso, grazie all’arte della manipolazione, le tecniche della grande scuola italiana della magia. Ma sul sagrato, tutti sono rimasti catturati dalle straordinarie capacità atletiche di Francesco Mirabile che, con i suoi giochi d’equilibrio, ha reso ogni dimensione spaziale raggiungibile. Dalle evoluzioni sul tavolo a quelle sulla palla, perfino con una scala ha dimostrato piena dimestichezza del suo corpo sino a raggiungere l’apoteosi con una serie di contorsioni che lo hanno di fatto catapultato nell’empireo degli artisti più apprezzati delle due edizioni di Almo Art Festival, anche per la modestia e la umiltà con cui ha caratterizzato un numero nuovo e stupefacente. E, a proposito di sorprese, di certo un campionario straordinario quello proposto da Nino Scaffidi, domatore di serpenti, di scorpioni e di ragni. Un fachiro dei tempi nostri che ha ridestato l’attenzione di tutti i presenti, costretti a coprirsi più volte il viso con le mani per evitare di assistere alle prove dolorose a cui Scaffidi ha sottoposto il suo collaudato corpo. E poi, nel finale, ha fatto fuoco e fiamme.
“E’ andata, insomma, in archivio – commenta don Diara – una edizione di Almo Art Festival sicuramente migliore rispetto a quella dello scorso anno. Proprio perché siamo riusciti a collaudare quello che per noi rappresenta, ormai, un appuntamento irrinunciabile della stagione estiva e che merita, quindi, la massima attenzione. Devo ringraziare tutti coloro che ieri sera, ed erano tantissimi, sono intervenuti, dimostrando grande interesse per la nostra manifestazione. C’era anche parecchia gente che arrivava da fuori Monterosso. Segno che la nostra kermesse ha funzionato. Ma soprattutto ha colpito nel segno perché è riuscita ad aggregare, nello stesso periodo serale, genitori e figli, facendo in modo che gli stessi condividessero un momento di intrattenimento. E per noi, questo, al di là delle altre valutazioni, si può già definire un grande successo”.
Mangiafuoco è arrivato a Monterosso
Almo Art Festival
di Redazione
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