Scicli - Mafia e appalti. La memoria scivola al novembre 1991. Scicli rimane attonita davanti alla decapitazione della Giunta comunale guidata dal sindaco Pino Amenta che finisce in manette con altri sei, tra assessori e funzionari di Palazzo di città. Altri 11 sono indagati. In ballo ci sono 630 milioni di lire per la sistemazione delle arterie comunali con lavori appaltati a due ditte locali in violazione delle norme e inserendo negli interventi anche alcune strade private.
«Appalti truccati» secondo il consigliere socialista Salvatore La Micela che quattro mesi prima aveva messo la vicenda in mano alla Procura. La Micela, fedelissimo del leader ispicese Salvatore Stornello ha prima rivolto un’interrogazione, poi ha svolto un intervento in Consiglio e infine presentato una nota alla magistratura modicana per accertare fatti e responsabilità sui lavori stradali nel centro urbano di Scicli per 630 milioni (di cui 510 due mesi prima delle elezioni regionali) sulla base di perizie preventive sommarie redatte dall’ufficio tecnico comunale.
«Le perizie dei lavori sono illegittime - scriveva La Micela - perché in contrasto con il regolamento comunale e poste in essere con l’intento di eludere la potestà e i controlli del Consiglio comunale e i mezzi di aggiudicazione degli appalti». Così i carabinieri sequestrano i voluminosi incartamenti depositati all’Utc sui lavori in economia durante il primo semestre del 1991. Secondo l’accusa ogni intervento su una strada veniva considerato come lavoro in economia urgente per la manutenzione della strada stessa che invece veniva asfaltata e sistemata a regola d’arte senza procedere così a gare di appalto. Così facendo furono spesi in poco più di sei mesi 630 milioni di lire in lavori assegnati a non più di due ditte, evitando le gare d’appalto, l’adozione dei prezziari per le opere pubbliche. E’ l’inizio di una guerra politica e giudiziaria senza esclusione di colpi.
Un groviglio che culmina nello scioglimento del Consiglio comunale per mafia. Il Tar, però, annulla il discusso provvedimento e reintegra il consesso. Che non torna. Si dimettono tutti. In Tribunale qualcuno patteggia la pena, altri affrontano il processo e vengono assolti. E’ il maggio del 1994. Scicli torna alle urne. E la storia si ripete. (Franca Antoci, la Sicilia).
di Franca Antoci
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