Ragusa - Ma è una rassicurazione che vale il tempo di una sigaretta. I comitati contro le trivelle nel mare e nella terra nostra non sotterrino l’ascia di guerra: la regione Sicilia sarebbe pronta a dare in bando, al miglior offerente, lo sfruttamento delle risorse del sottosuolo.
Alla fine Rosario Crocetta si è presentato in audizione alla Commissione Ambiente del Senato per il rischio trivellazioni petrolifere in Sicilia, a seguito del protocollo del giugno scorso firmato con Eni, Assomineraria e altre piccole imprese di estrazione del petrolio.
La Commissione, guidata dal senatore Giuseppe Marinello, ha voluto approfondire i contenuti dell’accordo siglato a Palazzo d'Orleans dall’ex sindaco di Gela che favorirebbe le perforazioni per la ricerca di petrolio e gas in Sicilia, in particolare, nelle aree prospicienti le coste di Agrigento, Licata, Gela e Ragusa, come pure nell’entroterra ibleo e nella piana di Gela. Marinello, in quella sede, ha sottolineato che da una prima lettura del protocollo emergono “dichiarazioni d'intenti che, nei fatti, potrebbero danneggiare l'ambiente”.
E in commissione, col Governatore dei siciliani inchiodato alla poltrona degli imputati, e con un quasi compaesano alla Presidenza, Marinello è di Sciacca in provincia di Agrigento, non poteva che scoppiare il finimondo; tanto che, alla fine, Crocetta ritratta sulle concessioni ai petrolieri, sostenendo a gran voce che l’accordo per il petrolio siciliano, nei fatti, non autorizza nulla e sottolineando che il suo governo “non ha concesso neanche un’autorizzazione per i pozzi di petrolio”.
La piccola guerra lampo tra siciliani in Commissione Ambiente al Senato, per i dubbi sulla sostenibilità ambientale dell’accordo per il petrolio, finisce ai rigori: vince Marinello. Assenza di risposte istituzionali adeguate, parziale ammissione di errori nel protocollo tra Regione, Assomineraria ed Eni, niente rassicurazioni sulla gestione delle estrazioni in Sicilia. Crocetta, sull’argomento petrolio, come ha dichiarato il Presidente Marinello, è apparso “piuttosto nervoso, impreciso e pretestuoso”.
È stata contestata alla regione Sicilia anche “l’assenza di risposte sulle capacità di fronteggiare eventuali incidenti che possono verificarsi durante l’attività estrattiva. Senza considerare che la Sicilia non si avvale, come accade invece nel resto d’Italia, della consulenza di istituti specialistici autorevoli come Ispra, Ingvi, e Cnr.”
La parola in Commissione passerebbe adesso a Claudio De Scalzi di eni. Quisquilie, bagattelle e 2 miliardi di euro l’anno. A tanto ammonterebbe il valore del petrolio siciliano con il famoso patto del barile tra Governatore e trivellatori di tutto il mondo riuniti. Che avranno gatte da pelare, molto dure, sostenne Rosario.
Crocetta, nessuna nuova autorizzazione per i pozzi di petrolio in Sicilia
Saro, il petroliere
di Giuseppe Savà
Sullo stesso argomento:
Lombardia ha ricchezza pro capite tre volte superiore a Sicilia
Bapr entra nel capitale sociale di Banca di Sconto
Bapr presenta offerta vincolante per l'acquisizione della Sant'Angelo
Modica, Caffè dell'Arte in vendita, è crisi del centro storico
Bapr Ragusa sospende quota capitale finanziamenti agrari per un anno
Ruolo delle Banche in Sicilia, De Bortoli a confronto con Bapr Ragusa
Bapr Ragusa, nuova piattaforma digitale per servizi extrabancari
Bapr Ragusa approva bilancio 2023 con 30 milioni di utili
Bapr Ragusa e Banca AideXa per lo sviluppo delle Pmi
Deserto Commerciale a Ibla come a Ragusa, chiude Isola nell'Isola
© Riproduzione riservata